Emiliano Zapata
Emiliano Zapata (8 agosto 1879 - 9 aprile 1919) è stato un capo rivoluzionario messicano. Le prime notizie sulla sua vita risalgono al 1909 quando è dirigente agrario nello stato di Morelos; nel 1911 diventa capo di una insurrezione nel sud del Messico. Le richieste zapatiste, che consistevano in una radicale riforma agraria, furono rifiutate dai successori di Porfirio Diaz.
Dopo l'assassinio di Francisco Indalecio Madero e la presa del potere del generale Victoriano Huerta la lotta armata si fece più dura e Zapata fu uno dei capi rivoluzionari più importanti, riuscì a introdurre importanti riforme nello stato di Morelos, che lo opposero al nuovo presidente Venustiano Carranza. Quest'ultimo riuscì a sconfiggere Zapata e lo fece uccidere.
Zapata fu l'autore del piano di Ayala, con il quale si esigeva la riforma agraria e la destituzione di Madero. Fu presente alla Convenzione di Aguascalientes del 1914, nella quale i tre maggiori gruppi che parteciparono alla Rivoluzione messicana tentarono di ridurre le loro differenze.
Questa convenzione adottò il piano di Ayala ed elesse Eulalio Gutierrez come presidente provvisorio. I gruppi diretti da Pancho Villa e Zapata accettarono i risultati della convenzione; lo stesso non fece il gruppo del generale Venustiano Carranza e questo provocò la prosecuzione della guerra civile.
È una figura mitica nell'immaginario rivoluzionario messicano, prova ne è il fatto che l'insurrezione nello stato del Chiapas degli anni '90 guidata dal subcomandante Marcos, si richiama alla sua figura, tanto nel nome dell'esercito, chiamato Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale quanto nel riproporre una convenzione ad Aguascalientes.
Dopo la sua morte per molti anni in Messico ci furono voci che dicevano che Zapata fosse ancora vivo.