Fanteria
La fanteria è la componente fondamentale di ogni esercito, antico o moderno. I reparti di fanteria sono unità militari economiche, non impiegano equipaggiamento sofisticato e hanno bisogno di pochi rifornimenti: sono composte di soldati muniti di armi individuali, e il loro pregio maggiore è quello di poter combattere in qualunque condizione e su ogni tipo di terreno. Sono le uniche unità militari in grado di garantire un reale controllo del territorio attraverso pattuglie, rastrellamenti e posti di blocco, e le più efficaci contro la guerriglia.=Storia della fanteria= Anticamente la fanteria costituiva il grosso dell'esercito, a fronte di reparti di cavalleria numericamente esigui che venivano usati in genere per azioni di disturbo, per incalzare nemici già in fuga o per attacchi secondari: l'urto principale era sempre quello delle due fanterie nemiche. Queste erano divise fra fanti leggeri, con solo spada e scudo o addirittura con armi rimediate, e fanti pesanti, che oltre alle armi avevano anche un'armatura completa.
Molto spesso i fanti avevano, oltre la spada, anche una lancia o giavellotto che lanciavano contro gli avversari poco prima del contatto corpo a corpo; inoltre una parte consistente della fanteria leggera era costituita da arcieri e frombolieri. Gli eserciti più potenti dell'antichità basavano la loro forza su particolari schemi di combattimento della fanteria pesante, come la falange macedone e la testuggine romana.
Falange macedone
Questa particolare formazione di fanteria era costituita da fanti corazzati e armati di scudo e di una lancia lunga 5 o 6 metri, detta sarissa. Lo scudo dei fanti delle falangi era particolare: copriva metà del corpo del fante che lo portava e metà di quello del suo compagno di destra: in questo modo tutto il reparto era vincolato a combattere insieme per non offrire varchi alle armi nemiche.
Lo schieramento della falange era rettangolare, con la fronte al nemico: le lunghe sarisse delle prime file venivano puntate orizzontalmente davanti alla falange, mentre quelle dei compagni più arretrati venivano tenute in alto e abbassate solo nel momento dell'impatto con il nemico, quando le fila della falange si comprimevano. In questo modo, una falange pronta al combattimento assumeva l'aspetto di un gigantesco istrice: durante l'assalto le prime sarisse colpivano il nemico e costringevano chi riusciva ad evitarle a restare in mezzo alle loro aste, fornendo alle sarisse delle file retrostanti dei bersagli fissi su cui concentrarsi. Il principale difetto di questo schieramento era la vulnerabilità ai fianchi, che costringeva le falangi a combattere allineate fianco a fianco e a tenere dei reparti di fanteria leggera o di cavalleria ai lati a loro protezione.
Testuggine romana
La testuggine romana invece era composta di normali fanti pesanti, e sfruttava i grandi scudi rettangolari romani. Anche la testuggine era schierata rettangolarmente, e mentre la prima fila teneva gli scudi frontalmente, le file retrostanti li tenevano orizzontali sopra le teste, per ripararsi dalle frecce e dai proiettili. La formazione veniva rotta al contatto con il nemico, quando i fanti entravano in corpo a corpo.
La fanteria di linea
Caduto l'impero romano, durante il periodo feudale la fanteria regredisce. Chi prende le armi per difendere un territorio ne assume anche il controllo come feudatario, e combatte a cavallo, lui e pochi altri suoi pari, perchè nel feudo è l'unico a poterselo permettere. In questo periodo la fanteria è costituita da mercenari o da servi della gleba arruolati a forza nelle terre del feudo: si può ben immaginare quanto poco fossero motivate a combattere e quanto scarso fosse il rendimento in battaglia di queste truppe. Con l'avvento delle armi da fuoco però, la fanteria compie un salto di qualità e nasce la figura del fuciliere (o moschettiere): i reparti di fanteria vengono riorganizzati per usare la nuova arma e lo schieramento delle unità cambia da rettangolare a lineare, cioè disposto su due linee di soldati, una in piedi e l'altra inginocchiata, che facevano fuoco alternativamente mentre l'altra linea ricaricava il fucile, che era ad avancarica. Da questo schieramento, mantenuto per tre secoli fino all'avvento delle armi da fuoco moderne (armi a retrocarica, armi automatiche e mitragliatrici) nasce la designazione fanteria di linea che si è mantenuta in uso fin quasi ai giorni nostri.
