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Impero romano

Questo articolo č parte della
serie Storia di Roma.
Fondazione di Roma
Regno Romano
Repubblica Romana
Impero Romano
Impero Romano d'Occidente
Impero Romano d'Oriente

L'Impero romano succedette alla Repubblica Romana, controllò il mondo Mediterraneo e gran parte del Nord Europa dopo il 31 AC. L'Ultimo Imperatore Romano nella metà occidentale dell'Impero fu deposto nel 476. La parte orientale dell'Impero sopravvisse senza interruzioni, ma con graduale perdita di territori fino al 1453 quando Costantinopoli cadde sotto il dominio dei Turchi (si veda Impero Bizantino). Gli stati successori in occidente (Regno franco e Sacro romano impero) ed in oriente (la Russia degli Zar) continuarono ad usare i titoli adottati dall'Impero romano, fino ai nostri giorni.

Influenze dell'Impero romano sul modo di governare, la legge, l'architettura e molti altri aspetti della vita risultano inevitabili. (In attesa di un articolo specifico in italiano si veda in inglese)

Table of contents
1 L'ascesa di Augusto e gli Imperatori Giulio-Claudi
2 Gli Imperatori Flavi
3 La tarda etĂ  imperiale
4 Storici antichi dell'Impero
5 Letteratura latina del periodo imperiale
6 Studi del XVIII secolo e XIX secolo
7 Studi moderni sull'Impero romano
8 Collegamenti esterni

L'ascesa di Augusto e gli Imperatori Giulio-Claudi

Quando la Repubblica Romana (509 AC - 31 AC) arrivò alla fine, Caio Ottaviano, pronipote di Giulio Cesare, rafforzò la sua posizione con la sconfitta del suo unico rivale per il potere, Marco Antonio, nella battaglia di Azio. Anni di guerra civile avevano lasciato Roma quasi senza legge. Tuttavia Roma non era ancora preparata ad accettare il controllo di un despota.

Ottaviano agì astutamente. Per prima cosa sciolse il suo esercito ed indisse elezioni. Ottaviano fu eletto alla prestigiosa carica di console. Nel 27 AC, ufficialmente restituì il potere al Senato di Roma, e si offrì di rinunciare alla sua personale supremazia militare ed egemonia sull'Egitto. Non solo il Senato respinse la proposta, ma gli fu anche dato il controllo della Spagna, Gallia e Siria. Poco dopo Il Senato gli concesse anche l'appellativo di Augusto.

Augusto sapeva che il potere necessario per un governo assoluto non sarebbe derivato dal consolato. Nel 23 AC, rinunciò a questa carica in favore di due centri di potere.

  • Primo, gli fu garantito l'incarico di tribuno, che gli permetteva di convocare il Senato e decidere e porre questioni avanti ad esso. PoichĂ© il tribunato era un incarico tradizionalmente associato con il popolo, questo consolidò ulteriormente il suo potere.
  • Secondo, ricevette, in forma di potere "imperiale" nuova autoritĂ  suprema in tutte le questioni riguardanti il governo del territorio.
Il 23 AC č l'anno nel quale usualmente si considera che Augusto assumesse la veste di Imperatore di Roma. Egli tuttavia piů tipicamente usò titoli come "Principe" o "Primo Cittadino".

L'Impero Romano ai Tempi di Traiano

Come Imperatore, Augusto organizzò le faccende dell'Impero con molta padronanza; si deve in larga misura al suo genio che l'Impero sia rimasto tanto a lungo come lo aveva strutturato lui. Augusto stabilì moneta e tassazione standardizzata; creò una struttura di servizio civile formata da cavalieri ed uomini liberi (in precedenza schiavi) e previde addirittura benefici di pensione per i soldati.

Egli fu maestro nella propaganda, e la sua sponsorizzazione degli scrittori Romani Orazio, Livio e soprattutto Virgilio, gli permise di rafforzare la sua posizione servendosi di prose e poesie. L'impiego da parte sua di giochi ed eventi speciali per celebrare se stesso e la sua famiglia, cementò la sua popolarità.

