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Persia

   

La Persia č la regione storica del Medio Oriente corrispondente all'odierno Iran. La sua storia e la sua cultura sono ricche e interessanti e narrano di una nazione ricca e militarmente preparata che ha, nei secoli passati, raggiunto anche alti livelli di potenza e splendore sotto la guida di illustri condottieri, come si andrĂ  a scoprire nel corso di questa voce.

Table of contents
1 Storia
2 Arte
3 Lingua e letteratura

Storia

Popolazioni iraniche indoeuropee occuparono la Persia probabilmente sin dal 1200 a.C: tra esse, le tribů dei medi e dei persiani, che per lungo tempo lottarono contro l'influenza assira e l'attrazione delle civiltĂ  dell'Indo.

Queste furono sottomesse inizialmente dalla potenza dei medi, che ricacciarono sciìti e cimmeri e, alleatisi con i babilonesi, annientarono l'impero assiro. Con Ciro il Grande i loro vassalli achemenidi conquistarono il primato su tutta la regione (550 a.C): Ciro fu il fondatore dell'impero persiano, che nel giro di due decenni si estese conquistando Babilonia (539 a.C) e sottomettendo le città greche dell'Asia minore e le popolazioni dell'Iran orientale e delle steppe asiatiche, fino all'Indo. La superiorità militare persiana sui popoli occidentali derivava dall'apprendimento di tecniche di combattimento tipicamente asiatiche come gli arcieri a cavallo. Cambise, tra il 529 e il 522, allargò ulteriormente i confini dall'impero, conquistando anche l'Egitto, ma fu il successore Dario I (521-486) che diede all'impero la massima estensione con puntate nei territori degli sciìti e dei traci a ovest del Mar Nero.

Le guerre persiane

Sotto Dario iniziarono le guerre persiane, dettate da un'aspirazione imperialistica sulle città greche che non andò a buon fine, pur se i persiani continuarono poi per oltre un secolo a influire in modo rilevante sulle vicende politiche della Grecia.

Il periodo ellenistico

L'impero persiano classico aveva un'organizzazione burocratica (satrapìe) e una notevole capacità di esercitare il controllo politico nel rispetto di civiltà, leggi e religioni locali, pur se il mazdeismo era considerata religione di stato. La successiva involuzione dispotica e le rivolte locali ne indebolirono la struttura, che cadde sotto i colpi della nascente potenza macedone: nel 331 Alessandro Magno conquistava Persepoli.

Il successivo regno ellenistico dei Seleucidi si dissolse sotto l'urto di popolazioni locali: parti e battriani, principalmente. Fu nel III secolo d.C. che Mesopotamia, Iran e Afghanistan vennero di nuovo riuniti sotto l'impero teocratico dei SasĂ nidi, che tenne testa all'egemonia romana e poi bizantina in Asia Minore, e raggiunse il suo apogeo anche culturale e artistico sotto Cosroe I nel sec. VI.

Il declino: verso l'Iran moderno

La civiltà iranica cadde nel 637, quando gli Arabi invasero la Persia e conquistarono Ctesifonte: di conseguenza i Persiani, sconfitti, adottarono l'Islam, ma una confessione sotterranea, esoteria e rivoluzionaria, quella di ceppo sciìta.

Alla morte di Maometto, avvenuta nel 632, la sua famiglia venne privata del potere che venne conferito ai compagni del profeta. Alì, suo genero e cugino, e Hussein, figlio di Alì, che aveva sposato una principessa persiana della dinastia dei SasĂ nidi, furono assassinati uno dopo l'altro, e il potere rimase così nelle mani della corrente sunnita. Attraverso la fedeltĂ  ad Alì e Hussein, nei persiani si manifestava anche la devozione alla linea sasĂ nide e al glorioso passato del loro paese. In tal modo le feste religiose divennero in realtĂ  dei retaggi delle antiche feste zoroastriane. La presenza del ceppo sciìta č poi accertata da un ramo dinastico di Imam discendenti di Hussein, che si succedettero fino all'874, data in cui il secondo Imam, Mohamed al-Mahdi, uscì misteriosamente di scena: i suoi sostenitori sostengono ancora che č stato nascosto e che farĂ  la sua riapparizione per regnare fino alla fine dei tempi.

L'invasione e l'occupazione araba del 642 fu, però, solo la prima di una lunga serie: la Persia, infatti, cesserĂ  di esistere come nazione indipendente per piů di otto secoli. Essa sarĂ  dominata nel X secolo dai turchi gasnčvedi, nell'XI dal selgiůchidi, nel XII dai Khwarezmenidi e dalla fine del XII sino al XIV secolo dai Mongoli, che fonderanno la dinastia degli Ilkhan. Sul finire del XIV secolo, quindi, la Persia passa sotto il potere dei Timůridi, ma a dispetto delle molteplici invasioni e occupazioni, la cultura e la sua lingua continua a mantenersi indipendente e vitale: il suo emblema č il Libro del Re, scritto da Firdowsi nel X secolo per il sovrano turco Mahamud di Gasma.

Esso racconta l'epopea dei re e degli eroi della Persia dal principio dei secoli: questa storia, pur se esclusivamente persiana, lascerĂ  un'eco in tutta l'Asia e verrĂ  adottata dai Khan turkmeni e uzeki, i sultani mamelucchi e ottomani, gli Ilkhan mongoli e i grandi Mogol dell'India.

