Guitto
Genericamente, il termine aggettiva la condizione di chi vive in maniera misera e sporca.
Ettore Petrolini
In gergo teatrale, guitto viene definito - in senso abbastanza dispregiativo - un attore di basso livello e poco preparato la cui recitazione è comunque fuori dalle righe. Solitamente nomade, il guitto nell'antichità si trasferiva da una località all'altra seguendo le compagnie di giro. In tempi più recenti guitti sono stati considerati gli attori di rivista e di avanspettacolo.
Tuttavia - specie nei tempi più recenti - il guitto non è (o non è stato) un attore di categoria inferiore; anzi, tutt'altro. Infatti, se fatta derivare dall'antica Commedia dell'arte (che ha generato una serie infinita di macchiette, specialmente napoletane), la figura ne esce sicuramente nobilitata diventando un modello di recitazione.
Ne sono un esempio, su tutti, Ettore Petrolini e - per le doti mattatoriali e la bravura - Vittorio Gassmann. In questo senso maggior lustro al termine deriverebbe ancora se si includessero i nomi di attori popolarissimi come Totò, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Mario Carotenuto, Alberto Lionello, Gigi Proietti, Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello Enrico Montesano, Paolo Villaggio, Carlo Verdone oppure quello del semplice Arlecchino.
In definitiva, eredi diretti dei guitti possono considerarsi molti attori, e attrici (Franca Valeri, Bice Valori, Sabina Guzzanti, Luciana Littizzetto, Paola Cortellesi), solitamente considerati appartenere alla categoria dei comici.
vedi anche:
- Attori celebri
- Attori comici