Augusto inoltre per primo creò un corpo di vigili del fuoco, ed una forza di polizia per Roma

Di fatto, il controllo che ebbe sull'Impero fu talmente assoluto che gli permise di nominare il successore, costume che a Roma era stato abbandonato fin dalla fondazione della Repubblica. Inizialmente le indicazioni puntavano verso il figlio di sua sorella Marcello, che aveva sposato la figlia di Augusto Giulia. Tuttavia questi morì avvelenato nel 23 AC. Le ipotesi degli storici che questo avvelenamento ed altre morti successive si dovessero alla moglie di Augusto Livia Drusilla, sono inconsistenti al massimo.

Dopo la morte di Marcello, Augusto maritò la figlia alla sua "mano destra", Marco Agrippa. Da questa unione provennero tre figli Caio Cesare, Lucio Cesare e Postumo Agrippa (chiamato così perché nato dopo la morte di Agrippa). L'intenzione di Augusto di fare suoi eredi i primi due, divenne evidente quando li adottò come suoi propri figli. Augusto mostrò anche favore per i suoi figliastri (figli del primo matrimonio di Livia) Nerone e Tiberio Claudio, dopo che questi ebbero conquistato gran parte dell'Europa Centrale.

Dopo la morte di Agrippa nel 12 AC, il figlio di Livia, Tiberio divorziò e sposò la vedova di Agrippa. Tiberio divideva i poteri tribunizi di Augusto, ma poco dopo si ritirò. Dopo la morte precoce di Caio e Lucio nel 4 AC e 2 AC rispettivamente, e la precedente morte del fratello Druso (9 AC), Tiberio fu richiamato a Roma, dove fu adottato da Augusto.

Tiberio
(Tiberio Claudio Nerone Cesare)

Il 9 agosto 14, Augusto morì. Poco dopo il Senato decretò il suo inserimento fra gli Dei di Roma. Postumo Agrippa e Tiberio erano stati nominati coeredi. Tuttavia Postumo era stato esiliato ed in quel periodo fu ucciso. Si ignora chi ordinasse la sua morte, ma Tiberio ebbe la via libera per assumere lo stesso potere che aveva avuto il padre adottivo.

I primi anni del regno di Tiberio furono pacifici e relativamente tranquilli. Tiberio assicurò il potere di Roma e la sua ricchezza. Tuttavia presto il suo regno fu caratterizzato da paranoia e calunnia. Nel 19 fu accusato della morte del nipote, il popolare Germanico. Nel 23 morì suo figlio Druso. Sempre piů Tiberio si ritirava in se stesso e diede il via ad una serie di tradimenti, processi ed esecuzioni. Lasciò il potere nelle mani del comandante della guardia, Aelio Sejano. Tiberio stesso si ritirò a vivere nella sua villa di Capri nel 26 lasciando Sejano al potere. Sejano proseguiva con piacere le persecuzioni. Anche lui cominciò a consolidare il proprio potere; nel 31 fu nominato co-console con Tiberio e sposò Livilla, nipote dell'Imperatore. A questo punto saltò in aria sulla sua stessa potenza; La paranoia dell'Imperatore che aveva sfruttato tanto abilmente per il suo interesse, colpì questa volta lui. Sejano fu messo a morte, insieme a molti dei suoi amici lo stesso anno. Le persecuzioni continuarono fino alla morte di Tiberio nel 37.

Caligola
Caio Cesare Germanico

Al momento della morte di Tiberio, molti dei personaggi che avrebbero potuto succedergli erano stati brutalmente uccisi. Il successore piů logico (scelto anche da Tiberio) era il suo pronipote e figlio di Germanico, Caio (meglio conosciuto col nome di Caligola). Caligola cominciò bene, mettendo fine alle persecuzioni e bruciando gli archivi dello zio. Ma sfortunatamente cadde presto malato. Il Caligola che riemerse nel tardo 37 può aver sofferto di epilessia, ed era con ogni probabilitĂ  demente. Ordinò ai suoi soldati di invadere la Britannia, ma cambiò parere all'ultimo minuto e li mandò invece a raccogliere conchiglie marine nel nord della Francia. Si crede che abbia avuto rapporti incestuosi con le sue sorelle. Aveva ordinato che si erigesse una sua statua nel Tempio di Gerusalemme, il che avrebbe certamente provocato una rivolta e non potĂ© essere dissuaso. Nel 41, Caligola fu assassinato dal comandante della guardia Cassio Cerea. L'unico membro rimasto della famiglia imperiale per prendere il potere era un altro nipote di Tiberio: Tiberio Claudio Druso Nerone Germanico, meglio noto come Imperatore Claudio.

