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Lingua inventata

Una Lingua inventata è un sistema linguistico completo, al momento dell'invenzione privo di una comunità di parlanti, cioè senza vitalità né vigore. La varietà standard; di una lingua inventata viene pianificata a tavolino, generalmente per iscritto, per opera di un inventore (glottoteta) il quale, da solo o in comitato, assegna al sistema almeno un lessico, la sintassi, la morfologia e di solito anche lo spazio fonologico. Tale forma non è riconducibile a un singolo sistema linguistico già esistente, sia esso inventato o meno.

Livelli d'invenzione

Se l'invenzione intacca solo il livello lessicale non si parlerà di lingua inventata ma di gergo. La forma profonda della lingua può essere ricondotta in massima parte alle lingue conosciute dal glottoteta. in particolare a quella materna. Le lingue inventate per certi aspetti sono lingue semplici: godono di buona analizzabilità dei morfemi (per questo motivo la maggior parte di esse viene classificata tra le lingue agglutinanti); hanno paradigmi ridotti e molto regolari, nonché un livello di allofonia tendente a zero (queste proprietà le rendono per certi versi simili alle lingue dei bambini e conseguentemetne il loro apprendimento da adulti in generale è più rapido di quello delle lingue storico-naturali mature.

Corollari: (i) una lingua inventata possiede la proprietà della doppia articolazione; (ii) sono individuabili nella competenza linguistica del parlante i sostrati linguistici della lingua inventata (lingue fonte), tra i quali il più influente è la lingua materna del glottoteta; in generale, più i sostrati sono numerosi più il sistema risulterà elaborato (grado di ibridità). Se il sistema non soddisfa i due corollari, viene detto 'lingua a priori' (Couturat e Leau), ma sarebbe più appropriato parlare di semiotica o linguaggio inventato, più che di lingua.

Tipologia delle lingue inventate

Le lingue inventate possono essere ripartite secondo la loro teleologia, cioè le motivazioni dell'invenzione, e secondo parametri linguistici strutturali.

Motivazioni: ludiche vs. ausiliarie

Tutte le lingue inventate hanno una motivazione ludica inalienabile: molte sono per il glottoteta uno strumento di espressione del sé, e sovente sono accompagnate da un particolare senso del sacro (Alessandro Bausani). Ne è un esempio il klingon, originariamente inventato per un film della serie di Star Trek. Su questa motivazione ludico-sacrale di fondo si innesta soventa una motivazione laica e utilitaristica: nelle intenzioni di molti glottoteti il loro progetto di lingua inventata deve facilitare la comunicazione tra parlanti nativi di lingue diverse, su un piano di parità (vocazione ausiliaria). Se una lingua inventata ha tale vocazione ausiliaria, il glottoteta si prodigherà per formare una comunità di parlanti che la sostenga. È altamente probabile che questa comunità - qualora venga formata - dia vita a una o più istituzioni preposte al controllo, al sostegno e allo sviluppo della lingua, le quali alla porte del glottoteta cominceranno a burocratizzarsi. Attualmente sono tre le lingue inventate che hanno raggiunto questo stadio: l'esperanto, l'ido e l'interlingua. Esistono inoltre lingue inventate per essere usate in contesti specifici (lingue a pragmaticità limitata).

Fonologia

Le lingue inventate, a differenza di lingue semplificate come i pidgin, hanno uno spazio fonologico ricco, identico o quasi identico a quello della lingua materna del glottoteta (Alessandro Bausani).

Morfologia

Le lingue inventate generalmente godono di buona analizzabilità dei morfemi; i morfemi sono invariabili e di solito tali lingue sono prive di morfemi cumulativi. Perciò la maggior parte rientra nel tipo agglutinante.

Lessico

Da un punto di vista lessicale, le lingue possono essere ordinate lungo un asse di familiarità per i parlanti lingue romanze: a un estremo abbiamo le lingue cosiddette 'schemiste', estremamente regolari, a bassissima allomorfia (e.g. volapük); all'altro abbiamo le lingue cosiddette 'naturalistiche', le quali si avvicinano al prototipo romanzo (struttura sillabica SAE, ordine basico SVO): i loro paradigmi sono più complessi e l'allomorfia è più elevata (e.g. interlingua). Per molti aspetti l'esperanto si colloca a metà dei due estremi.

Genesi e sviluppo delle lingue inventate

Per avere una lingua inventata è sempre possibile individuare con certezza il glottoteta e un momento di pubblicazione del progetto. Il glottoteta può decidere la forma profonda (morfosintassi e fonematica) del sistema finché il sistema non è stato pubblicato: nel momento in cui il sistema viene reso pubblico cessa la fase dell'invenzione e il sistema entra nella sua "vita semiologica" (Ferdinand de Saussurre), iniziando il processo di naturalizzazione. Su un migliaio di progetti, solo una decina ha potuto vantare una comunità linguistica che la parli e solo l'esperanto è riuscito ad essere parlato in ambito famigliare per più di una generazione. Per completare il processo di naturalizzazione la lingua inventata - la cui motivazione ausiliaria sia sufficientemente forte - deve acquisire un sostegno politico-istituzionale non effimero. In altri termini, la lingua inventata deve diventare lingua ufficiale, mediante la produzione di testi legislativi originali e l'insegnamento continuativo nella scuola dell'obbligo: nell'arco di una generazione si avranno parlanti nativi (L1). una lingua inventa del tutto naturalizzata condivide con le lingue storico-naturali tutte le proprietà fondamentali salvo la priorità storica del parlato. L'esempio più pertinente di lingua inventata (ma non ausiliaria) che ha completato il processo di naturalizzazione è l'ebraico moderno.

Fonte: Tesi di laurea di Federico Gobbo (con permesso dell'autore)

Link esterni alle principali lingue inventate


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