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Federico Fellini

Federico Fellini - (Rimini 20 gennaio 1920 - Roma 31 ottobre 1993 - è stato un cineasta di fama internazionale il cui stile è entrato a far parte della storia del cinema. La sua attività di regista, spesso intensamente autobiografica, fu premiata - pochi mesi prima della morte - con il Premio Oscar, il quinto ricevuto in carriera. Importante è stata la sua amicizia con il compositore Nino Rota durata oltre ventisette anni e che ha interessato una dozzina dei film di quello che all'estero chiamavano semplicemente il Maestro.

Nell'arco di quasi quarant'anni - da Lo sceicco bianco del 1952 a La voce della luna del 1990 - Fellini ha disegnato in decine di lungometraggi una piccola folla di personaggi memorabili. Definiva se stesso "un artigiano che non ha niente da dire, ma sa come dirlo". Ha lasciato opere indimenticabili, graffianti, ricche di satira ma anche velate di una sottile malinconia. Il titolo di un suo film - "La dolce vita" - è diventato un topos citato, in lingua italiana, in tutto il mondo.

Da Rimini alla "dolce vita"

Nato in una famiglia borghese (la madre, Ida Barbiani, romana di origine, era casalinga, il padre, Urbano, un commerciante di alimentari originario di Gambettola, vicino a Cesena), manifestò il suo talento come caricaturista già al tempo del liceo classico che frequentava a Rimini, sua città natale.

Eppure il suo approccio con il cinema non era stato dei più semplici. Nel 1938 aveva iniziato una collaborazione con giornali e riviste (fra cui "La Domenica del Corriere", il settimanale "420" dell'editore fiorentino Nerbini e il "Marc'Aurelio) come disegnatore di vignette. A neanche vent'anni, nel gennaio 1939, decideva così di trasferirsi a Roma, ufficialmente col pretesto di frequentare la Facoltà di Giurisprudenza. Tuttavia, forte era per lui la tentazione di avvicinarsi al mondo dello spettacolo.

Perciò il giovane Federico iniziò a frequentare il mondo dell'avanspettacolo e della radio. È nella capitale che fa conoscenza con personaggi a quel tempo già noti, come Aldo Fabrizi, Macario, Marcello Marchesi. Spronato ad andare avanti, inizia a scrivere copioni e gag di sua mano. Si è giunti al 1943, quando per sbarcare il lunario dipinge caricature ai soldati alleati in un locale di Via Nazionale insieme al giornalista Guglielmo Guasta ed al pittore Carlo Ludovico Bompiani.

Musa ispiratrice

In radio incontra Giulietta Masina (che diventerà sua moglie nell'ottobre dello stesso anno e che sarà sua inseparabile compagna e musa ispiratrice fino alla fine). Non è un caso che Masina stia interpretando il personaggio di Pallina, che lo stesso Fellini aveva ideato per la commedia "Le avventure di Cico e Pallina". Gli eventi bellici non scoraggiano Fellini che dal 1939 al 1951 (anno di esordio nella regìa in collaborazione con Alberto Lattuada in Luci del varietà) inizia a lavorare per il cinema scrivendo gag e battute di alcuni celebri film di Macario.

Contemporaneamente collabora alle sceneggiature di film quali Avanti, c'è posto e Campo de' fiori di Mario Bonnard e Chi l'ha visto? di Goffredo Alessandrini, e di altri che daranno vita al periodo del Neorealismo: Roma città aperta e Paisà (con Roberto Rossellini, In nome della legge, Il cammino della speranza, La città si difende (con Pietro Germi; ancora, con Alberto Lattuada, scrive la sceneggiatura di Il delitto di Giovanni Episcopo, Senza pietà e Il mulino del Po.