Claudio era stato a lungo considerato un debole ed un pazzo dal resto della famiglia. Egli non fu tuttavia ne' paranoico come lo zio Tiberio, ne' pazzo come il nipote Caligola, e fu invece capace di amministrare con responsabile capacità. Riorganizzò la burocrazia e diede forma alla cittadinanza ed a ruoli senatoriali. Inoltre proseguì la conquista e colonizzazione della Britannia (nel 43, ed aggiunse all'Impero molte provincie orientali. In Italia costruì un porto invernale ad Ostia, creando magazzini per accumulare granaglie e cereali da altre parti dell'Impero e da usare nella cattiva stagione.

Nerone
(Claudio Nerone Cesare)

Sul fronte familiare, Claudio ebbe meno successo. La moglie Messalina lo tradiva; quando la scoprì, la mise a morte e sposò la nipote Agrippina. questa, insieme con molti dei suoi liberti aveva uno straordinario potere su di lui e probabilmente lo uccise nel 54. Claudio nello stesso anno fu inserito fra gli Dei. La morte di Claudio spianò la strada al figlio di Agrippina, il sedicenne Lucio Domito Enobarbo, o, come da questo momento fu piů noto, Nerone.

Inizialmente, Nerone lasciò il governo di Roma a sua madre ed ai suoi tutori, in particolare a Seneca. Tuttavia divenendo adulto, il suo desiderio di potere aumentò; fece giustiziare la madre ed i tutori. Durante il regno di Nerone ci fu una serie di rivolte e ribellioni in tutto l'Impero: in Britannia, Armenia, Partia e Giudea. L'incapacità di Nerone di gestire le ribellioni e la sua sostanziale incompetenza divennero rapidamente evidenti e nel 68, perfino la Guardia Imperiale lo abbandonò. Nerone si suicidò, e l'anno 69 (noto come l'anno dei quattro Imperatori) fu un anno di guerra civile, con gli Imperatori Galba, Otone, Vitellio e Vespasiano al trono in rapida successione. Alla fine dell'anno, Vespasiano riuscì a consolidare il suo potere come Imperatore di Roma.
(Si veda anche l'albero genealogico degli Imperatori Giulio Claudi in inglese)

Gli Imperatori Flavi

Vespasiano era stato un Generale Romano di notevole successo ed aveva amministrato molte parti esterne dell'Impero.

Vespasiano
(Tito Flavio Vespasiano)

Aveva sostenuto la candidatura imperiale di Galba; tuttavia alla sua morte, Vespasiano divenne il maggior aspirante al trono. Dopo il suicidio di Otone, Vespasiano riuscì a dirottare la fornitura invernale del grano per Roma, mettendosi in ottima posizione per sconfiggere l'ultimo rivale, Vitellio. Il 20 dicembre 69, alcuni sostenitori di Vespasiano occuparono Roma. Vitellio fu ucciso dalle sue truppe, ed il giorno successivo il Senato confermò Imperatore Vespasiano.

Vespasiano fu praticamente un autocrate, ed ebbe molto meno appoggio dal Senato dei suoi predecessori Giulio-Claudii. Questo č esemplificato dal fatto che lui stesso riferisce la sua salita al potere l'1 luglio quando fu proclamato Imperatore dalle truppe, invece del 21 dicembre quando fu confermato dal Senato. Egli volle, negli anni successivi, espellere i Senatori a lui contrari.

Vespasiano riuscì a liberare Roma dai problemi finanziari creati dagli eccessi di Nerone e dalle guerre civili. Aumentando le tasse in modo drammatico (talvolta piů che raddoppiate), egli riuscì a raggiungere una eccedenza di bilancio ed a realizzare progetti di lavori pubblici. Egli fu il primo committente del Colosseo e costruì un Foro il cui centro era il Tempio della Pace.

Vespasiano fu inoltre effettivamente imperatore delle provincie. I suoi generali soffocarono ribellioni in Siria e Germania. Infatti in Germania riuscì ad allargare le frontiere dell'Impero, e gran parte della Bretagna fu portata sotto il dominio di Roma. Inoltre estese la Cittadinanza romana agli abitanti della Spagna.

