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Apollo (mitologia greca)

Apollo è una figura della mitologia greca, dio della medicina, della musica e della profezia.

Apollo è anche l'arciere divino, protettore delle greggi (Nomios), il Brillante (Phoebos), viene associato al culto del sole, mentre più propriamente, deve essere associato a quello della luce.
È eternamente giovane, saggio e giusto.
Possono essere trovati suoi omologhi nella mitologia egizia (Horus) e in quella indiana (Rama).
Prese posto nell'Olimpo relativamente tardi, ma è considerato un dio essenzialmente greco.
La sua divinità pastorale, si riallaccia ai culti indoeuropei, che seguirono le migrazioni in Grecia.
L'attribuzione di oracolo di Delfi, non è dovuta ad una tradizione prestabilita, ma bensì ad una serie di avvenimenti. Il suo santuario divenne il più importante in tutta la Grecia e l'oracolo di Delfi era considerata l'autorità suprema in ambito religioso e politico.
Questo fatto creò un notevole influsso calmierante, aumentando la tolleranza: da una parte furono screditate le dispute familiari, dall'altra fu ammesso il concetto di espiazione dei delitti, a qualunque livello fossero stati commessi.

Esiodo ci racconta che Apollo era figlio di Zeus e Leto, a sua volta figlia di Ceo e Febe.
Leto fu vittima della gelosia di Era e nessun luogo poteva dirsi sicuro per far nascere i propri figli.
Finalmente le fu offerto rifugio nell'isola galleggiante di Ortigia, fino a quel momento incolta. Quando Artemide e Apollo nacquero, l'isola si fisso al fondo del mare. Fin dalla nascita, Artemide poté aiutare la madre nel mettere al mondo Apollo; in suo onere l'isola prese il nome di Delo (la brillante).
Apollo fu nutrito da Temi con i cibi divini, nettare e ambrosia, che gli permisero di divenire adulto in quattro giorni.

La prima cosa che fece, fu di ricercare il serpente Pitone, che era stato creato da Era per far soffrire Leto. Riuscì a trovarlo sul monte Parnaso, ma Pitone riuscì a sfuggire alle frecce di Apollo, rifugiandosi al santuario dell'Alma Terra di Delfi.
Apollo lo inseguì e lo uccise, proprio vicino alla fenditura dalla quale usciva la voce dell'oracolo.
In questo modo, Apollo profanò un luogo sacro e di questa offesa, la Terra, gli chiese riparazione. Zeus lo mandò in Tessaglia, nella valle di Tempe, per ottenere la purificazione. Secondo un'altra versione, la sua penitenza, fu assolta presso Admeto, che lo tenne con sé come pastore. Dopo la purificazione, Apollo organizzò i giochi pitici, anche se non è chiaro se i giochi volessero onorare la morte di Pitone o la sua vittoria sul serpente.
Apollo ritornò a Delfi e si impossessò dell'oracolo.

Il ruolo di Apollo come divinita profetica è estremamente antico.
Viene definito Apollo Pitio (in ricordo del serpente), Apollo Delio (dal nome della località in cui nacque) ed anche Apollo Licio (sterminatore dei lupi).
Quest'ultimo nome si aggiunge ai già numerosi indizi del suo arrivo in Grecia, rafforzando il suo legame con gli iperborei.
Gli iperborei erano un popolo che vivevano oltre il confine settentrionale della Grecia, veneravano Apollo e ogni anno mandavano a Delo delle spighe di grano in offerta.
Forse erano primizie, primi frutti di una colonia greca al di là del Danubio.
Erodoto li localizza oltre il paese degli sciti, descrivendo il loro regno come circondato dal mare.

Moltissimi gli amori di Apollo, il più famoso è quello con Coronide, la principessa lapita, che gli diede il figlio Asclepio, dio della medicina.

Vedi anche

Apollo nella mitologia romana.


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