Pagina iniziale | Navigazione |
Google

Cesena

Questo articolo è uno stub, il che vuol dire che necessita di essere ampliato e corretto, secondo i canoni di Wikipedia. Se puoi, rendi anche questo articolo serio e dettagliato come dev'essere un articolo di enciclopedia, grazie.

Per la redazione di questo articolo, si invita a seguire lo schema suggerito in WikiProject Comuni
Cesena
Paese: Italia
Regione: Emilia-Romagna
Provincia: Forlì-Cesena di Forlì-Cesena  (FC )
Latitudine: 44° 08‘ Nord
Longitudine: 12° 14‘ Est
Altitudine: 44 m.  m s.l.m.
Superficie: 249,47 km2
Popolazione:
 - Totale
 - Densità

93.066
373,05 ab/km2
Frazioni: S.Cristoforo, Case Scuola Vecchia, Provezza, S.Andrea in Bagnolo, Case Gentili, Martorano, Ronta, S.Martino in Fiume, Villa Calabra, Gattolino, Calabrina, Pioppa, S.Giorgio, Pontecucco, Bagnile, Ponte Pietra, Macerone, Ruffio, Bulgarno' Calisese, Casale, Saiano,Carpineta, S.Tomaso, Madonna dell'Olivo, Case Castagnoli, Case Missiroli, Budrio, Bulgaria, Villa Casone, Capannaguzzo, Borello, Casalbono, Luzzena, Formignano, Monte Aguzzo, Monte Vecchio, Gualdo, Borgo delle Rose, Case Venzi, Osteria di Piavola, Valdinoce, S. Matteo, Borgo Paglia, Aie, Tipano, S.Vittore, S.Carlo, Lizzano, Paderno, Luogoraro, Tessello, S.Mamante, Roversano, Il Trebbo, Oriola, S.Lucia, Diegaro, Monticino, Massa, Settecrociari, Rio Marano, Ponte Abbadesse, Celincordia, Rio Eremo, S.Demetrio Acquarola, Diolaguardia, Montereale, Oriola
Comuni limitrofi: Mercato Saraceno, Cesenatico, Cervia, Ravenna, Gambettola, Montiano, Longiano, Roncofreddo, Meldola, Bertinoro
CAP: 47023
Prefisso telefonico 0547
Codice ISTAT: 040007
Codice fiscale: C573
Abitanti (nome): cesenati
Sito istituzionale: www.comune.cesena.fc.it

Cesena è un comune di 93.066 abitanti (alla data del 30.06.2004) co-capoluogo della provincia di Forlì-Cesena.

