Lao Tzu
Lao Tzu, assieme ad altri tipi di trascrizione quali Lao Tzè o Lao Zi, viene così indicato uno dei maggiori pensatori che l'umanità abbia mai conosciuto. La scuola di pensiero oggi maggiormente accreditata, ritiene che un personaggio che corrisponda a Lao Tzu sia in effetti mai esistito e quindi frutto di leggende antichissime.In pratica la cosa poco importa, importa invece che a Lao Tzu venga attribuita in qualche modo la produzione di un testo fondamentale detto: "Tao Te Ching" (pronuncia: dao de gingh). Il libro in questione si compone di una settantina di capitoletti e per la sua difficoltà di interpretazione ha fatto sudare le fatidiche sette camicie ad eserciti di commentatori e studiosi. Sicuramente, in questo preciso momento, si può scommettere che in Cina, in particolare, ma anche in tutto il resto del mondo, vi sia qualcuno che si affanna a stendere dei commenti sul Tao Te Ching aggiungendoli alla sterminata biblioteca che in materia nel tempo si è accumulata. Il libro è oscurissimo, criptico, a volte ambiguo. Come doveva essere l'autore. Però al contempo possiede un suo fascino al quale è difficile sottrarsi anche per chi si avvicina senza particolari preparazioni. Alla fine della sua lettura si sarebbe tentati di esprimere un giudizio che, parafrasando un famoso commento di un critico cinematografico circa un nuovo film ("Non l'ho visto, ma non mi piace!"), può benissimo suonare così: "Non l'ho capito, ma mi piace!".
Ritornando al suo ipotetico autore diciamo ciò che si è andato nel tempo a costruire sulla sua vita. Il tempo in cui vive Er Li Tan (tale dovrebbe essere stato il vero nome), è un secolo prodigo di grandi pensatori che, inspiegabilmente, vedono la luce in tutto il mondo occidentale ed orientale quasi contemporaneamente. Siamo attorno al 500 avanti Cristo e mentre ad Atene abbiamo l'esplosione incontenibile del grande pensiero greco di cui tutto sappiamo, nel vicino oriente lascia la sua traccia importante Zarathustra. Spostandoci verso l'India troviamo Gautama Buddha, ed in Cina Confucio e Lao Tzu, oltre ad altri minori. Oscuro, e tale aggettivo, nel caso, è quanto mai approppriato, bibliotecario nel regno dei Chi. Vive schivo ed in disparte dal mondo. L'unico episodio di un certo rilievo, del tutto inventato, sembrerebbe essere stato un incontro con Confucio. Questi commentò: "Grande uomo ma incomprensibile a chi lo interpella perché sembra volare come un uccello sulle nuvole". Per tutta la vita non scrive niente e forse si lascia scappare solo qualche frase che gli conferiscono però una certa qual mal sopportata notorietà . Il suo pensiero fa perno su un concetto base: "L'uomo anche quando è animato dai migliori propositi, nel voler fare, finisce inevitabilmente per combinare guai. O per meglio dire, più che nel fare potremmo dire: nell'interferire con il corso degli eventi naturali". Il miglior principe è quello che non si intromette continuamente nelle vicende del suo popolo. Il suo esserci non è un'assenza e disinteresse, ma un agire al giusto minimo indispensabile, uniformandosi agli eventi più che a piegarli cocciutamente verso corsi diversi; sorveglia, si occupa ma non costringe mai, non forza mai, non interviene mai con opinioni o azioni che non si conformino al corso naturale delle cose. È la linea del Wu Wei ovvero potremmo dire della "Non Interferenza" più che della "Non Azione" come comunemente viene tradotta. Esiste un modo per comportarsi, una via da percorrere in aderenza a quel modo, una virtù da tenere alta per illuminare la via. Tutto il resto poco conta: non conta il numero di allievi (Lao Tzu non ne ha neanche uno, quando quelli di Confucio superano i 2.000) non conta il successo, la fama, gli onori, la cultura (Lao Tzu vuole che il popolo viva in una condizione di beata felice ignoranza). Non contano i rapporti sociali, la patria e l'onore agli antenati. Gli uomini più che altro vanno evitati: è puro tempo perso il cercare di migliorarli, si vedono pochi timidi progressi, dopo tanto faticare, che non ripagano gli sforzi fatti: "Come spalar acqua con un tridente". Consequenzialmente Lao Tzu ad un certo momento della sua vita molla tutto e sul dorso di una vecchia bufala grigia cerca di uscire dal suo mondo e far scomparire per sempre le sue tracce. Al varcare dei confini dello stato dei Chi incontra il guardiano della Porta Occidentale che lo ferma e tra le preghiere e le minacce gli fa scrivere i 5.000 pittogrammi che comporranno il Tao Te Ching. Lao Tzu, in un certo senso rinnegando praticamente con lo scrivere proprio l'essenza del suo pensiero, lascia il suo testo su tavolette di bambù al guardiano e scompare verso occidente. Lo storico Ssu Ma Chien vissuto 300 anni dopo ci lascia preziosa traccia della vita del grande pensatore concludendo opportunamente che il personaggio in questione "Amava l'ombra più della luce".