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Nebulosa del Granchio

La Nebulosa del Granchio (M1, NGC 1952) e il primo oggetto del catalogo di Charles Messier. È un resto di supernova: una nebulosa di gas in espansione, espulsi dall'esplosione di una supernova avvenuta il 4 luglio 1054, registrata dagli astronomi cinesi. La nebulosa è oggi larga più di sei anni luce, si sta espandendo alla velocità di 1000 km/sec e ha una massa totale di circa 0,1 masse solari. La supernova che la produsse fu abbastanza brillante da essere visibile ad occhio nudo durante il giorno, sorpassando la luminosità di Venere. La Nebulosa del Granchio si trova a circa 6.500 anni luce di distanza, nella costellazione del Toro. Perciò l'evento cosmico che l'ha prodotta è in realtà avvenuto 6.500 anni prima di essere visibile, cioè circa nel 5400 AC.


La Nebulosa del Granchio. Nel centro esatto della nebulosa si trova una pulsar: una stella di neutroni che ruota alla velocità di 30 giri al secondo.


La pulsar del Granchio. L'immagine combina dati ottici dall'Hubble (in rosso) e immagini a raggi X da Chandra (in blu)

Al centro della nebulosa si trova la pulsar del Granchio, una stella di neutroni (resto di supernova) con un diametro di circa 10 chilometri, scoperta nel 1969. La pulsar del Granchio compie una rotazione in 33 millisecondi, cioè compie 30 giri al secondo, e i fasci di radiazione emessi interagiscono con i gas della nebulosa producendo complesse figure di fluorescenza. La parte più dinamica dell'interno della nebulosa è il punto dove uno dei getti polari della pulsar incontra il materiale circostante, formando un'onda d'urto. La forma e la posizione di quest'onda d'urto cambiano rapidamente, con il vento equatoriale che appare come una serie di sbuffi che si illuminano e spariscono mentre si muovono allontanandosi dalla pulsar per dissolversi nella parte principale della nebulosa.

La Nebulosa del Granchio è spesso usata come calibrazione nell'astronomia a raggi X: è molto luminosa in questa banda, e il suo flusso è stabile (eccetto la pulsar vera e propria). La pulsar fornisce un forte segnale periodico che può essere usato per controllare le temporizzazioni dei sensori a raggi X. Nell'astronomia a raggi X, "Crab" (parola inglese che significa "Granchio") e "milliCrab" sono a volte usate come unità di flusso. Pochissime sorgenti a raggi X hanno una luminosità superiore ad 1 Crab.

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