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Iran

La Repubblica Islamica dell'Iran è un paese mediorientale, situato nel sud-est asiatico. Un tempo nota come Persia, l'Iran confina a Ovest con la Turchia e l'Iraq, a Nord con il Turkmenistan, l'Azerbaijan e l'Armenia, oltre al Mar Caspio, a Est con il Pakistan e l'Afghanistan, mentre a Sud è delimitata dal golfo Persico e dal golfo di Oman.

جمهوری اسلامی ایران
Jomhuri-ye Eslami-ye Iran
Motto: Allahu Akbar
(Dio è il più grande)
Lingua ufficialePersiano
CapitaleTehran
Leader SupremoAli Khamenei
PresidenteMohammad Khatami
Superficie
 - Totale
 - % d'acqua
17a
1,648,195 km²
0.7%
Abitanti
 - Totale
 - Densità
18a
68,278,826 (al 2002)
40/km²
Indipendenza
 - In data
Rivoluzione Islamica
1 Aprile, 1979
MonetaRial
Zona orariaUTC +3.30
Inno nazionaleSorood-e Melli-e Jomhoori-e Eslami
Internet TLD.IR
Codice Telefonico98

Table of contents
1 Storia
2 Geografia
3 Popolazione
4 Economia
5 Politica
6 Arte e Cultura
7 Link esterni

Storia

(per il periodo storico precedente alla proclamazione del nuovo stato, vedere Persia)

Si può far iniziare la storia dell'Iran con il 1925, quando un semplice ufficiale, Rezah Khan, prende il potere e detronizza l'ultimo sovrano qagiaro. Il nuovo monarca accelera nel processo di occidentalizzazione del paese, con grande disappunto dei religiosi e lo nomina ufficialmente Iran.

Durante la Seconda Guerra Mondiale il nord del paese passa sotto l'occupazione dei sovietici, mentre al sud si posizionano gli inglesi e gli americani, che obbligano l'Iran a dichiarare guerra alla Germania. Scontenti del poco interesse dello Scià, questi ultimi lo detronizzano mettendo al suo posto il figlio Mohamed Rezah, entrando così nel novero degli stati occidentali, e affermandosi, anche grazie all'efficiente organizzazione militare, come la principale potenza del golfo Persico.

Nel 1955 la CIA organizza un primo colpo di stato contro Mossadeq, il capo del governo, che critica la ripartizione dei benefici nello sfruttamento petrolifero dell'Anglo-Iranian Oil Company: gli americani bloccano il paese, impedendo l'esportazione del petrolio, mentre Mossadeq viene rovesciato e Mohamed Rezah, che era fuggito dal paese a causa di un colpo di stato dell'ex-primo ministro, sale nuovamente al trono, dove vi resterà fino al 1979, data in cui sceglierà la via dell'esilio in seguito alla rivoluzione.

Alla conclusione della rivoluzione al potere salì l'ayatollah Khomeini, leader della comunità sciìta, che, rotti i rapporti con gli USA, dichiarò l'Iran Repubblica Islamica: uno dei primi provvedimenti che il nuovo governo islamico aveva deciso di chiudere le Università, per evitare che i giovani iraniani si allontanassero dal vero cammino dell'Islam: il provvedimento durò per 2 anni.

In generale, comunque, le cose non cambiarono di molto rispetto al regime dello Scià: i precedenti prigionieri politici, dopo pochi mesi, divennero nemici anche del nuovo governo, che dal 1980 al 1988, con una semplice scusa, si impegnò in una guerra contro l'Iraq per il ruolo di potenza nella regione.

La guerra contro l'Iraq

Dopo un inizio favorevole, la maggiore capacità militare dell'Iraq si fece valere e le città iraniane del confine meridionale iniziarono ad essere bombardate, generando, così, un flusso migratorio interno che portò molti a rifugiarsi nelle regioni del nord: la capitale Teheran venne invasa da rifugiati, rendendo ancor più difficile la situazione interna del paese. A complicare ancora di più le cose c'erano i gruppi di pulizia islamica che dovevano controllare per conto della repubblica il rispetto dei dettami coranici da parte della popolazione.

