Lotta per le investiture
La lotta per le investiture contrappose il papato e l'impero nei secoli XI e XII, per la preminenza papale o imperiale nella cerimonia in cui vescovi ed abati ricevevano le cariche del loro ufficio. Secondo Dante, la lotta per le investiture è un problema che riguarda, come li definisce, i due Soli, l'uno ha bisogno dell'altro: il pontefice e l'imperatore.L'uso dell'investitura si affermò nel primo Medioevo con Ottone I di Sassonia, quando si diffuse l'uso di investire di un feudo gli ecclesiastici, essendo ormai invalsa l'ereditarietà dei feudi, ciò consentiva al sovrano di riappropriarsi del feudo alla morte del vescovo-conte, che non poteva riconoscere ufficialmente gli eventuali figli. Con tale prassi, il signore laico conferiva all'ecclesiastico un feudo e la funzione religiosa legata al feudo stesso. La prassi fu conseguenza del sistema feudale, per il quale i prelati erano spesso feudatari secolari e quindi vassalli dell'imperatore, ovviamente, i principi laici erano più interessati alla fedeltà di vescovi e abati nei propri confronti che alla loro rettitudine morale.
Nell'XI secolo, in alcune regioni della Francia e della Germania si sviluppò un movimento di riforma della Chiesa che propugnava il rinnovamento spirituale contro la corruzione e l'immoralità del clero, condannando l'investitura di benefici ecclesiastici da parte di sovrani laici, la simonia (commercio di cariche ecclesiastiche) e il concubinato. Il movimento riformista ebbe il sostegno di Papa Leone IX (1049-1054).
I vescovi-conti (visconti) volevano essere scelti (investiti) sia dal Papa, in quanto erano uomini religiosi, sia dall'imperatore poichè suoi feudatari. La lotta tra papato e impero cominciò con Papa Niccolò II, eletto nel 1059, egli condannò l'investitura laica ed escluse l'imperatore dalla partecipazione attiva all'elezione del pontefice, diritto che Enrico III era riuscito a imporre a Papa Clemente II. Niccolò II vietò all'imperatore di interferire nell'elezione del Papa e affermò che i vescovi-conti dovevano essere investiti solo dal Papa. Papa Gregorio VII, emise nel 1075 il famoso Dictatus Papae, che sottraeva i vescovi al controllo imperiale. La lotta divenne aspra tra lui e l'imperatore Enrico IV, che radunò i vescovi a lui fedeli i quali deposero il Papa. Gregorio a sua volta scomunicò l'imperatore.
Per timore di perdere il suo prestigio Enrico IV, si recò nel 1077, in gennaio, vestito di semplice lana, davanti al castello di Canossa per ottenere la mediazione della contessa Matilde, (giovane vedova che aveva ereditato il feudo dal marito) per ottenere il perdono del Papa. Ottenutolo, la questione non fu risolta, i due avversari continuarono a osteggiarsi fino alla morte di Gregorio VII (1085). Nel frattempo Enrico IV aveva eletto un antipapa, Guiberto di Ravenna e il Papa l'aveva nuovamente scomunicato. Sucessivamente Enrico IV tentò più volte di fiaccare la resistenza di Matilde di Canossa minacciando le sue terre, nel 1089 Matilde sposò in seconde nozze Guelfo V di Baviera, principe Germanico, il che la rese molto più potente. Il Papa Urbano II continuò a osteggiare Enrico IV e la lotta per le investiture continuò ancora.
I successori di Gregorio furono più inclini al compromesso, limitandosi a pretendere che i sovrani laici non attribuissero uffici spirituali, mentre per i regnanti era fondamentale che i vescovi investiti del potere temporale riconoscessero l'autorità del sovrano. Il concordato di Worms del 1122 concluso tra Papa Callisto V ed Enrico V rappresentò un modello per gli sviluppi successivi delle relazioni tra la Chiesa e l'impero. Secondo il concordato, la Chiesa aveva il diritto di nominare i vescovi, quindi l'investitura con anello e pastorale doveva essere ecclesiastica. Le nomine, tuttavia, dovevano avvenire alla presenza dell'imperatore, o di un suo rappresentante, che attribuiva le terre e le entrate legate all'episcopato mediante l'investitura con lo scettro, un simbolo privo di connotazione spirituale. Nonostante il concordato, la Chiesa nel Medioevo non ottenne mai un controllo completo nella nomina dei vescovi. Le basi per la progressiva divisione dei poteri era stata gettata.