Alessandro Severo
|
---|
Suo padre, Gessio Marciano, ebbe più volte l'incarico di procuratore imperiale; sua madre, Giulia Mamea, era figlia di Giulia Mesa e zia di Eliogabalo. Il suo nome di nascita era Bassiano, ma lo cambiò nel 221 quando sua nonna Mesa convinse l'imperatore Eliogabalo ad adottare suo cugino come successore e lo insignì del titolo di Cesare. L'anno successivo, l'11 marzo, Eliogabalo fu assassinato ed Alessandro fu proclamato imperatore dai Pretoriani ed accettato dal Senato.
Era un ragazzo semplice, amabile e bempensante, ma completamente controllato dalla madre, donna di molte virtù, che lo circondò di saggi consiglieri, incidendo sullo sviluppo del suo carattere, e determinando la conduzione dell'amministrazione, ma d'altro lato fu straordinariamente gelosa, e si alienò l'esercito per l'estrema parsimonia, mentre ne' lei ne' il figlio avevano la mano abbastanza forte da tenerne le redini. Gli ammutinamenti divennero frequenti in ogni parte dell'Impero; ed uno di questi fu sacrificata la vita del giurista e Prefetto dei pretoriani Ulpiano; un'altro fu causa del ritiro di Dio Cassio dal suo comando.
Nel complesso, tuttavia, il regno di Alessandro fu prospero almeno finché fu chiamato in oriente a fronteggiare il nuovo potere della Dinastia Sassanide. Della guerra che ne seguì abbiamo molti e vari resoconti; Mommsen pensa che sia stata poco favorevole ai Romani. Secondo i dispacci al Senato dello stesso Alessandro, egli ottenne grandi vittorie. A conti fatti, sebbene i Persiani fossero inquadrati per l'occasione, l'esercito romano mostrò una straordinaria caduta di disciplina. L'Imperatore rientrò a Roma e celebrò il trionfo nel 233, ma l'anno successivo fu chiamato in Gallia a fronteggiare l'invasione dei Germani, e qui venne ucciso (il 18 o 19 marzo del 235), insieme alla madre in un ammutinamento probabilmente capeggiato da Massimino Trace, un legionario della Tracia, che comunque si assicurò il trono.
Alessandro fu l'ultimo degli Imperatori "Siriani". Durante il suo regno, agendo, come avvenne in molte occasioni, sotto l'influenza della madre, fece molto in favore della morale e per migliorare le condizioni di vita del popolo. Suoi consiglieri furono uomini di gran valore: il famoso giurista Ulpiano, lo storico Dio Cassio, un selezionato comitato di sedici Senatori ed un consiglio municipale di quattordici Prefetti urbani che amministravano gli altrettanti distretti di Roma. Furono cancellati il lusso e la stravaganza che tanto avevano prevalso a corte; fu migliorato lo standard del conio; furono alleggerite le tasse; furono incoraggiate la letteratura, le arti e la scienza; fu aumentata l'assegnazione di terre ai soldati; e, nell'interesse del popolo, furono istituite agenzie di prestito a basso interesse.
Nelle questioni religiose Alessandro ebbe una mente aperta. Nella sua cappella privata aveva busti di Orfeo, Abramo, Apollonio di Tiana e di Gesù Cristo. Si dice che avrebbe voluto erigere un tempio al fondatore del Cristianesimo, ma ne fosse dissuaso dai sacerdoti pagani. Non c'è dubbio che se le sue molte ed eccellenti qualità fossero state supportate dall'energia e dalla forza di volontà necessarie al governo di un impero militate egli sarebbe stato uno dei più grandi fra gli Imperatori Romani.
Bibliografia
Si veda anche (in inglese) Genealogia della dinastia severiana
''La stesura iniziale di questo articolo proviene dall'ed. 1911 della Enciclopedia Britannica.
Imperatori Romani | ||
Preceduto da: Eliogabalo (218 - 222)) |
Alessandro Severo (222 - 235) |
Seguito da: Massimino Trace (235 - 238) |
Impero Romano |