=Specialità della fanteria=
=Unità di fanteria nell'esercito italiano=
I più antichi reggimenti di fanteria italiana hanno origine nei reparti della fanteria sabauda, le cui prime unità organiche nascono nel 1619 sotto Carlo Emanuele I; nel 1664 sei reggimenti saranno ordinati e denominati come le provincie dello stato sabaudo, ad eccezione delle "Guardie".
Nel 1798, dopo l'occupazione francese, Carlo Emanuele IV scioglie le truppe dal giuramento. Le unità nazionali saranno ricostituite dopo il 1814, ed arriveranno ad essere 24 nel 1848.
L'Arma di Fanteria, formata dai Granatieri e dalle unità di linea, si sviluppa progressivamente aprendosi a nuove specialità . Nel 1836, da un'intuizione del Cap. Alessandro La Marmora, nascono i Bersaglieri da alcune unità dei Granatieri; nel 1872 è la volta di Giuseppe Perrucchetti con gli Alpini. Fra il 1938 ed il 1939 nascono le prime unità Paracadutisti e nel 1950 nascono i Lagunari, la specialità più giovane dell'Arma. Negli anni settanta iniziarono ad essere usate anche in Italia le dizioni d'arresto, motorizzata e meccanizzata per qualificare l'uso e le capacità dei vari battaglioni, che ora si chiamano semplicemente di fanteria solo se addetti all'addestramento delle reclute.
Attualmente sono in vita due reggimenti della Brigata "Granatieri di Sardegna": alle Bandiere dei reggimenti della specialità sono state conferite complessivamente 3 Croci di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia e 13 medaglie al Valor Militare (4 d'Oro, 7 d'Argento e 2 di Bronzo).
Protagonisti della presa di Roma del 20 settembre 1870, i battaglioni perdono l'autonomia operativa dal 1° gennaio 1871, dai reggimenti che sono portati a 10. Dal 1882 passano su quattro battaglioni ciascuno. Con l'ordinamento del 1910 presso ogni reggimento si forma un battaglione ciclisti, soppresso poi nel marzo 1919. Durante la Prima Guerra Mondiale (1915-18) il Corpo è ordinato in due divisioni speciali, 7 brigate, 21 reggimenti e 5 battaglioni autonomi.
Nel 1924 i 12 reggimenti rimasti sono trasformati in ciclisti, organico che poi cambiò nel 1936.
Durante la seconda guerra mondiale i reggimenti bersaglieri sono inquadrati nelle divisioni corazzate, motorizzate e celeri, e combattono su tutti i fronti.
Sono presenti anche nella guerra di liberazione con il 4° reggimento ed il battaglione "Goito", e già nel 1946 avviene la ricostruzione del 3° reggimento cui fa seguito nel 1949 quella dell'8° che nel 1986 darà vita alla Brigata bersaglieri "Garibaldi".
Attualmente i reggimenti sono 8 e le loro Bandiere sono decorate di 12 Medaglie d'Oro, 11 Medaglie d'Argento, 28 Medaglie di Bronzo al Valor Militare e di 9 Croci di Cavaliere dell'O.M.I..
FESTA: 18 giugno - anniversario della costituzione della Specialità (1836).
Durante la I guerra mondiale sono organizzati in 88 battaglioni riuniti in 20 gruppi, 9 raggruppamenti e 4 divisioni: dopo il conflitto restano otto reggimenti ai quali si unisce il 9° costituito nel 1919. Nel 1926 si formano tre comandi di brigata, portati a quattro nel 1933 e poi trasformati in Divisioni nel 1935: le divisioni salgono a sei durante la II guerra mondiale, che poi verranno sciolte alla fine del conflitto. Attualmente sono in attività 10 reggimenti di alpini, organizzati in tre brigate: Julia, Taurinense e Comando Divisione Tridentina, a cui si deve aggiungere il battaglione di alpini paracadutisti "Monte Cervino".
Alle Bandiere di guerra dei Reparti della Specialità sono state conferite complessivamente 73 Medaglie al Valor Militare: 11 d'Oro, 50 d'Argento, 11 di Bronzo e 1 Croce di Guerra e 11 Croci di Cavaliere dell'O.M.I.
