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Uberto de' OlevanoUberto de' Olevano fu consigliere e fiduciario di Federico Barbarossa a cui nel 1164 l'Imperatore conferì i feudi di Olevano , Mortara , Torretta, Rovertino ed Erbamara, come compenso dei suoi servigi. Torretta faceva parte di Cergnago; Rovertino (o Roventino) era un podere tra Mortara e Tromello; Erbamala si trova sul confine tra Olevano e Cergnago: qui (odierna cascina Badia) Uberto fondava nel 1170 la Vallombrosana Abbazia di Erbamara o Erbamala, nota dissodatrice di terreni. Il feudo mortarese fu comunque tolto ad Uberto l'anno seguente (1165) per essere ceduto a Guglielmo il Vecchio di Monferrato, cognato del Barbarossa. Vari documenti danno vita alla multiforme attività di figura di primo piano di Uberto, sia come uomo politico, sia come giurista, negoziatore, ammiraglio. Fu dei maggiorenti che ebbero la responsabilità delle direttive politiche del forte comune di Pavia e, come tale, strenuo difensore dell'idea imperiale. Nel 1192 seguì poi nella riconquista del mezzogiorno d'Italia, di Napoli e della Sicilia. Nulla si sa della sua fine.
Da Uberto de' Olevano prese origine la potente famiglia dei nobili Olevano che ebbero gran voce nelle vicende di Pavia e del suo contado fino al secolo XVIII. Feudatari di numerose località del pavese e della Lomellina , persero i loro diritti feudali probabilmente nel corso del XV secolo, mantenendo sempre i loro possedimenti territoriali ad Olevano e in tutte le località circostanti, da Mortara a Ceretto, da Cergnago a Campalestro, dominando ininterrottamente dal poderoso fortilizio olevanese, che più volte ricostruirono ed ampliarono. Nella famiglia si annoverano numerosi personaggi illustri come Antonio (ricordato in documenti del 1387 e del 1421), governatore di Alessandria e capitano dei Militi Catafratti; Bartolomeo II (citato nel 1494) ambasciatore presso Ludovico XII di Francia; Bartolomeo III, prefetto di Mortara e Novara durante la dominazione di Carlo V , maestro dei militi ed ambasciatore di Filippo II ; Paolo Alessandro (secolo XVII) Console dei Conti Palatini investito più volte da Ferdinando III; Bartolomeo IV, senatore di Milano, che, verso la fine del '600, meritò per la famiglia il titolo marchionale. Fu nel Settecento e con il marchese Gerolamo III che la presenza della famiglia Olevano si fece ancor più significativa nelle vicende pavesi, non solo in relazione alla vita politica, ma anche alla fiorente attività artistica a Pavia (Palazzo Olevano) e nel contado (Olevano, Cava Manara e Borgo San Siro) grazie all'architetto di fiducia Lorenzo Cassani .
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