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Arpie

Le Arpie (le "rapitrici") sono figure della mitologia greca, creature alate soprannaturali.

In origine erano dei venti, talmente forti, da poter sollevare gli uomini e portarli via.
L'idea dell'alleanza tra venti e spiriti era molto diffusa nei tempi antichi, fu quindi inevitabile arrivare a credere all'esistenza di un cattivo genio del vento.

Esiodo parla di due Arpie, Aello e Ocipete, descrivendo la loro magnifica capigliatura e il loro potente volo. Da esse discendono Gea e Oceano.
Virgilio, nell'Eneide (libro III), fa il nome di una terza arpia, Celeno. Nell'Odissea (libro XX), Penelope ne parla come di procelle, quando rivolge una preghiera alla dea Artemide e le ricorda che rapirono le figlie di Pandareo per farne ancelle delle Furie.
Le Arpie appaiono anche ne "Le Argonautiche" (libro III), dove perseguitano il re Fineo.

Le Arpie erano la personificazione delle avversità che periodicamente colpivano le popolazioni del mondo antico: guerre, carestie, epidemie e cataclismi di ogni genere.


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