Accento (ortografia)
L'
accento č il segno grafico che indica la vocale tonica in una parola. In italiano esistono tre tipi di accento, il grave (`) l'acuto (´) ed il circonflesso (^). Quest'ultimo č poco usato: si adopera per indicare la contrazione di due vocali (come in
ozî) o per differenziare due omografi (
principe->principi e
principio->principî).
È obbligatorio utilizzare l'accento solo in questi casi:
- nelle parole tronche (vedi oltre) composte da piů di una sillaba: (es. Perů, bensì ecc.)
- nelle seguenti parole monosillabiche: č, dĂ , dì, lĂ , lì, nĂ©, sĂ©, sì, tč, ciò, giĂ , giů, piů, può, sciĂ ma con alcune eccezioni. L'accento non si usa su da usato come preposizione, e come congiunzione, la come articolo, li come pronome, ne come pronome o avverbio, se come congiunzione, si e te come pronome.
È utile indicare l'accento nei casi in cui due parole si distinguono solo per la sua posizione (ad esempio:
viola, il colore, e
vìola, terza persona singolare del presente del verbo violare).
Come sapere quando usare l'accento e quando l'apostrofo?
La regola da seguire č semplicissima:
- L'apostrofo si usa in caso di elisione;
- L'accento si usa quando due monosillabi sono uguali, per distinguerli da altri di significato diverso (le note musicali costituiscono eccezione).
Esempi:
- su qui non va l'accento, in quanto ha un unico significato.
- su lì l'accento va messo, sennò si confonde col pronome li (li ho presi, li ho visti, ecc...).
- su č senza accento. Giů ha l'accento perchĂ© non č un monosillabo, altrimenti andrebbe letto gìu, con l'accento sulla "i".
- su fa non occorre nĂ© accento nĂ© apostrofo. "Lui fa questo", "lei fa quello", ecc.: "fa" č la terza persona del verbo "fare". Fa eccezione il caso in cui si voglia scrivere in dialetto, ad esempio "che stai a fa'", e allora ci vuole l'apostrofo, perchĂ© sarebbe come dire "che stai a fare". Al massimo, italiano corretto sarebbe "Fa' questo", "Fa' presto", nel senso di "Fai questo", "Fai presto", inteso come ordine: siccome la "i" viene cancellata, si mette l'apostrofo
- su va l'apostrofo non occorre. "Va bene", "non va", "dove si va": niente accento, niente apostrofo. Solo se intendete "vai" e invece scrivete "va", allora dovete mettere l'apostrofo: "Va' via!".
- su "sto" e "sta" niente accento, niente apostrofo. A meno che non intendiate "Stai fermo", nel qual caso dovrete scrivere "Sta' fermo". Nemmeno in dialetto ci vuole l'apostrofo dopo sta: "Ma che sta a fa'?", ovvero, "Ma cosa sta a fare [lui]?": è la terza persona del verbo stare, non ci vuole nessun apostrofo.
E infine: dopo "un", ci vuole o no, l'apostrofo? È un errore molto comune. Anche in questo caso la regola č semplicissima: se "un" č seguito da una parola femminile che inizia per vocale č un caso di elisione, quindi ci vuole l'apostrofo:
- Un albero, un aereo, un uomo, un amico, un inutile litigio, un altro, ecc.: tutti senza apostrofo.
- Un'area, un'automobile, un'amica, un'inutile spesa, un'altra volta: tutti con l'apostrofo.
Ecco un piccolo elenco di verbi che all'imperativo richiedono l'apostrofo:
Verbo | Imperativo | Esempio |
stare | sta' | Sta' zitto! |
andare | va' | Va' avanti! |
dire | di' | Di' tutto! |
fare | fa' | Fa' la brava! |
dare | da' | Da' una mano! |
Vocali accentate
Le vocali accentate in italiano sono 6:
- à
- è
- é
- ì
- ò
- ù
Con l'accento acuto si indica la e chiusa di perché, con quello grave si indica la e aperta di caffè.
Qui di seguito sono elencate le parole piů comuni che richiedono l'accento acuto sulla e finale:
- affinché, benché, cosicché, finché, giacché, né, nonché, perché, poiché, purché, sé (usato come pronome), sicché, ventitré e tutti i composti di tre (trentatré, quarantatré, centotré, ecc.).
Classificazione delle parole
Rispetto alla posizione dell'accento tonico, le parole possono essere classificate in:
- parole tronche: hanno l'accento sull'ultima sillaba e devono segnarlo graficamente (dirò, Perù).
- parole piane: accentate sulla penultima sillaba (casa, tennis, gamba, tritolo). Sono le più numerose.
- parole sdrucciole: accentate sulla terzultima sillaba (antipatico, sandalo, tritalo). Dopo le parole piane sono le più numerose.
- parole bisdrucciole: accentate sulla quartultima sillaba (lasciatemeli, dimenticandosene). Sono piuttosto rare.
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