Dopo le molote occupazioni e vessazioni, la Persia finalmente sorge a nuova vita grazie alla dinastia turkmena dei SafĂ widi all'inizio del XVI secolo: costoro lottarono per tutta la durata del loro regno contro i turchi ottomani. Nel 1795, dopo l'interregno di Nadir Shab, succede alla prima una nuova dinastia turkmena, quella dei Qagiari. La Persia, allora, si troverĂ  divisa dalle mire della Russia, da una parte, e dell'Inghilterra dall'altra: nel XIX secolo la Persia si troverĂ  ad essere uno stato cuscinetto tra le due superpotenze. La prima si annette il Caucaso e l'Asia centrale e la seconda prende piede in Afghanistan e in Tibet. La scoperta del petrolio e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale non fanno altro che rinforzare sempre piů la presa inglese sul paese, rendendo sempre piů evidenti le proprie manovre economiche in Persia. Si arriva, così, al 1925 quando un semplice ufficiale, Rezah Khan, prende il potere e detronizza l'ultimo sovrano qagiaro. Il nuovo monarca accelera nel processo di occidentalizzazione del paese con grande disappunto dei religiosi e lo nomina ufficialmente Iran.

(la storia, da qui in poi, continua nelle pagine dell'Iran)

Arte

Al periodo preistorico (VI-IV millennio a.C) risale un'abbondante produzione di ceramiche dipinte con figure geometriche e sagome di vari animali, con fitti tratteggi decorativi, provenienti dalle regioni centrali e dall'Elam, nel Sud-Ovest del paese.

Largamente esposta a influenze sumere, la civiltĂ  elamitica (III-II millennio a.C) ha lasciato un unico monumento, l'imponente ziqqurat di Cioga Zanbil, e numerosi manufatti, ritrovati soprattutto a Susa. A essa si fanno risalire i bronzi del Luristan, mentre ad altre culture, assire ed urartee, rimandano le tazze e i bacili in oro e argento con figurazioni a sbalzo ritrovati presso Hasanlu, Ziwiye e Kalar Dasht.

In epoca achemenide (550-330 a.C) le capitali imperiali offrono il quadro di una civiltĂ  artistica ispirata a modelli assiro-babilonesi, ma originale nelle novitĂ  architettoniche utilizzate. I palazzi di Pasargade, Susa, Persepoli, eretti su terrazze fortificate, includono portici, scalinate, ingressi monumentali e comprendono l'apadana, immensa sala riservata alle udienze su decine di colonne dai fastosi capitelli decorati con figure animali. I rilievi, talora in mattonelle smaltate (Susa) ma piů spesso in pietra, illustrano lunghe processioni o combattimenti. Significativi i rari templi zoroastriani a torre e le tombe rupestri dei re con prospetti scolpiti. Di particolare raffinatezza la lavorazione dei metalli e l'oreficeria. Con la conquista di Alessandro e il dominio dei Seleucidi (330-250 a.C) la decorazione architettonica si arricchì di motivi classici: vennero coniate monete sul modello greco e si costruirono cittĂ  secondo i principi urbanistici del mondo ellenistico. Alla dominazione partica (250 a.C. - 240 d.C) risalgono i palazzi di Assur, Hatra, Warka, con grandi arcate coperte di volte a botte, i cosiddetti iwan, destinati a grande fortuna anche in epoca islamica.

Nel periodo sasanide (224-632) sorgono, a Firuzabad, Bishapur e Ctesifonte, palazzi con iwan colossali e coperture a cupola, rivestiti di paramenti di stucco lavorato; la scultura č rinnovata da apporti romani (rilievi rupestri nella valle di Naqsh-i-Rustam); le arti minori sono di grande valore decorativo: ad esempio si realizzavano coppe in argento sbalzato, tessuti di seta con motivi geometrici e araldici.

(per il periodo delle conquieste arabe, vedere anche Arte Islamica)

Lingua e letteratura

Il persiano appartiene alle lingue iraniche e la sua evoluzione può essere suddivisa in tre fasi:

  1. fase antica: antico persiano delle iscrizioni e avestico dell'Avesta,
  2. fase media: medio persiano, 300 a.C-900 d.C, distinto in pahlavi partico o pahlavik, e pahlavi sasanide o parsik,
  3. fase recente: neopersiano o parsi: dal sec.IX ad oggi.
La letteratura neopersiana, scritta in alfabeto arabo e ricca di arabismi, ha il suo primo, grande poeta in Firdowsi (Libro dei Re, 975-1010 circa). I generi piů coltivati dai poeti classici, oltre all'epica, sono la qasida, il ghazal e il masnavì: tra i massimi poeti dell'epoca (secoli XII-XIV) si annoverano Omar Khayyam, Hafiz, Gialal al-Din Rumi, Nizami e Sadi, nella cui opera si combinano spesso temi erotici e mistici, edonismo e religiositĂ . Il periodo classico si chiude con Giami (1414-92).

Le guerre civili e le conseguenti migrazioni in India diedero vita al cosìdetto stile indiano, che godette la protezione dei principi moghul e, riportato in Persia, influenzò poi la letteratura dell'epoca safawide (1500-1736). La produzione letteraria moderna piů significativa č rappresentata dalla poesia satirica e dalla prosa: questa si ispira sia alla prosa di viaggio del medievale Nasir-i Khusraw, sia alle traduzioni di autori occidentali, mentre i poeti cercano una sintesi fra tradizione stilistica classica e modelli europei e americani. Tra gli scrittori piů noti in occidente, il prosatore Sadeq Hedayat e Nima Yushij, fautore di una poetica europeizzante.

(per gli scrittori moderni, consultare Iraniani illustri)


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