Takeshi Kitano
- "Non sono il migliore in alcuna delle cose che faccio, ma nessuno è migliore di me nel farne così tante"
- (Takeshi Kitano)
Table of contents |
2 Il primo esordio 3 Il secondo esordio 4 L'incidente 5 Tematiche 6 Film diretti e scritti 7 Film in cui compare solo come attore 8 Bibliografia 9 Link |
La formazione
La sua prima esperienza artistica risale al 1973 al Français, un locale di spogliarello di Asakusa, un quartiere di Tokyo. Nel locale, fra un numero di spogliarello e l'altro, si esibiscono dei comici di cabaret. Una sera il compagno di uno dei comici non può salire sul palco, e così viene chiamato il giovane Kitano a sostituirlo.
Da allora il regista rimane per molti anni in quel locale, dove impara la danza, la recitazione e tutto il teatro satirico classico giapponese, sotto l'ala protettrice del famoso comico Senzaburo Fukami. Kitano stesso racconterà questa sua esperienza formativa in Asakusa Kid, uno dei suoi tanti romanzi, così come gli servirà da ispirazione per il suo film Kids Return.
Una volta abbandonato il Français, Kitano ed un suo amico, Kaneko Kiyoshi, formano il gruppo chiamato Two Beats specializzandosi in manzai, numeri comici a due tipici giapponesi. Anche dopo quella esperienza, Kitano ha voluto mantenere il nome d'arte che aveva in quel gruppo, scegliendo di firmare Beat Takeshi le sue prove da attore cinematografico.
Il primo esordio
Dopo una gavetta nel mondo del cinema, fra cui degno di nota è Furyo (Merry Christmas, Mr. Lawrence, 1983) di Nagisa Oshima, Kitano viene scritturato per il ruolo da protagonista in Violent Cop (Sono otoko, kyobo ni tsuki [che può essere tradotto con "Attenzione, quest'uomo è pericoloso!"]). Il film nasce come violento poliziesco sulle orme dello stile statunitense, con Kinji Fukasaku alla regia e Beat Takeshi nel ruolo del tipico poliziotto solitario e giustiziere. Per motivi non specificati, Fukasaku rinuncia alla regia, e Kitano chiede alla produzione di potersi cimentare lui. La motivazione è semplice: non l'ha mai fatto e vorrebbe provare.
Il suo passato da cabarettista e poi da comico televisivo non l'aiutano certo in questa impresa, soprattutto nei confronti della critica. Ma Kitano ama fare cose diverse fra loro.
Una volta avuta la regia di Violent Cop, Kitano si appropria del film girandolo secondo i suoi gusti. Invece di un classico film sulla yakuza tipicamente giapponese, o di un poliziesco all'americana, il regista gira un film intenso, intriso di violenza e di passione. Nel film il protagonista ha una sorella disagiata mentale che tratta con una dolcezza che stride con la violenza con cui invece tratta i malviventi. Ma la violenza di Kitano non è mai fine a se stessa, non è mai spettacolare. Il regista stesso dirà , in più interviste, che la sua è una violenza "dolorosa", improvvisa e spaventosa, una violenza che non fa venire voglia di imitarla, bensì di fuggirne.
Alla sua uscita nelle sale giapponesi, nel 1989, il film passa quasi inosservato. La figura di Kitano violento e sofferente giustiziere stride molto con l'immagine di Kitano comico e intrattenitore, ed il pubblico è disorientato, così come la critica.
Il secondo esordio
Vincenzo Buccheri ha definito il film Boiling Point - I nuovi gangster (3-4x jugatsu, 1990) una "seconda opera prima" di Kitano, in quanto è con questo suo secondo film che il regista ha quella completa libertà d'espressione che gli era mancata con Violent Cop l'anno precedente.
Nel film si ritrovano in auge tutti quegli elementi che diverranno tipici di Kitano: le immagini presentate come veri e propri quadri multicolori, lo scorrere lento della storia per poi precipitare in picchi di azione, ma soprattutto l'umorismo irresistibile di alcune situazioni comiche poste in momenti strategici del film, quando cioè sono inaspettate.
Mentre Violent Cop è un film cupo e triste, Boiling Point mostra quell'equilibrio fra leggerezza e profondità che diverrà il fiore all'occhiello del regista giapponese. La sua interpretazione dello yakuza un po' maldestro non raggiunge mai il pathos di Azuma, il poliziotto del suo film precedente, ma è lo stesso efficace.
L'incidente
Il 2 agosto 1994 il regista è vittima di un violento incidente motociclistico, a causa del quale dovrà subire un pesante intervento di chirurgia estetica al volto, il qule contribuirà a rendere particolarissima la sua espressività . Durante la lunga convalescenza, Kitano si appassiona alla pittura, dipingendo molte delle opere che si possono vedere nel suo film Hana-Bi - Fiori di fuoco.
Il regista ha una figlia, la cantante Shoko Kitano, di cui ha anche diretto un videoclip musicale, la quale fa una piccola partecipazione nel film Hana-Bi - Fiori di fuoco: è la bambina con l'aquilone che si vede nel finale.
Zatôichi (2003) riprende un telefilm giapponese classico che ha per protagonista un samurai cieco interpretato al cinema proprio da Beat Takeshi.
L'umorismo di Kitano è nichilista, i silenzi frequenti carichi di disperazione e frustrazione, le scene di violenza molto autoironiche alimentano il diffuso senso di irrealtà .
Tematiche
Nei film di Kitano la yazuka è un elemento assolutamente ricorrente così come lo sono il mare la disgrazia fisica ed il suicidio (a cui molto spesso i suoi protagonisti fanno ricorso). L'eroe di Kitano è molto spesso un invincibile vendicatore la cui giustizia cruda e discutibile è portata avanti in modo inesorabile. Il regista critica da vicino la società giapponese di cui spesso fornisce una parodia.Film diretti e scritti
Film in cui compare solo come attore
(Solo titoli usciti in Italia)
Bibliografia
Link
vedi anche:
link esterni: