Fara Filiorum Petri
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Paese: | Italia |
Regione: | Abruzzo |
Provincia: | Chieti di Chieti (CH ) |
Latitudine: | 42° 15‘ Nord |
Longitudine: | 14° 11‘ Est |
Altitudine: | 227 m s.l.m. |
Superficie: | 14 km2 |
Popolazione: - Totale - Densità | 1.952 139 ab/km2 |
Frazioni: | |
Comuni limitrofi: | |
CAP: | 66010 |
Prefisso telefonico | 0871 |
Codice ISTAT: | 069030 |
Codice fiscale: | |
Abitanti (nome): | Faresi |
Sito istituzionale: | comunefarafiliorumpetri |
Fara Filiorum Petri è un comune di 1.952 abitanti della provincia di Chieti.
Nel cuore dell’Abruzzo, alle porte del Parco Nazionale della Maiella, immerso nel verde delle colline e circondato dal fiume Foro, sorge un piccolo paese di origini longobarde: Fara Filiorum Petri.
La particolare posizione “arroccata” del centro del paese, fa subito intuire le sua antica origine, risalente al periodo altomedievale. Furono i barbari longobardi a fondare il primo nucleo, scegliendo la zona in base ai classici fattori quali posizione facilmente difendibile, nonché vicinanza di un corso d’acqua.
Ancora oggi Fara viene scelta dalla fiorente industria locale per il suo insediamento, grazie alla vicinanza del corso d’acqua, nonché alla presenza di una importante via di comunicazione con la città. Inoltre la favorevole posizione geografica, che la pone al centro di paesi pi piccoli quali Casacanditella, Rapino, Pretoro e Roccamontepiano favorisce notevolmente il commercio e l’industria alberghiera locale.
La sua estensione di circa 18,4 Km2, divisa in contrade: Madonna del Ponte, Colli, Mandrone, S. Eufemia, Pagnotto, Forma, Vicende, Crepaci, Campo Lungo, Colle Anzolino, Colle San Donato, Sant’Antonio,Giardino e Piane. Gli abitanti sono circa duemila.
L’altitudine di 210 m. la pone alla base della Maiella, una delle montagne pi alte dell’appennino italiano. La presenza del parco naturale e delle strutture sciistiche offrono una serie di attività in grado di saziare anche il turista pi esigente.
Fara vista dal suo lago
Table of contents |
2 Manifestazioni caratteristiche 3 Fara Longobardorum 4 La farchie 5 Calendario delle festività di Fara F. P. 6 Credits |
Il mercato
Il ‘900 fu per Fara un periodo di grandi novità.
L’autorevole sindaco musicista Gian Battista Sigismondi, in carica dal 1905 al 1910, al fine di promuovere l’economia locale e quella vicina, nel 1907 istituì il mercato settimanale.
Infatti, Fara da quasi un secolo, il mercoledì ospita il mercato settimanale quasi a rimarcare, nel tempo, la sua caratteristica di luogo di incontro, di scambio di prodotti, di servizi, di idee e di culture.
Il centro storico, nelle sue piazze e sotto i muraglioni si anima di mercanti provenienti da fuori paese e l'affluenza dei faresi e degli abitanti dei comuni limitrofi concorrono a creare un'atmosfera quasi festosa.
In questa foto scattata dai muraglioni possibile vedere il mercato,la villa comunale(a sinistra del mercato),il fiume Foro(estrema sinistra),lo Stadio e in lontananza la Maiella innevata
Manifestazioni caratteristiche
Fara Longobardorum
La manifestazione relativa a “Fara Longobardorum” un programma che si svolge nel centro storico di Fara Filiorum Petri. Questo progetto nasce dal contesto storico dell'invasione longobarda in Italia, e intende dare rilievo proprio alle origini longobarde di Fara Filiorum Petri. Partendo da una accurata ed esaustiva analisi storica di quel periodo, vuole ricreare nel paese scene e momenti della vita quotidiana di una "Fara longobarda", con angoli caratteristici, personaggi storici, musica e cibo.
Il progetto prende corpo in una manifestazione, programmata nell'ambito degli eventi estivi, organizzata in modo da collocarsi allo stesso livello qualitativo e di affluenza della festa delle "farchie" del mese di gennaio e che, come questa, possa diventare un appuntamento di richiamo turistico costante nel tempo.
È previsto un convegno nazionale dal tema “L’invasione longobarda in Italia”, con la partecipazione di studiosi e storici del periodo longobardo in collaborazione con docenti universitari di storia.