Nel 1952 giunge il debutto assoluto come regista, con Lo sceicco bianco. Ma è grazie a I vitelloni, dell'anno successivo, che la sua fama si espande anche all'estero. È il 1953 e il regista riminese, poco più che trentenne, fa ricorso - ed è appena al suo secondo film - a episodi e ricordi dell'adolescenza, ricchi di personaggi destinati a restare nella memoria. Allo stesso anno risale la collaborazione di Fellini al film a episodi progettato da Cesare Zavattini, Riccardo Ghione e Marco Ferreri L'amore in città: l'episodio diretto dal regista riminese - Agenzia matrimoniale - è, secondo molti critici, il più riuscito.

Carriera inimitabile

Con il 1954 arriva il primo Premio Oscar, per La strada, film ricco di poesiache racconta il tenero ma anche turbolento rapporto fra Gelsomina (Giulietta Masina) e Zampanò (Anthony Quinn, due strampalati artisti di strada che percorrono l'Italia del dopoguerra. Passano quattro anni e un film di Fellini - Le notti di Cabiria - vince nuovamente un Oscar. Anche in questo caso, protagonista è Giulietta Masina (quasi sempre presente nei primi film del regista riminese). In mezzo (1955) vi era stato il successo de Il bidone.

Un altro riconoscimento giunge a Fellini nel 1957 con la "Palma d'oro" ricevuta a Cannes per il film La dolce vita: la pellicola - che abbandonava gli schemi narrativi tradizionali - destò scalpore e polemiche specie negli ambienti vicini al Vaticano perchè, oltre a illustrare situazioni fortemente erotiche, descriveva con piglio graffiante una certa decadenza morale (specialmente capitolina) dell'epoca del boom prossimo venturo.

Interprete del film, insieme a Marcello Mastroianni, un'attrice venuta dal freddo, Anita Ekberg, che sarebbe rimasta - con la scena del bagno nella fontana di Trevi - nella memoria collettiva: la Ekberg sarà ancora con Fellini nel 1962 in un episodio di Boccaccio '70, Le tentazioni del dottor Antonio, assieme ad un esilarante Peppino De Filippo.

Gli interrogativi che può porsi un uomo e un autore di quarant'anni, come era Fellini nel 1963, sono riflessi in quello che viene considerato il suo film più alto, Otto e 1/2, che gli varrà il terzo Oscar (assieme a quello di Piero Gherardi per i costumi).

Amarcord ed altri successi

Dal 1965 in poi (Giulietta degli spiriti, ancora con Masina) sarà un susseguirsi di film destinati a lasciare il segno. La fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta porteranno, oltre ad uno special realizzato per la televisione (Bloc-notes di un regista), un episodio del film Tre passi nel delirio, I clown (girato sempre per la tv), Fellini-Satyricon, Roma, fino ad Amarcord che, nel 1973 vince l'Oscar (il quarto per Fellini) e segna per il regista un ritorno - appunto con il ricordo - alla Rimini del tempo del liceo.

Dopo Casanova (del 1978, forse il momento più alto del talento visionario di Fellini regista), ci saranno Prova d'orchestra (1979 e La città delle donne (del 1980); l'ultima decade di attività di Fellini sarà arricchita dagli ultimi capolavori: E la nave va (1983), Ginger e Fred (1985), Intervista (1987), e il lavoro dell'addio La voce della luna (1990), da Il poema dei lunatici di Ermanno Gavazzoni.

Filmografia di Federico Fellini

(in ordine alfabetico)

  • Amarcord
  • Amore in città
  • Il bidone
  • Boccaccio '70
  • Casanova (di Federico Fellini)
  • La città delle donne
  • I Clowns
  • La città delle donne
  • La dolce vita
  • E la nave va
  • Fellini-Satyricon
  • Ginger e Fred
  • Giulietta degli spiriti
  • Intervista
  • Luci del varietà
  • Le notti di Cabiria
  • Otto e 1/2
  • Prova d'orchestra
  • Roma
  • Lo sceicco bianco
  • La strada
  • Tre passi nel delirio (episodio Toby Dammit)
  • I vitelloni
  • La voce della luna

Vedi anche:

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