Inoltre nelle scuole (che erano state divise in femminili e maschili) le bambine venivano costrette a realizzare indumenti destinati ai militari al fronte, mentre i maschi venivano indottrinati al martirio utilizzando la Chiave del Paradiso, ovvero un oggetto simbolico, che doveva consentire l'ingresso in un luogo abbondante di donne, palazzi d'oro e diamanti, per spingere all'odio i sentimenti dei bambini, che successivamente venivano mandati al fronte per affrontare il ben più preparato esercito iracheno.

Nonostante tutto ciò, nel 1982 l'esercito iraniano riconquista la città di Khoramshahr: questo spinge l'Iraq a proporre la pace all'Iran, mentre l'Arabia Saudita era disposta a rimborsare il paese per i disastri del conflitto. Il governo, però, si oppose, rifiutando la pace, e la guerra riprese più feroce di prima, tanto che, per le strade della capitale, comparivano slogan bellici, come ad esempio:

Morire da martire, significa iniettare sangue nelle venne della società

Un esempio di tale martirio era l'uccisione degli oppositori al regime, cui spesso si trovavano giovani vergini, ma poiché era vietato dal Corano l'uccisione delle vergini, queste venivano di forza fatte sposare con ufficiali dell'esercito e quindi le famiglie venivano rimborsate con una dote di 55 tumens, pari a 4,57 euro.

(le informazioni sulla guerra con l'Iraq sono ricavate dal racconto diretto di Marjane Satrapi fatto sul secondo volume di Persepolis; sempre gradito un approfondimento\)

Tempi recenti

Dopo la morte di Khomeini, avvenuta nel 1989, è stato eletto presidente Alì Rafsanjani, rieletto nel 1993, che ha cercato di attenuare i comportamenti rigidamente ortodossi dell'Iran e di riavvicinare il paese all'Occidente. Purtroppo tali sforzi si sono rivelati vani e ancora oggi sembra che il paese sia lontano da posizioni più moderate, alimentando il malcontento dei ceti più poveri e delle donne, che spesso hanno criticato il loro governo, con conseguente esilio per i ribelli.

Geografia

Il territorio dell'Iran corrisponde alla parte occidentale dell'altopiano iranico, che continua nelle alte terre afghane e pakistane. Tra le catene montuose dell'altopiano si aprono ampi bacini più o meno depressi (deserti del Dasht-e-Kavir e del Dasht-e-Lut). Dall'Azerbaigian partono altri due sistemi montuosi: a Nord la catena dell'Elburz e a Sud, con sviluppo verso il Sud-Est, il sistema dello Zagros. I fiumi più lunghi sono tributari del bacino mesopotamico. Le regioni interne hanno clima arido con forti escursioni termiche; lungo le coste si hanno condizioni tropicali e subtropicali.

(maggiori approfondimenti su Geografia dell'Iran)

Popolazione

La popolazione appartiene al gruppo ario di ceppo indoeuropeo; a questo ceppo principale si devono aggiungere le minoranze dei turkmeni, curdi, armeni, beluci, azeri. Le regioni desertiche orientali sono percorse da quasi 2 milioni di nomadi, principalmente allevatori: le maggiori concentrazioni si hanno a Nord dell'Elburz e lungo la costa del Caspio. Il tasso di crescita demografica è assai elevato (3,5% circa): la popolazione, più che raddoppiata negli ultimi cent'anni, è molto giovane (46% sotto i 15 anni) con gravi problemi per l'istruzione (60% circa di analfabeti). Rilevante l'inurbamento (nella capitale oltre 6 milioni di abitanti).

La lingua ufficiale è il persiano, la religione quella musulmana di rito sciìta. C'è anche un 10% di fedeli di rito sunnita, oltre ad una minoranza di fede Baha'i e alcuni zoroastriani, religioni nate nella regione dell'Iran.

Economia

L'Iran, tra il 1960 e il 1977, ha conosciuto un processo di industrializzazione finanziato dai proventi del petrolio, non accompagnato, però, da un adeguato aumento delle infrastrutture e da un sufficiente sviluppo dell'agricoltura. A tutto questo vanno ad aggiungersi le tensioni politiche e religiose che hanno dato vita a vari moti di protesta, la guerra con l'Iraq e il crollo del prezzo del petrolio, accentuando le difficoltà della giovane nazione.

