Fernand Léger
Fernand Léger (4 febbraio 1881, Argentan – 17 agosto 1955, Gif-sur-Yvette) pittore francese.
Joseph Fernand Henri Léger nasce il 4 febbraio 1881 ad Argentan, figlio di contadini normanni.
Nel 1900 si trasferisce a Parigi, dove lavora in uno studio di architettura e studia alla Scuola di arti decorative.
Nel 1911 presenta al Salon des Indépendants alcune opere vicine al cubismo, ottenendo pesanti critiche.
L'evoluzione del suo stile risente del vivace clima artistico parigino del periodo: si ispira dapprima a Paul Cézanne, poi ai fauve, infine, dopo aver conosciuto Georges Braque e Pablo Picasso, si avvicina al cubismo.
La sua rilettura del cubismo caratterizzata dal particolare ritmo delle linee e delle superfici colorate, libere dagli elementi figurativi e dallo spazio del dipinto, che cessa di essere lo specchio della realtà per arrivare ad una propria dimensione autonoma.
La verosimiglianza non pi il criterio fondamentale, l'artista colloca liberamente le forme e i colori secondo la propria sensibilità interiore.
La lettura del quadro non per niente facile: si riconoscono ancora frammenti di personaggi, case e alberi, ma l'insieme stravolto dal turbinio dinamico delle forme.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, Léger richiamato alle armi e a Verdun rimane intossicato dai gas.
Durante la convalescenza si riavvicina al cubismo e si interessa al mondo delle industrie e del lavoro: l'artista si trasforma in un costruttore particolare, il cui obiettivo non di realizzare un motore che funzioni, ma che obbedisca a leggi plastiche ed estetiche.
In questa opere la presenza umana lascia spazio alle macchine, frutto del lavoro dell'uomo e della tecnologia e simbolo della civiltà del nuovo secolo.
In questa concezione riecheggia uno dei capisaldi del futurismo, secondo cui la nuova arte doveva sostituire la poetica del soggetto e dell’introspezione decadente con la nuova filosofia dell'oggetto, esaltandone l'energia e il dinamismo.
Alla fine della guerra, Léger si occupa di pittura, composizioni murali, arazzi, mosaici, sculture, ceramiche; collabora a scenografie e a costumi di spettacoli teatrali; nel 1924 produce il film d’animazione “Ballet mécanique”.
In questo periodo la semplificazione delle forme giunge alle sue estreme conseguenze: esse perdono ogni riferimento con la realtà esterna e si trasformano in spazi uniformemente colorati e illuminati da una luce piena.
La sua arte non una creazione spontanea o un'intuizione improvvisa; Léger parte da una serie di disegni e progetti ed elabora delle varianti, prima di approdare alla versione definitiva.
Proprio mentre giunge alla completa dissoluzione delle forme, l'artista recupera la figura umana, non pi presenza reale o verosimile, ma passata anch'essa attraverso un processo di semplificazione geometrica.
Il risultato di un rigoroso ascetismo, in cui gli oggetti perdono consistenza materiale per ridursi alla loro funzione simbolica.
Così i personaggi sono del tutto privi di individualità e di espressione, trasformati in emblemi, come aveva fatto, secoli prima, l'arte bizantina.
Nel secondo dopoguerra Léger si dedica ai cicli intitolati "I costruttori" e “Il circo".
Muore a Gif-sur-Yvette il 17 agosto 1955.