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San Giorgio

Non ci sono molte notizie sulla vita di San Giorgio. Si sa di certo solo che è stato un cristiano, martirizzato prima di Costantino, probabilmente a Lydda presso Tel Aviv in Israele. Secondo le più antiche redazioni agiografiche, è originario della Cappadocia. Secondo la leggenda egli nasce da Geronzio, persiano, e Policromia, cappadoce, verso l'anno 280 e fin dalla concezione San Giorgio è predestinato a grandi cose; i genitori lo educano religiosamente fino al momento in cui entra nel servizio militare.

Una volta trasferitosi in Palestina, si arruola nell'esercito di Diocleziano e si comporta da valoroso soldato al punto che per il suo valore giunge a far parte della guardia del corpo dello stesso Diocleziano.

Il martirio avviene sotto Diocleziano, imperatore dei romani (che però in molte recensioni è sostituito da Daciano imperatore dei Persiani), il quale convoca settantadue re per decidere che misure prendere contro i cristiani. Giorgio di Cappadocia, ufficiale delle milizie, dona ai poveri tutti i suoi averi, e, davanti alla corte, si confessa cristiano; all’invito dell’imperatore di sacrificare agli dei si rifiuta ed iniziano le numerose e spettacolari scene di martirio.

Secondo le leggende viene battuto,sospeso, lacerato e gettato in carcere dove ha una visione del Signore che gli predice sette anni di tormenti, tre volte la morte e tre la resurrezione. Tagliato in due con una ruota piena di chiodi e spade Giorgio risuscita operando la conversione del magister militum Anatolio con tutti i suoi soldati che vengono uccisi a fil di spada; entra in un tempio pagano e con un soffio abbatte gli idoli di pietra; converte l’imperatrice Alessandra che viene martirizzata. A richiesta del re Tranquillino, il santo risuscita diciassette persone morte da quattrocentosessant’anni, le battezza e le fa sparire; l’imperatore lo condanna nuovamente a morte, ed il santo prima di essere decapitato, implora a Dio che l’imperatore ed i settantadue re siano inceneriti; esaudita la sua preghiera Giorgio si lascia decapitare promettendo protezione a chi onorerà le sue reliquie.

La "Leggenda Aurea", fissa la sua figura come cavaliere eroico, che tanto influenzerà l’ispirazione figurativa degli artisti e della fantasia popolare. Essa narra che in una città chiamata Silene, in Libia, vi era un grande stagno, tale da poter nascondere un drago, il quale, avvicinandosi alla città, uccideva con il fiato tutte le persone che incontrava. I poveri abitanti gli offrivano per placarlo, due pecore al giorno ma quando queste cominciarono a scarseggiare,furono costretti ad offrirgli una pecora e un giovane tirato a sorte. Un giorno fu estratta la giovane figlia del re. Questi terrorizzato offrì il suo patrimonio e metà del regno, ma la popolazione si ribellò, avendo visto morire tanti suoi figli. Dopo otto giorni di tentativi, il re alla fine dovette cedere e la giovane fanciulla si avviò verso il grande stagno per essere offerta al drago. In quel momento passo di li il giovane cavaliere Giorgio, il quale saputo dell’imminente sacrificio, tranquillizzò la principessina, promettendole il suo intervento per evitarle la brutale morte, e quando il drago uscì dalle acque, sprizzando fuoco e fumo dalle narici, Giorgio non si spaventò, e affrontandolo lo trafisse con la sua lancia, ferendolo e facendolo cadere a terra. Poi disse alla fanciulla di non aver timore e di avvolgere la sua cintura al collo del drago; il quale prese a seguirla docilmente come un cagnolino, verso la città. Gli abitanti erano atterriti nel vedere il drago avvicinarsi, ma Giorgio li tranquillizzò dicendo loro di non aver timore poiché "Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: Se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo ed io ucciderò il mostro". Allora il re e la popolazione si convertirono e il prode cavaliere,uccise il drago e lo fece portare fuori dalla città trascinato da quattro paia di buoi. La leggenda era sorta al tempo delle Crociate, e probabilmente fu influenzata da una falsa interpretazione di un’immagine dell’imperatore cristiano Costantino, trovata a Costantinopoli, dove il sovrano schiacciava col piede un drago, simbolo del "nemico del genere umano". La fantasia popolare ricamò sopra tutto ciò, ed il racconto, passando per l'Egitto, dove S. Giorgio ebbe dedicate molte chiese e monasteri, divenne una leggenda affascinante.

