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Nanotubi di carbonio

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Nel 1985 il chimico americano Richard E. Smalley ha scoperto che, in particolari situazioni, gli atomi di carbonio compongono delle strutture ordinate di forma sferica. La struttura, dopo un successivo rilassamento, tende ad arrotolarsi su se stessa, ottenendo la tipica struttura cilindrica: questi sono i nanotubi al carbonio.

Il primo a fabbricare un nanotubo, nel 1991 è il giapponese Sumio Iijima, ricercatore della Nec, la nota industria elettronica nipponica.

Il nanotubo è la fibra più resistente che si conosca sebbene sia circa cinquantamila volte più sottile di un capello umano. Possiede, inoltre, delle interessanti proprietà elettriche: a seconda del suo diametro può essere o un conduttore di corrente, come un metallo, o un semiconduttore, come il silicio presente nei microchip, aprendo così le porte alla ricerca di nuovi metodi di costruzione nel campo dell'elettronica, realizzando chip sempre più piccoli in dimensioni e veloci in prestazioni.

Ipoteticamente, infatti, si potrebbe realizzare un cubetto di poco meno di due centimetri di lato, contenente una gran mole di contatti e connessioni assolutamente inimmaginabili con gli attuali chip al silicio. Un cubo di questo genere, la Scatola Madre, è stato ipotizzato da Jack Kirby, cartoonist statunitense, nelle sue serie sul Quarto Mondo edite dalla DC Comics.


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