Fratelli Besana
Il 20 luglio 1944, Carletto, incaricato di prelevare armi a Costa Masnaga, viene ferito a un fianco in uno scontro a fuoco. Ricercato, è costretto a rimanere nascosto; appena guarito ritorna in Valsassina.
L'11 ottobre 1944, durante un rastrellamento di SS italiane nella valle tra Biandino e Introbio, Guerino viene ferito gravemente alle sette del mattino. Si trascina su per la montagna per avvertire i compagni che lo trovano morente alle cinque di sera nei pressi di una grotta.
Carletto accorre alla notizia del ferimento del fratello che gli muore tra le braccia. Non vuole abbandonarlo ai cani dei fascisti che battono la valle e rimane a vegliarlo nella grotta. Viene catturato anch'esso dalle stesse SS di stanza ad Oggiono che hanno ucciso il fratello.
Tradotto a Casargo (Lecco), viene rinchiuso con tredici compagni in un pozzo, sottoposto a lunghi interrogatori e seviziato. Processato il 13 ottobre 1944 a Casargo, da un tribunale misto tedesco e fascista, viene condannato a morte. Mentre aspetta di essere fucilato scrive poche righe alla madre: "Cara mamma, fatevi coraggio quando riceverete la notizia della nostra morte, ho ricevuto i Sacramenti e muoio in pace col Signore. Mamma non pensate al fratello Guerino perché l'ho assistito io alla sua morte. Arrivederci in Paradiso. Figlio Carlo. Ciao."
Viene fucilato alle ore 15 del 15 ottobre 1944 presso il cimitero di Introbio (Lecco). Vengono fucilati con lui Benedetto Bocchiola, Carlo Cendali, Francesco Guarnerio, Andrea Ronchi e Benito Rubini. Dopo il 25 aprile 1945, le salme dei due fratelli Besana vengono recuperate e riportate al paese natale di Barzanò. Qui il 10 maggio si svolgono i solenni funerali.
Il testo dell'articolo è stato tratto dal sito ufficiale del comune di Barzanò [1]
GNU Fdl - it.Wikipedia.org
|