Storia

Il primo nucleo abitativo di Cesena sorge con ogni probabilità per opera degli "umbro-etruschi" intorno al VI-V sec. a.C., e il "taglio" prodotto dal torrente Cesuola si riverbera nel nome dato al piccolo centro, che deve assomigliare a un "Césena". Intorno al IV sec. sopraggiungono i Galli, del cui breve dominio rimangono profonde tracce nell'economia - con l'introduzione dell'allevamento suinicolo - e nella lingua locali. Tuttavia è solo con l'arrivo dei Romani - i quali fondano nel 268 a.C. la colonia di "Ariminum", Rimini - che il piccolo nucleo assume la forma di villaggio. Del periodo repubblicano rimane oggi ben visibile la colossale opera di centuriazione cui è sottoposto il territorio cesenate, presumibilmente tra il 235 e 220 a.C., che suddivide la campagna in un perfetto reticolato ancora oggi visibile. Successivamente la "Curva Caesena" dell'età imperiale - citata da Plinio il Vecchio come città produttrice di ottimo vino - decade con l'Impero Romano ed è sottoposta alle incursioni dei barbari. Presa dai Goti di Teodorico, viene riconquistata dai Bizantini e, a metà del VI sec., entra a far parte dell'Esarcato. Dopo le campagne di Pipino il Breve (VIII sec.), Cesena rientra infine nei territori sotto il controllo pontificio, primo nucleo di quello che sarà lo Stato della Chiesa. Un ruolo di estrema importanza riveste in questi secoli la figura dell'Arcivescovo di Ravenna, feudatario dell'Imperatore, il quale possiede terreni e castelli nel cesenate, e detiene un potere assai ampio. Dopo il Mille crescono le volontà autonomistiche della città, ma solo alla fine del XII sec., affrancatasi dall'Arcivescovo, Cesena può dirsi libero Comune. Il '200, secolo caratterizzato dai continui mutamenti nel governo della città, vede Cesena oscillare tra libertà comunali e sottomissione alla Chiesa o a signori locali, tanto che Dante, nel Canto XXVII dell'Inferno, nota: "E quella cu' il Savio bagna 'l fianco,/ così com'ella sie' tra 'l piano e 'l monte,/ tra tirannia si vive e stato franco." Nel '300 la breve Signoria degli Ordelaffi viene bruscamente interrotta dall'intervento del legato pontificio Albornoz, che sottopone la rocca (fieramente difesa da Cia degli Ordelaffi) a un lungo assedio (1357). Alla fine Albornoz riesce a sottomettere Cesena e la dota di un nuovo Palazzo del Governatore (oggi Palazzo Comunale). Di lì a poco, nel 1377, Cesena conosce l'evento che segna una sorte di cesoia nella sua storia: un contingente di soldati mercenari bretoni al soldo di papa Gregorio XI, comandati da Roberto di Ginevra (futuro antipapa Clemente VII) e del condottiero Giovanni Acuto (John HawcKwood), mette a ferro e fuoco la città. I cronisti del tempo inorridiscono di fronte alla strage e riferiscono d'alcune migliaia di morti e di altrettanti deportati tra la popolazione civile. È il momento più buio della città, coinvolta suo malgrado nella guerra promossa da Firenze contro il Pontefice (la cosiddetta "Guerra degli Otto Santi", 1375-78). L'anno seguente al tremendo "Sacco dei Brettoni", il nuovo papa Urbano VI assegna infine quello che rimane della città al Signore di Rimini Galeotto Malatesta, in vicariato: ha inizio per Cesena la Signoria dei Malatesta, quello che sarà il momento di maggior splendore nella storia cesenate. A Galeotto (cui si deve l'inizio dei lavori alla nuova Rocca e alla nuova Cattedrale) succede nel 1385 Andrea Malatesta, che spiana le pendici del Colle Garampo ottenendo la cosiddetta Piazza Inferiore (oggi del Popolo). È poi la volta di Carlo e, nel 1429, di Malatesta Novello. Appassionato bibliofilo, fine mecenate, costretto a rinunciare presto alla vita militare - prima fonte di ricchezza per la famiglia, dona alla città la splendida Biblioteca, ricavata all'interno del convento dei Frati Francescani. Compiuta tra 1447 e 1452, ma aperta solo due anni dopo, reca il progetto di Matteo Nuti da Fano, discepolo di Leon Battista Alberti. Alla morte di Novello (1465), Cesena torna sotto il dominio pontificio, ma già nel 1500 le Romagne conoscono un nuovo padrone: è Cesare Borgia, detto il Valentino (celebrato da Niccolò Machiavelli nel suo "Principe") che costituisce un piccolo ma potente ducato. La città, elevata al rango di capitale, viene visitata da Leonardo da Vinci che fa rilievi alla Rocca e fornisce il progetto per il porto di Cesenatico. Caduto l'effimero ducato, Cesena torna definitivamente alla Chiesa e a una dimensione locale dominata economicamente dall'agricoltura. Inaspettatamente, nel 1775, la città assurge nuovamente agli onori: il cesenate Giovan Angelo Braschi diviene infatti Papa col nome di Pio VI, dando avvio alla triade di Papi cesenati (Pio VII Chiaramonti, 1800-23, e Pio VIII Castiglioni, 1829-30, in realtà marchigiano, ma già Vescovo di Cesena). L'esperienza napoleonica (1797-1814), che vede Pio VI e Pio VII tentare invano di opporsi alle angherie del Corso, priva Cesena di un gran numero di monasteri, conventi e chiese che precedentemente la ornavano. Durante il Risorgimento, Cesena conosce i moti libertari (cui partecipa anche un giovane Maurizio Bufalini, medico che poi si coprirà di onori a Firenze) e la costruzione di un nuovo Teatro Comunale (1843-46). Con l'Unità d'Italia per Cesena ha inizio un periodo di lotte politiche interne fra le componenti liberale moderata (guidata dalle carismatiche figure del sen. Gaspare Finali e del direttore del "Cittadino" Nazareno Trovanelli, repubblicana (sulle orme del garibaldino Eugenio Valzania), socialista (Pio Battistini). Ad un fine '800 in cui prevalgono i liberali, segue un primo '900 repubblicano, segnato dalla figura di Ubaldo Comandini. È di questo periodo la breve ma luminosissima vita di Renato Serra, morto giovane su Carso (1915), ma già entrato, con "L'Esame di Coscienza di un Letterato", nella storia della nostra critica letteraria. La Seconda Guerra Mondiale, con la Linea Gotica che corre sul crinale appenninico a pochi chilometri dalla città, segna profondamente la vita cittadina. Il dopoguerra assiste alla salita di Cesena a realtà di livello internazionale nel comparto agroalimentare, soprattutto in materia di ricerca e biotecnologie. Oggi la città, infine, assurta dal 1992 al ruolo di città capoluogo di Provincia unitamente a Forlì, può vantare una posizione di primo piano anche in altri settori economici, una vita culturale sempre fervida ed una qualità della vita invidiabile.


GNU Fdl - it.Wikipedia.org




Google | 

Enciclopedia |  La Divina Commedia di Dante |  Mappa | : A |  B |  C |  D |  E |  F |  G |  H |  I |  J |  K |  L |  M |  N |  O |  P |  Q |  R |  S |  T |  U |  V |  W |  X |  Y |  Z |