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Commercio equo-solidale/artigianato

Nell'ambito del commercio equo-solidale, l'artigianato ha un ruolo assai particolare, in quanto molto spesso realizza sì prodotti superflui per il consumatore, ma al contempo permette di venire in contatto con le culture che li producono.

Si tratta, in realtà, di un artigianato specializzato, per lo più connotato dalla produzione di oggettistica volutturia e non già dalla prestazione di servizi manuali e di piccola produzione non ripetibile (come invece nell'artigianato ordinario). La provenienza spesso straniera, e la connotazione simbologica che si applica ai prodotti, unitamente alla fedeltà a schemi, pur talvolta solo abbozzati, delle tradizioni delle etnie di provenienza, recano per conseguenza una certa imprescindibilità del messaggio etico sotteso all'azione di vendita ed all'intenzione di acquisto del consumatore, nonché un ovvio richiamo di natura etnologica che ben presto diviene culturale, ideale.

Questi aspetti fanno sí che la commercializzazione di molti prodotti di artigianato abbia prodotto nei paesi consumatori discussioni tra gli operatori ed i volontari che si fanno carico della diffusione e distribuzione, trattandosi di conciliare l'anima idealista (con una forte componente anticonsumista) con l'esigenza commerciale ("solo facendo fatturato possiamo aiutare i produttori").

Alcuni prodotti sono il risultato di progetti che accompagnano campagne di boicottaggio contro multinazionali o pratiche commerciali diffuse e di sensibilizzazione, come ad esempio la produzione di palloni da calcio (campagna contro il lavoro minorile in questo settore in Pakistan) o tappeti persiani (anche in questo caso, contro il lavoro minorile).


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