Jacopone da Todi

Jacopone da Todi (1236 - 1306), notaio appartenente alla nobile famiglia dei Benedetti, nel 1268, dopo che sul corpo della moglie, morta in seguito al crollo di un palco durante una festa, fu trovato un cilicio, abbandonò la vita mondana e, distribuiti ai poveri i propri averi, entrò come frate laico nell'ordine francescano, scegliendo la corrente rigoristica degli spirituali che si contrapponevano ai conventuali.

All'inizio del breve pontificato di Celestino V, gli spirituali, anche per merito di Jacopone che aveva mandato al pontefice una lauda, furono ufficialmente riconosciuti. Ma il nuovo papa Bonifacio VIII, acerrimo nemico di Celestino, abrogò le precedenti disposizioni. Jacopone fu tra i firmatari del manifesto con cui gli avversari di Bonifacio VIII, capeggiati dai cardinali Jacopo e Pietro Colonna, deponevano il papa e chiedevano un concilio. Jacopone fu imprigionato fino alla morte di Bonifacio nel 1303 e visse poi gli ultimi anni a Collazzone presso Todi. Le sue 73 laude, nella forma di ballate in settenari e ottonari, sono una rappresentazione impietosa della realtà umana e terrena, attaccata violentemente per la sua caducità e vanità.

Talvolta, Jacopone si limita alla denuncia commossa e ardente, altre volte, come nella lauda Pianto della Madonna, uno dei capolavori che fanno di lui la più grande personalità della nostra storia letteraria prima di Dante, traduce l'ansiosa passione umana in figure potentemente drammatiche, poste di fronte al mistero della saggezza divina.

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