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Cesare Beccaria

Cesare Beccaria (Milano, 15 marzo 1738 - 28 novembre 1794) Letterato, filosofo, giurista ed economista italiano, legato agli ambienti illuministi milanesi. Beccaria fece parte del cenacolo dei fratelli Pietro ed Alessandro Verri, collaborò alla rivista Il Caffč e contribuì a fondare l’Accademia dei Pugni. Fu stimolato in particolare da Alessandro Verri, protettore dei carcerati, ad interessarsi alla situazione della giustizia. Subì gli influssi di Locke, Helvetius, Condillac. Dopo la pubblicazione di alcuni saggi di economia, pubblicò nel 1764 Dei delitti e delle pene, breve scritto che ebbe enorme fortuna in tutta Europa ed in particolare in Francia., dove incontrò l’apprezzamento entusiastico dei filosofi dell’Enciclopedia.

Partendo dalla teoria contrattualistica, che sostanzialmente fonda la societĂ  su un contratto teso a salvaguardare i diritti degli individui, garantendo l’ordine, Beccaria definì il delitto come una violazione del contratto. La societĂ  nel suo complesso godeva pertanto di un diritto di autodifesa, da esercitare in misura proporzionata al delitto commesso e secondo il principio contrattualistico per cui nessun uomo può disporre della vita di un altro. Beccaria sosteneva quindi l’abolizione della pena di morte, che non impedisce i crimini e non č efficace come deterrente; si occupò della prevenzione dei delitti, favorita a suo avviso dalla certezza piů che dalla severitĂ  della pena (principio elaborato per la prima volta dall'inglese Robert Peel ). Beccaria sosteneva che per un qualunque criminale una vita da trascorrere in carcere con l'ergastolo privati della libertĂ  č peggiore di una condanna a morte, mentre l'esecuzione non vale come monito e deterrente al crimine in quanto le persone tendono a dimenticare e rimuovere completamente un fatto traumatico e pieno di sangue, anche perchč nella memoria collettiva l'esecuzione non č collegata ad un ricordo di colpevolezza(non essendo stato seguito il processo). Anche Ugo Foscolo rileverĂ  nelle Ultime Lettere di Jacopo Ortis che "le pene crescono coi supplizi". Nel trattato si riprende da Tommaso Campanella, che del carcere aveva avuto eperienza personale, il filone tipicamente italiano del valore rieducativo della pena, facendo notare come la piccola delinquenza trovi in questa realtĂ  vitto e alloggio assicurati e abbia un "interesse" a commettere crimini pur di entrarvi.Comunque č "l'estensione e non l'intensione della pena " che spinge a non commettere crimini: dunque pene certe ed estese nel tempo.Invece, la pena di morte resta ammissibile soltanto nel casi in cui una fuga dal carcere o dalla stessa prigione(impartendo ordini ad esterni) il condannato potesse mettere in pericolo la sicurezza della societĂ .

La figlia Giulia fu la madre di Alessandro Manzoni.

Opere

(Vedi: Portale Filosofia | Progetto Filosofia)


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