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Camillo Benso conte di Cavour

Camillo Benso, conte di Cavour (n. 10 agosto 1810 Torino, † 6 giugno 1861 Torino), era un aristocratico piemontese di idee liberali, che in gioventù aveva molto viaggiato all'estero studiando lo sviluppo economico di paesi largamente industrializzati come la Francia e l'Inghilterra, documentandosi sulle innovazioni in tutti i campi; per alcuni anni si era poi ritirato a Grinzane (CN) nelle tenute agricole di famiglia, introducendovi migliorie di ogni genere specie nel campo della vitivinicoltura.

Alla vigilia del '48 aveva fatto la sua apparizione sulla scena politica come fondatore di un giornale liberale moderato, il "Risorgimento"; fu eletto deputato nel primo parlamento del 1848, poi nominato ministro e infine, dal '52 fino al '59 fu capo del governo piemontese. Secondo Cavour nessuno stato debole o arretrato economicamente sarebbe stato in grado di decidere delle proprie sorti; le riforme liberali erano necessarie, ma non ancora sufficienti; occorreva anche imboccare decisamente la via dell'industrializzazione già percorsa dalle grandi potenze europee e su cui il Regno sabaudo aveva accumulato molto ritardo.

Per raggiungere questi risultati si costruirono canali e si favorirono le redditizie colture del riso, del grano e del vino, perché un'agricoltura ricca e moderna era la base per lo sviluppo dell'industria; furono potenziate le industrie esistenti, soprattutto quella tessile, e se ne crearono di nuove, come le acciaierie.

Si diede un fortissimo impulso alla rete stradale e ferroviaria, si creò in pratica dal nulla la rete telegrafica; il commercio venne favorito in ogni modo e la realizzazione di una vera marina mercantile fece rifiorire il porto di Genova.

Con un grande sforzo, che contava comunque sull'attiva partecipazione della popolazione, il Piemonte si avviava a diventare uno Stato moderno e ricco. Questa politica fu possibile anche perché in Piemonte vi era un'antica tradizione di buona amministrazione pubblica, forse limitata e poco innovativa, ma solida. Cavour, insomma, seppe proporre una politica di riforme che potevano contare ampiamente sull'appoggio della classe dirigente piemontese. Mancava però, al piccolo Stato sabaudo, una sufficiente presenza sulla scena politica internazionale, che permettesse di trar vantaggio da possibili alleanze.

Per questo scopo Cavour si adoperò con grande abilità diplomatica.

Nel 1854 era scoppiata la guerra di Crimea: Francia e Inghilterra, alleate della Turchia, combattevano contro la Russia, che tentava di espandersi nella penisola balcanica. Cavour offrì l'alleanza del Piemonte alle grandi potenze, inviando in Crimea un corpo d'armata. Non era stato facile ottenere dal Parlamento di Torino l'autorizzazione alla spedizione: perché far morire dei soldati piemontesi a favore dell'Impero ottomano, in un paese dove il Piemonte non aveva alcun interesse da difendere?

Ma partecipando alla guerra dalla parte dei vincitori il Piemonte veniva ammesso al tavolo delle trattative come alleato di due grandi potenze: la Francia e l'Inghilterra. La pace fu firmata nel 1856 (Congresso di Parigi) con la presenza del rappresentante dell'Austria. Cavour non chiese alcun compenso per la partecipazione alla guerra, ma ottenne che una seduta fosse dedicata espressamente a discutere il problema italiano: egli poté quindi sostenere pubblicamente che la repressione dei governi reazionari e la politica dell'Austria erano i veri responsabili dell'inquietudine rivoluzionaria che covava nella penisola e che avrebbe potuto costituire una minaccia per i governi di tutta Europa.

Il Piemonte si presentava così come l'unica soluzione moderata possibile al problema dell'instabilità politica dell'Italia.

Il 20 luglio 2004, l'Italia ha dedicato a Cavour la portaerei varata a Riva Trigoso (GE), nave ammiraglia della marina militare, in precedenza Cavour era il nome di una corazzata consegnata alla Marina nel 1915.


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