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Marinisti

I lirici del ‘600 aderirono generalmente alla poetica di Giovan Battista Marino (meraviglia, virtuosismo descrittivo e stilistico, metafore inusitate). La poesia dei Marinisti fu mediocre, però questi poeti cercarono di rinnovare il gusto, i temi ed il linguaggio della lirica italiana. La scuola dei marinisti si pone all'interno del fenomeno del barocchismo. L’amore fu rappresentato in maniera nuova, infatti la lirica amorosa del ‘600 non è mai voce di un intimo sentimento, bensì è pretesto di omaggi galanti, raffinati, divertiti, oppure si cimenta in virtuosistici ritratti femminili che ritraggono la donna negli atteggiamenti quotidiani, ed a volte la ritrae anche brutta o sfiorita. La lirica dei Marinisti rappresenta la vita e le cose di tutti i giorni col gusto del raro, del difficile, dell’intentato, quasi con stupore fiabesco. A tratti affiorano il senso di precarietà e l’inquietudine, che spingono l’uomo a cercare conforto nei sensi, come unico mezzo per affermare la consistenza elle cose. Da tale insicurezza esistenziale hanno origine le liriche meditative pervase dal senso della morte e dalla malinconia.

Alcuni marinisti

  • Claudio Achillini
  • Giacomo Lubrano
  • Federico Meninni
  • Antonio Muscettola
  • Anton Maria Narducci
  • Ciro di Pers
  • Girolamo Preti
  • Tommaso Stigliani

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