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Emissione stimolata

L'emissione stimolata avviene quando un fotone passa nelle vicinanze di un atomo che si trova nello stato eccitato (per esempio, a causa di urti con elettroni). Il fotone incidente è caratterizzato da una frequenza ν1 e da una traettoria che forma un angolo θ1 con l'asse x.

Se il fotone incidente passa assai vicino (colpisce) l'atomo, quest'ultimo emette due fotoni caratterizzati da frequenze ν2 e ν3 e da traettorie con angoli θ2 e θ3 rispetto all'asse x.

La differenza fra gli angoli θ1, θ2 e θ3 è trascurabilmente piccola nel senso che nessuno ha mai tentato di misurarla. La differenza fra le frequenze ν1, ν2 e ν3 è infinitesimali perché tali frequenze sono collegate ai livelli energetici dell'atomo in questione. In pratica i due fotoni emessi sono identici a quello incidente, due fotocopie.

L'emissione stimolata è un processo squisitamente quantistico che non ha, né può avere, un corrispondente nella fisica classica.

L'emissione stimolata venne proposta da Einstein in maniera semplicissima. Egli prese la legge che dice che l'assorbimento lungo l'asse x segue un esponenziale decrescente e la modificò aggiungendo un addendo.


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