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Gaetano Bresci


Gaetano Bresci (Coiano Prato, 11 novembre 1869 - Isola di S.Stefano, 22 maggio 1901) fu l'anarchico che uccise a Monza, la sera di domenica 29 luglio 1900, sparandogli contro tre colpi di pistola (o quattro, le fonti storiche non concordano) re Umberto I di Savoia. Il sovrano stava rientrando in carrozza nella sua residenza monzese dopo una premiazione in una società sportiva. L'assassinio - immortalato in una celebre tavola del pittore Achille Beltrami per la "Domenica del Corriere" (riportata qui a destra) - avvenne sotto gli occhi della popolazione festante che salutava il monarca. Bresci si lasciò catturare senza opporre resistenza.

Emigrato tempo prima a Paterson, popoloso sobborgo di New York, l'anarchico era rientrato appositamente dagli Stati Uniti con l'intento di uccidere Umberto I: intendeva così vendicare la strage avvenuta a Milano nel 1898, quando l'esercitò sparò su una folla di manifestanti (il totale dei morti non fu mai accertato ma superò sicuramente il centinaio).

Bresci fu processato per regicidio e condannato ai lavori forzati. Per poterlo controllare a vista venne edificata per lui una speciale cella di tre metri per tre, priva di suppellettili, nel penitenziario di S.Stefano, presso Ventotene (Isole Ponziane).

Morì suicida il 22 maggio 1901 impiccandosi - secondo il racconto delle guardie carcerarie - con un fazzoletto o, più probabilmente, con un asciugamani; tuttavia le circostanze della sua morte hanno sempre destato perplessità. Così come incertezza vi è anche sul luogo della sua sepoltura: secondo alcune fonti, fu seppellito assieme ai suoi effetti personali nel cimitero di S.Stefano; secondo altre, il suo corpo venne gettato in mare. Le sole cose rimaste di lui sono il suo cappello da ergastolano (andato distrutto durante una rivolta di carcerati nel dopoguerra) e la rivoltella con cui compì il regicidio.

Molti sono quindi i misteri che circondano ancora la figura dell'anarchico venuto dall'America, come la fantasia popolare lo aveva ribattezzato. Riguardano prevalentemente dei documenti spariti misteriosamente: non fu infatti mai trovata la pagina 515 che descriveva il suo status di ergastolano e le circostanze della sua morte; nessuna informazione su di lui è disponibile all'Archivio di Stato di Roma; non fu mai ritrovato - come testimonia una approfondita biografia di Arrigo Petacco - il dossier che Giovanni Giolitti scrisse sulla vicenda Bresci.


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