Afrodite
Afrodite è, nella mitologia greca, la dea della bellezza, dell'amore e della fecondità .
Ha un'origine molto antica, i primi culti che le vennero resi furono a Pafio (isola di Cipro).
Afrodite era familiare ai greci dell' Egeo perchè rappresentava l'aspetto della divinità femminile comune a tutte le civiltà del bacino mediterraneo e del vicino oriente.
La storia del suo amore per Adone (Tamuz), non è greca ma fenicia.
Alcuni popoli semitici la adoravano con il nome di Astarte o Ishtar.
Il suo nome è legato alla sua nascita, così come viene riportata da Esiodo.
Crono, per detronizzare il padre Urano, lo ferì a morte tagliandogli i genitali con un falcetto, facendo cadere in mare alcune gocce del suo sangue: da queste gocce si formò una schiuma bianca (afros in greco) da cui nacque la dea, che uscì dalle onde a Pafo.
Secondo Omero la dea era figlia di Zeus e di Dione di Dodona: nell'Iliade (libro V) Dione è la madre di Afrodite.
Sempre secondo Omero, era moglie di Efesto, il fabbro divino, figlio di Zeus e di Era.
Efesto era zoppo e derforme, così Afrodite si consolò con Ares, il dio della guerra, al quale diede tre figli: Deimos (il Terrore), Phobos (il Timore) e Armonia (la Concordia).
Un giorno Elios, il sole, sorprese Ares e Afrodite, riferendo tutto ad Efesto, che si ritirò nella sua fucina per cercare un modo di vendicarsi su entrambi.
Costruì una rete di bronzo, forte e resistente, ma con maglie così sottili da risultare invisibile. La dispose sopra il suo letto, annunciando alla moglie che partiva per l'isola di Lemno.
Appena il marito l'ebbe lasciata, Afrodite chiamò Ares. Tornato a casa, Efesto colse Afrodite in flagrante adulterio sul proprio letto, i due non ebbero modo di rialzarsi in quanto imprigionati dalla rete.
Efesto chiamò a raccolta tutti gli dei dell'Olimpo, facendo loro contemplare lo spettacolo offerto dalla moglie e dal dio della guerra.
Gli abitanti dell'Olimpo furono presi da un riso irrefrenabile, e, quando Efesto li libero, Ares fuggì, umiliato.
Afrodite si rifugiò a Pafo, dove le Grazie, sue ancelle, la calmarono.
Gli amori di Ares e Afrodite sono narrati nell'Odissea (libro V), mentre nell'Iliade, viene descritta la dea che protegge il campo troiano.
Afrodite amava infatti il principe di Troia, Anchise, di cui si era invaghita vedendolo pascolare le sue greggi sul monte Ida.
Dall'unione tra i due, nacque Enea; la dea si fece promettere di non rivelare mai l'identità della madre.
Ma un giorno Anchise si vantò di essere stato amato da Afrodite. Furente Zeus lanciò su di lui un fulmine, che Afrodite riuscì ad attutire, senza però impedire che Anchise riportasse una ferita, tanto grave, da renderlo zoppo per sempre.
Afrodite amò anche Hermes, dal quale ebbe un figlio, Ermafrodito, la cui natura era nel contempo maschile e femminile.
Dai suoi amori con Poseidone, nacquero Roda ed Erofilo, un altro figlio lo ebbe dai rapporti con Dioniso.
Afrodite riveste aspetti diversi, che l'apparentano all'antica Madre Terra (o Terra Nutrice).
Più familiarmente è Anadiomene, colei che nasce dal mare, Afrodite Urania (figlia del cielo) o Afrodite Pandemia (Afrodite popolare).
I suoi legami con gli altri dei dell'Olimpo, per quanto tenui, sono sempre essenziali a tutti i miti.
Rappresenta la forza primordiale della natura, riassumendo in sé altre divinità anteriori.
Vedi anche:' Venere