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Equilibrio del terrore

La frase "equilibrio del terrore" viene normalmente usata in riferimento alla corsa agli armamenti atomici condotta da Stati Uniti ed Unione Sovietica durante la Guerra Fredda. Essa descrive la pace tenue che esistette tra le due nazioni come risultato del fatto che entrambi i governi erano terrorizzati dalla prospettiva di una guerra nucleare che avrebbe distrutto il mondo.

Alcuni politologi usano questa frase come mezzo per differenziare la situazione mondiale successiva alla seconda guerra mondiale da quella precedente. In precedenza, gli imperi avevano prevenuto le guerre tra di loro mantenendo un relativo equilibrio nelle loro capacità (economiche, militari e politiche) di dichiarare guerra --la frase "equilibrio di potere" venne spesso usata per descrivere questo tipo di pace incerta. La bomba atomica creò una nuova realtà politica, nella quale due superpotenze avevano la capacità di annichilire tutta la vita sulla Terra. L'ostacolo alla guerra tra il blocco sovietico e quello occidentale non fu più la paura che la parte avversa fosse più potente, ma piuttosto la realizzazione con arsenali nucleari abbastanza grandi e mortali, la vittoria avrebbe comunque prodotto la distruzione della propria nazione (così come del resto del mondo). In questo modo controintuitivo, l'esistenza delle armi più potenti mai create finì con il supportare una specie di pace: mentre molte guerre vennero combattute nel mondo durante la Guerra Fredda, le superpotenze non si combatterono mai direttamente, ne altre bombe atomiche vennero mai sganciate in combattimento dopo Hiroshima e Nagasaki.

Vedi anche: distruzione mutua assicurata.


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