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Peccato originale

Nella teologia cristiana, per peccato originale si intende il peccato commesso dai progenitori Adamo ed Eva e trasmesso in vario modo alla discendenza. Relativamente alle modalità della trasmissione degli effetti del peccato originale nella stirpe umana, esistono differenti opinioni fra le diverse chiese cristiane e spesso anche fra autori all'interno di una stessa chiesa.

Il peccato originale è questione teologica annoverata nel bagaglio di diverse religioni riguardo tre aspetti sostanziali: l'universalità, l'ereditarietà e l'originalità della colpa. Una lettura storico critica della bibbia ha colto forti analogie con i miti delle origini e di un'età dell'oro perduta, presenti presso altri popoli. Molte chiese, pur riconoscendo l'allegoricità del racconto, riconoscono ad esso una verità spirituale almeno per quanto attiene la sfera della fede e del destino umano ultraterreno; secondo l'interpretazione cattolica, l'intera specie umana erediterebbe dall'inizio alla fine dei giorni una inclinazione al male derivato dal peccato commesso dai progenitori Adamo ed Eva.

L'attributo "originale" sottolinea che è stato commesso all'origine della specie umana, appunto da Adamo che in ebraico vuol dire "primo uomo" e da Eva che in ebraico vuol dire "prima donna". La colpa che ereditiamo è il peccato di superbia di chi ha voluto mangiare dell'albero della conoscenza del bene e del male. La fantasia popolare si è concentrata sulla storia del frutto proibito, dimenticando in parte ciò che nella Bibbia è detto chiaramente nel testo ebraico originario: la mela rappresenta il frutto della conoscenza del bene e del male.
La colpa sarebbe quindi aver voluto conoscere il male e il bene: la conoscenza del male è la premessa indispensabile per farlo e segna l'inizio del peccato.

Immagine di Dio, ignoranza del male

La narrazione biblica nella Genesi per cui l'uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio rendeva poco chiaro perché sia stato considerato peccato la volontà di conoscenza del bene e del male, che a Dio sono noti.

Sant'Agostino tentò una conciliazione per la quale l'uomo è stato creato simile a Dio, ma non in tutto, mentre Dio conosce il male, ma in quanto amore non può fare il male. Dio, dunque, non è libero ed è "costretto" a fare il bene. L'uomo conosce il male e può farlo, mentre Dio non può; il primo è stato creato con il libero arbitrio di conoscere e fare sia il male che il bene. Infine insegnare a fare il male è una colpa quanto farlo. Perciò, Dio non ha insegnato il male, ma ha lasciato la possibilità e la responsabilità all'uomo di conoscerlo.

L'ereditarietà del peccato originale

Urtava la sensibilità di Sant'Agostino l'idea che i figli pagassero per le colpe dei padri (elemento tragico sentito anche nel teatro greco): la colpa è individuale secondo la nostra concezione del diritto e non c'è ereditarietà dei meriti e delle colpe. In alcune parti della bibbia vi è un'idea di responsabilità solidale di tutti, oltre che di responsabilità individuale. Agostino fece notare che, anche non ereditando da Adamo ed Eva, ciascuno ripete individualmente nella propria vita la volontà di conoscere il male e quindi il peccato originale.


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