I.Optatus Venis - Benvenuto e accoglienza II.Apud Rosmundam: Vinum Atrum III.Apud Rosmundam: Vinum Atrum (Ingresso secondario) IV.Taverna Godeberti V.Mestiere: Vasaio VI.Abemus Aribertum - Locanda del Re VII.Mestiere: Ducis moneta - Zecca Ducale VIII. Apud Agilulfum Manebimus Optime IX. Mestiere: Fabbro X.Dulcis in fundo - Dolceria di Teodolinda R.Luogo Esibizione Teatrale B.Bagni Pubblici P.Parcheggi |
La farchie
Nel primo pomeriggio del 16 gennaio, i faresi ripetono il centenario rito del trasporto delle farchie: accompagnarle dalla propria contrada al piazzale antistante la chiesetta di S. Antonio Abate (dinanzi il cimitero), innalzarle ed incendiarle.
Il trasporto avviene per mezzo di trattori meticolosamente adornati per l’occasione con stendardi colorati e l’immancabile quadretto raffigurante il Santo Patrono, oppure, nelle contrade pi numerose, la farchia trasportata “a spalla” dagli stessi contradaioli.
Quando la farchia trasportata con un trattore, sul carro salgono sempre almeno un suonatore ed una pluralità di cantori, mentre quando il trasporto avviene “a spalla”, sulla farchia salgono un solo suonatore ed un cantore.
I suoni, i canti e le voci affaticate dei farchiaioli che cercano il cambio nel trasporto della farchia o gridano agli spettatori di fare attenzione e di lasciarli passare, fanno di questa processione uno spettacolo di rara suggestione e bellezza.
Una volta giunti a destinazione le farchie verranno erette, dapprima a forza di braccia e successivamente con l’ausilio di scale, sartie e filagne. Quando le
farchie saranno definitivamente poste in verticale, l’entusiasmo dei lavoratori esplode al grido propiziatorio di “Eh Sand’Antoneee!!”.
L’accensione dei giganteschi fasci il momento culminante della cerimonia. Essa avviene con i fuochi d’artificio in un’assordante cornice di botti e colori, e soprattutto sotto lo sguardo inquisitore delle contrade nemiche, pronte a criticare la minima imperfezione della farchia appena eretta e ancor di pi, pronte a fischiare, in segno sberleffo e di sfottò, la temutissima interruzione della raffica di spari che funge da miccia all’accensione del gigante di canne.
Dopo che tutte le farchie sono accese, la competizione tra le contrade ormai finita e lascia spazio ai canti, ai dolci e soprattutto al vino, fino a quando non si tornerà nelle proprie contrade a veder ardere e consumarsi la farchia che con il suo inesorabile bruciare esaurisce con sé la festa di S. Antonio.
Il canto di Sant'Antonio (durante la festa delle farchie)
Na donne bbon cristiane va pell’acque a la fundane la tine d’acqua s’impieve da ‘ggiutare cane’ mpoteve
Li sante l’ha chiamate
Se io t’aia ‘iutà
Vénne l’ore de parturire
Sant’andonie piccole ére
Sant’Andonie a la scol’arisceve
Eie disse bbon ragazze
La mamma s che le capve
Eh non nnate e non create
E la sere a la matine
Mamma mamma statte cundnde
Me veste da rumite
A lu mezze de la strade
Send’Andonie nghe l‘ungine
Sand’Andonie di bbon core
Se a ecc m’aja da stà
Tutte ciuce che ‘ndreve e sceve
N’emma fatte nu miglione
Tutti li ciuce vuleve scappà
Tutte li ciuce faceva cungresse
Se da cche me n’aia dajj
La scritture faveze ere
Li chiasmise a alta voce
‘Mbaradise le fece ndrà
Finito il nostro canto | Una donna molto cristiana va a prendere l'acqua dalla fontana Ma il secchio dell'acqua si riempiva a tal punto che non lo poteva alzare
I santi in aiuto chiamò
(Diavolo):
Quando partorì
Sant'Antonio piccolo era
Sant'Antonio di scuola usciva
La mamma che aveva capito
(Mamma)
(Mamma)
(Sant'Antonio)
(Sant'Antonio)
Al centro della strada
Sant'Antonio con l'uncino
Sant'Antonio senza paura
(Sant'Antonio)
A tutti i diavolo che entravano e uscivano
(Diavoli)< ne abbiamo fatte a milioni
Tutti i diavoli volevano scappare
Tutti i diavoli si riunirono:
(Sant'Antonio)
La preghiera era falsa
Lo chiamò ad alta voce
In paradiso lo fece entrare!
E' finito il nostro canto |
Calendario delle festività di Fara F. P.
Credits
Si ringraziano per il materiale fornito il sito http://www.farchie.too.it e tutto il popolo di Fara F.P.