Nel Medioevo la lotta di san Giorgio contro il drago diviene il simbolo della lotta del bene contro il male e per questo il mondo della cavalleria vi vede incarnati i suoi ideali. La leggenda del soldato vincitore del drago,contribuisce al diffondersi del suo culto che diviene popolarissimo in Occidente ed in tutto l'Oriente bizantino, ove è per eccellenza il "grande martire" e il "trionfatore". Rapidamente egli diviene un santo tra i più venerati in ogni parte del mondo cristiano.

Forse nessun Santo ha riscosso così tanta venerazione popolare quanto S. Giorgio. A testimonianza di ciò sono le innumerevoli chiese dedicate al suo nome. In Italia il culto per S. Giorgio fu assai diffuso. A Roma Belisario (ca 527) affidò alla protezione del santo la porta di S.Sebastiano e la chiesa del Velabro, dove venne poi trasferito il cranio di Giorgio, trovato nel patriarchi lateranense da papa Zaccaria (744 – 752). In Germania sono a lui dedicate molte acque ritenute miracolose. È patrono dell’Inghilterra, di intere Regioni spagnole, del Portogallo, della Lituania; di città come Genova, Campobasso, Ferrara, Reggio Calabria (nella sola Italia vi sono ben 21 Comuni che portano il suo nome), Georgia è il nome di uno Stato americano degli U.S.A e di una Repubblica caucasica; sei re di Gran Bretagna e Irlanda, due re di Grecia e altri dell’Est europeo, portarono il suo nome.

Vari Ordini cavallereschi portano oggi il suo nome e i suoi simboli, fra i più conosciuti abbiamo: l’Ordine di S. Giorgio, o anche detto "della Giarrettiera"; l’Ordine Teutonico, l’Ordine militare di Calatrava d’Aragona; il Sacro Ordine Costantiniano di S. Giorgio, e molti altri

Il nome di San Giorgio era invocato contro i serpenti velenosi, la peste, la lebbra e la sifilide e, nei paesi slavi, contro le streghe. Grande venerazione riscosse il sepolcro del martire e le sue reliquie furono trasferite, probabilmente durante l'invasione persiana all'inizio del sec. VII o, poco dopo, all'arrivo dei musulmani in Palestina

Detto tutto questo, è facile intuire come il suo culto così diffuso in tutti i secoli, abbia superato le perplessità sorte in seno alla Chiesa a causa della mancanza di notizie certe e comprovate sulla sua vita. Nel 1969 lo declassò nella liturgia ad una memoria facoltativa; comunque i fedeli di ogni luogo dove è venerato, hanno continuato a tributargli la loro devozione millenaria.

La festa si celebra il 23 aprile.

Viene onorato, almeno dal IV sec, come martire di Cristo in ogni parte della Chiesa. La sua memoria è celebrata in questo giorno anche nei riti siro e bizantino. Tra gli Slavi di Corinzia assume l'aspetto folcloristico di un rito per ottenere la pioggia (Giorgio verde); tra i Georgiani,invece, si celebra il 14 agosto e ha preso il posto di una festa al dio Luno (Giorgio bianco)

Patronato: Arcieri, Cavalieri, Soldati, Alabardieri, Armaioli, Piumaroli (elmo), Scout, Esploratori/Guide AGESCI

Etimologia: Giorgio = che lavora la terra, dal greco

Emblema: Drago, Palma, Stendardo


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