Domiziano
(Tito Flavio Domiziano)

Un altro esempio delle sue tendenze monarchiche fu la sua insistenza che gli succedessero i figli Tito e Domiziano; il potere imperiale non era visto allora come ereditario. Tito, che aveva avuto qualche successo militare all'inizio del regno di Vespasiano, fu visto come il supposto erede al trono; Domiziano era visto come meno disciplinato e responsabile. Tito affiancò il padre nei compiti di censore e console e lo aiutò nel riorganizzare i ruoli del Senato. Il 23 giugno 79, alla morte di Vespasiano, Tito fu immediatamente confermato Imperatore.

Il breve regno di Tito fu marcato dai disastri: nel 79 l'eruzione del Vesuvio distrusse Pompei, e nell'80 un incendio distrusse gran parte di Roma. La sua generosità nella ricostruzione dopo le tragedie, lo rese molto popolare. Tito fu molto fiero dei suoi progressi nella costruzione del grande anfiteatro cominciato dal padre. Egli tenne la cerimonia inaugurale nell'edificio non ancora terminato durante gli anni 80, con un grandioso spettacolo in cui si esibirono 100 gladiatori e che durò 100 giorni. Tuttavia il Colosseo fu completato solo durante il regno di Domiziano. Tito morì nell'81 a 41 anni e ci furono voci che fosse stato assassinato dal fratello Domiziano impaziente di succedergli.

La tarda etĂ  imperiale

Durante il III secolo, le guerre civili, la crisi economica conseguente, l'indebolimento delle difese, la pressione dei barbari, i cambiamenti sociali e religiosi mettono in pericolo l'esistenza stessa dell'impero. Da tale crisi l'impero esce trasformato, ma saldo con Diocleziano, che ne modifica profondamente l'ordinamento. Nei primi anni del secolo la dinastia dei Severi attua una politica accentratrice ed un processo di relativa democratizzazione. In tale programma si inserisce la constitutio antoniniana promulgata da Caracalla (Marco Aurelio Antonino) nel 212 che, concedendo la cittadinanza romana a tutti i liberi residenti nell'impero, sana le disparitĂ  giuridiche, fiscali ed amministrative. Nel 235, l'assassinio di Alessandro Severo apre un periodo di anarchia militare, durante il quale si susseguono numerosissimi imperatori che restano in carica pochi mesi, o anche pochi giorni. In tale situazione prevalgono gli interessi particolari delle differenti parti dell'impero che cercano di risolvere con interventi pragmatici i problemi che il potere centrale non č in grado di risolvere. Si verifica in questi anni un sensibile divario politico, amministrativo, e culturale tra occidente ed oriente creando i presupposti per il frazionamento dell'impero che avviene di fatto nel 395, alla morte di Teodosio. La pressione dei barbari ai confini e l'enorme estensione degli stessi rende l'esercito garante della sopravvivenza dello Stato ed il comando delle truppe č affidato ad ufficiali di carriera, che sostituiscono nell'incarico i senatori, spezzando il giĂ  labile legame fra il potere costituzionale e quello militare ed aprendo agli ufficiali la possibilitĂ  di ottenere cariche di notevole importanza nell'amministrazione dello Stato. Inoltre la necessitĂ  di frequenti leve estende il reclutamento a cittadini di tutto l'impero e, poi, anche ai barbari. Lo spopolamento delle campagne, dovuto sia alla crisi militare, sia alla scarsitĂ  di manodopera schiava, porta ad una crisi economica, aggravata dall'insicurezza delle vie di comunicazione che causa la riduzione dei commerci. La necessitĂ  di mantenere in efficienza gli eserciti comporta un inasprimento fiscale e la conseguente inflazione provoca un aumento dei prezzi che colpisce soprattutto le cittĂ . Pestilenze e catastrofi naturali aggravano la situazione con un imponente calo della popolazione.

Storici antichi dell'Impero

In latino

In greco

  • Eusebio di Cesarea
  • Sozomen

Letteratura latina del periodo imperiale

Studi del XVIII secolo e XIX secolo

Studi moderni sull'Impero romano

  • J.B. Bury, A History of the Roman Empire from its Foundation to the death of Marcus Aurelius (1913)
  • M.I. Rostovteff, Economic History of the Roman Empire (2nd ed., 1957)
  • A.H.M. Jones, The Later Roman Empire, 284-602 (1964)

Vedi anche:

Collegamenti esterni

Le cittĂ  romane, Imperium-Romanum


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