Il 30% della popolazione vive ancora di agricoltura, praticata su un territorio coltivato solo per il 10%, coltivando soprattutto cereali, orzo, cotone, che viene esportato, tabacco, barbabietola e canna da zucchero. Diffuso l'allevamento bovino nelle zone di pascoli, ovino e caprino in quelle più aride. Accanto al petrolio, di cui l'Iran è uno dei principali produttori mondiali, le risorse minerarie annoverano gas naturale, ferro, rame, carbone: gli idrocarburi rappresentano il 25% del PIL e il 10% delle esportazioni. Sono sorte alcune industrie nel settore petrolchimico nelle città di Abadan, Teheran, Kermanshah, Shiraz, Tabriz, Bandar-Shapur, in quello siderurgico a Isfahan e Bandar-Abbas e in quelli metallurgico e meccanico. Ai settori tessile e alimentare si sono aggiunte industrie per la produzione di beni di consumo.

Notevoli sforzi sono stati compiuti durante la presidenza di Rafsanjani per tornare a un'economia di pace e modernizzare le strutture produttive, aprendo al mercato e ai capitali stranieri, ma la nuova linea di politica economica ha portato a una grave crisi nei primi anni Novanta, con pesanti costi sociali: rialzo dell'inflazione, difficoltà dell'industria nazionale e tutta una serie di problemi che hanno reso difficile la ripresa economica. A tutto ciò si aggiungono i problemi causati dall'ideologia religiosa che ha impedito la privatizzazione di alcuni settori dell'economia iraniana: la costituzione islamica, infatti, vieta gli investimenti stranieri.

Politica

Dalla rivoluzione del 1979 la guida suprema è il rahbar, o in sua assenza un concilio di capi religiosi. Vengono scelti da un'assemblea clericale sulla base del loro curriculum e del grado di stima posseduto presso la popolazione. Il Leader Supremo nomina i sei membri religiosi del Concilio dei Guardiani, composto da 12 membri e con il compito di approvare i candidati alla presidenza dello stato e certificare la loro competenza e quella del parlamento, al pari delle più alte cariche giudiziarie, oltre ad essere il comandante in capo delle forze armate.

A capo dello stato vi è il presidente, eletto, a maggioranza assoluta, con suffragio universale: il suo mandato ha durata quadriennale e vigila sul buon comportamento del potere esecutivo. Dopo la sua elezione, il presidente nomina e supervisiona il Consiglio dei Ministri, coordina le decisioni del governo e seleziona le decisioni governative da proporre al parlamento.

Il parlamento iraniano, in un'unica camera, l'Assemblea Consultiva Islamica o Majles-e-Shura-ye-Eslami, è composto da 290 membri, eletti con voto diretto e segreto, anch'essi con mandato quadriennale. Tutta la legislazione deve essere seguita, sin dal suo inizio, dal Concilio dei Guardiani. I sei membri laici del Concilio, avvocati nominati dal parlamento, si pronunciano solo sulla costituzionalità delle leggi, mentre i sei membri religiosi esaminano la loro conformità con i dettami Islamici.

Provincie

L'Iran si divide in 28 provincie (ostan-haa, singulare - ostan):

  1. Tehran
  2. Qom
  3. Markazi
  4. Qazvin
  5. Gilan
  6. Ardabil
  7. Zanjan
  8. Azarbaijan dell'Est
  9. Azarbaijan dell'Ovest
  10. Kurdistan
  11. Hamadan
  12. Kermanshah
  13. Ilam
  14. Lorestan
  1. Khuzestan
  2. Chahar Mahaal e Bakhtiari
  3. Kohkiluyeh e Buyer Ahmad
  4. Bushehr
  5. Fars
  6. Hormozgan
  7. Sistan e Baluchistan
  8. Kerman
  9. Yazd
  10. Esfahan
  11. Semnan
  12. Mazandaran
  13. Golestan
  14. Khorasan

Città

Arte e Cultura

Come detto l'Iran attuale altro non è se non la Persia, che nei millenni passati ha contribuito alla Storia dell'Arte e della Musica. Per approfondire, quindi, i vari aspetti della cultura iraniana, fare riferimento a Persia, sottosezione Arte, e a La musica in Iran.

Vedere, inoltre, la lista sugli Iraniani illustri.

Link esterni


OPEC (Organization of Petroleum Exporting Countries)
Algeria | Indonesia | Iran | Iraq | Kuwait | Libia | Nigeria | Qatar | Arabia Saudita | Emirati Arabi Uniti | Venezuela


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