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Esperanto

Lingue > Lingue inventate > Esperanto

Esperanto
(Esperanto, E-o, Eo)
Parlato in: 120 paesi del mondo.
Persone: 2 milioni
Classifica: non calcolabile perché L2
Famiglie linguistiche: lingue inventate
    Lingue ausiliarie
        Esperanto
Lingua ufficiale
Paesi: Nessuno
Regolata da: Akademio de Esperanto
Classificazione
ISO 639-1 eo
ISO 639-2 epo
SIL

La lingua

L'Esperanto è una lingua inventata lanciata nel 1887 a Varsavia da Ludwik Lejzer Zamenhof. Il nome "Esperanto" proviene dal suo pseudonimo: Doktoro Esperanto -- colui che spera. Zamenhof la chiamava "Lingvo Internacia".

Estratto: Il Padre Nostro: (Ascolta)

Patro nia, kiu estas en la ĉielo,
via nomo estu sanktigita.
Venu via regno,
plenumiĝu via volo,
kiel en la ĉielo, tiel ankaŭ sur la tero.
Nian panon ĉiutagan donu al ni hodiaŭ.
Kaj pardonu al ni niajn ŝuldojn,
kiel ankaŭ ni pardonas al niaj ŝuldantoj.
Kaj ne konduku nin en tenton,
sed liberigu nin de la malbono.

L'Esperanto' non è lingua ufficiale in nessun paese. La sua struttura la fa collocare nel gruppo delle lingue indeuropee (lessico), ma la sua morfologia prevalentemente agglutinante la porta ai margini di questo gruppo, avvicinandola a lingue come l'ungherese o il giapponese. I parlanti sono sparsi in 120 paesi nel mondo, principalmente in Europa e Cina

Secondo le ricerche del prof. Sidney S. Culbert dell'università di Washington, 1,6 milioni di persona parlano l'esperanto a "livello 3 di lingua straniera". Questo livello designa una competenza linguistica in cui si sia in grado di sostenere una conversazione in lingua, che vada al di là delle frasi di commiato. Il numero di Culbert viene citato nel Almanac World Book of Facts e da Ethnologue (arrotondato a 2 milioni). Ethnologue afferma inoltre che ci sono 200-2000 parlanti nativi bilingue (denaskaj Esperanto-parolantoj).

In generale la regolarità, la semplicità e la forte produttività dell'esperanto rendono il discente in grado di raggiungere un livello di competenza linguistica soddisfacente in un tempo molto minore rispetto a qualsiasi lingua etnica.

La marcatura sintattica delle parole è, contrariamente alla maggior parte delle lingue esistenti, trasparente. Si confronti:

  • muzik-o - la musica (sostantivo)
  • muzik-a - musicale (aggettivo)
  • muzik-e - musicalmente (avverbio)
  • muzik-i - fare musica (verbo all'infinito)

La morfologia è prevalentemente agglutinante. Si noti:

  • jun-a - giovane (aggettivo)
  • jun-ul-o - un giovane (sostantivo maschile)
  • jun-ul-in-o - una giovane (sostantivo femminile)
  • jun-ul-aro - la gioventù (nel senso di 'insieme dei giovani)
  • jun-ec-o - la gioventù (nel senso di 'giovinezza')

I parlanti nativi di lingue indoeuropee troveranno molti riferimenti nel lessico:

Tuttavia, l'esperanto preferisce i calchi ai prestiti: nei suoi primi cento anni di vita il lessico si è arricchito di numerose parole provenienti da altre lingue, come il giapponese o il kiswahili.

I limiti della varietà linguistica; vengono fissati da Zamenhof nell'Unua Libro sotto forma di 16 regole. Tutti coloro che escono da queste regole - salvo per quanto riguarda l'aspetto grafemico, cioè l'uso di alfabeti non appartenenti al Fundamento - escono dalla collettività esperantica, e hanno portato a esperanti riformati, di cui oggi sopravvive solo l'ido.

La morfologia e la sintassi vengono desunte dai primi testi del fondatore e sviluppate dalla comunità dei parlanti, il cui inizio può essere fissato almeno nel primo congresso internazionale, avvenuto a Boulogne-sur-Mer (Francia) nel 1905.

La sintassi dell'esperanto è prevalentemente romanza (ordine dei costituenti: SVO]] anche se nel suo evolversi ha acquisito tratti tipici delle lingue germaniche, per esempio l'anteposizione del determinato al determinante: Zamenhof scriveva "lingvo internacia" (ordine A-B, sul modello delle lingue romanze, oggi nella comunità esperantofona si dice per lo più "internacia lingvo" (ordine B-A, sul modello delle lingue germaniche.

La scrittura dell'esperanto è perfettamente monogrammatica: un grafema, un fonema, e viceversa.

Poiché lo spazio fonetico dell'esperanto è composto di 28 elementi, Zamenhof utilizzò il cappellino (^) presente nelle tastiere delle macchine da scrivere del suo tempo, basate sull'alfabeto del francese, per alcune lettere: c, g, h, j, s esprimono suoni diversi se hanno il cappellino. La u con il segno di breve [ŭ] indica la u semiconsonantica (in IPA [w])).

Gli esperantisti sono stati perseguitati sia durante la Seconda Guerra Mondiale da Hitler, che riteneva l'esperanto la lingua degli ebrei (infatti Zamenhof era ebreo), che nella Russia di Stalin.

Nel 1954 l'UNESCO riconobbe il valore dell'esperanto come lingua internazionale e stabilì rapporti con la Universala Esperanto-Asocio, la principale associazione che riconosce gli esperantisti (recentemente è emersa la civitas esperantica, in esperanto esperanta civito, che propone un modello alternativo di organizzazione).

La cultura originale esperantica, emersa dai congressi internazionali, ha prodotto e produce in tutti le arti: poesia, prosa, teatro, musica, e altro.

Recentemente William Auld, un poeta scozzese in esperanto, è stato candidato al Nobel per la letteratura.

Link esterni


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