Attualmente, a seguito dell'abolizione del livello reggimentale (1975), sono state anche riconosciute, in duplicato, 12 Medaglie d'Oro, 1 d'Argento, 3 di Bronzo e 12 Croci di Cavaliere dell'O.M.I..
Poco dopo nasce in Italia la Scuola di Tarquinia, dove viene reimpiegato il personale di Castelbenito e nascono i primi elementi della futura Divisione "Folgore". Nel 1941 è operativa una Divisione Paracadutisti completa, nata ed addestrata per l'occupazione di Malta, che però visto l'andamento della guerra in Africa sarà invece impegnata a terra in Africa Settentrionale dal Luglio 1942. Il comportamento eroico della divisione Folgore durante la battaglia di El Alamein, dove resistette all'attacco portato da ben sei divisioni inglesi, due corazzate e quattro di fanteria, suscitò il rispetto anche dei nemici, on parole di elogio delle stesso Churchill.
In Italia, nel frattempo, nasce una seconda Scuola a Viterbo e una nuova divisione, la "Nembo": una terza, battezzata "Ciclone", era in progetto ma l'armistizio ne interruppe la costituzione. Dopo la guerra, la "Nembo" viene assorbita dalla "Folgore".
Attualmente la "Folgore" è una brigata, con 4 reggimenti, di stanza a Pisa.
FESTA: 23 ottobre - anniversario della battaglia di El Alamein (1942).
PATRONO. San Michele Arcangelo (29 settembre).Fucilieri
Assaltatori, incursori e commandos
Osservatori, esploratori e tiratori scelti
Granatieri
i Granatieri dell'esercito Italiano discendono dall'antico Reggimento delle Guardie creato nel 1659 dal Duca Carlo Emanuele II, a cui nell'ordinamento del 1664 viene data precedenza sugli altri reggimenti ed anzianità quale primo della fanteria d'ordinanza. Questa unità viene sciolta nel 1798, e ricostituita poi nel 1814 come Brigata Granatieri di Sardegna.
Successivamente sono state costituite altre unità granatieri quali la Brigata "Granatieri di Lombardia" (3° e 4° reggimento), la Brigata "Granatieri di Napoli" (5° e 6° reggimento), la Brigata "Granatieri di Toscana" (7° e 8° reggimento), divenute rispettivamente le Brigate "Lombardia" (73° e 74° reggimento), "Napoli" (75° e 76° reggimento) e "Toscana" (77° e 78°). Più recentemente, operò una Brigata "Granatieri di Savoia" con i reggimenti 10° ed 11°.Bersaglieri
Da una proposta del generale Alessandro La Marmora, venne istituito il 18 giugno 1836 il Corpo dei Bersaglieri, con il compito di esploratori e assaltatori. Le prime quattro compagnie che confluiscono nel I battaglione sono formate, rispettivamente, nel luglio 1836 (1^), nel gennaio 1837 (la 2^), nel gennaio 1840 (la 3^) e nel febbraio 1843 (la 4^). Un secondo battaglione si forma nel 1848 alla vigilia della guerra.
Con il trascorrere degli anni aumenta il numero dei battaglioni: 10 nel 1852, 16 nel 1859, 27 nel 1867 e nel 1861, divenuti 36, sono riuniti in sei comandi di reggimento con compiti amministrativi e disciplinari.Alpini
Il corpo degli Alpini nasce appositamente per la difesa dei confini montani italiani, su progetto del Capitano Giuseppe Perrucchetti: i primi reparti furono istituiti nel 1872. Gli Alpini sono reclutati localmente, per sfruttare la loro conoscenza del territorio e delle sue possibilità , fattore importante in un ambiente difficile come quello montano. Il loro primo impiego in combattimento (battesimo del fuoco) è nella battaglia di Adua (1° marzo 1896).Paracadutisti
I primi reparti di paracadutisti italiani sono istruiti e formati poco prima della seconda guerra mondiale a Castelbenito, nei pressi di Tripoli, dove sorge la prima Scuola Militare di Paracadutismo della Regia Aeronautica con istruttori dell'Esercito: le prime truppe addestrate sono due battaglioni libici del Regio Corpo Truppe Coloniali. A questi farà seguito un primo battaglione di truppe italiane ed il Battaglione Carabinieri Paracadutisti.