Il mastino dei Baskerville
Attenzione, questo articolo contiene una trama
Come Conan Doyle scrive in apertura del romanzo, Il mastino dei Baskerbille gli viene ispirato da tal Robinson che, narrandogli una leggenda dell'Inghilterra, gli suggerì l'idea per questo racconto, aiutandolo in seguito, anche a svilupparlo.
Probabilmente il miglior romanzo di Doyle sul suo personaggio (e si potrà , tra poco, capire perché), ha la particolarità di uscire postumo, ma non nel senso che è stato edito dopo la morte dell'autore, ma nel senso che uscì dopo la morte del protagonista: tante, infatti, furono le pressioni degli appassionati sull'autore inglese, che alla fine fu costretto a far tornare in pista il famoso detective con una avventura precedente alla sua morte.
La storia prende le fila da una sinistra leggenda della brughiera inglese: la maledizione dei Baskerville.
Al tempo della Grande Rivolta, storia narrata da Lord Claredon, nelle terre dei Baskerville era insediato un personaggio crudele e sanguinario, tal Hugo (presterà il nome ad uno dei più folli e letali avversari del Batman pre-Crisis). Innamoratosi della figlia di un vicino proprietario terriero, andò con la forza a prendersela e quindi organizzò un festino per le sue prossime nozze. La fanciulla, però, riuscì a fuggire, incorrendo nelle ire dell'ubriaco e stravolto Hugo, che, si dice, arrivò a promettere la sua anima alle schiere infernali se queste gli avessero concesso la possibilità di riprendere la ragazza. Corse quindi all'inseguimento della fuggiasca sulla sua cavalla nera e dopo aver liberato il suo branco di mastini. I convitati, smaltita l'iniziale sbornia, seguono un Hugo Baskerville animato da furia vendicativa per trovare l'oscuro signorotto e la giovane innocente dilaniati da un oscuro e terribile mastino nero, così descritto dal buon Conan Doyle:
Trama
Questa descrizione rende grazia a Doyle di una sua grandissima qualità : quella di essere un abile scrittore del terrore. Il romanzo, infatti, come si può facilmente intuire leggendo il passo citato, è pervaso dalle atmosfere gotiche tipiche di quel genere di letteratura, fondendosi perfettamente con le tematiche investigative tipiche del ciclo realizzando, alla fine, una perfetta fusione tra il terrore e la suspense.
Terrore che, da una leggenda dimenticata, viene risvegliato ai giorni di Holmes dalla prematura e improvvisa scomparsa dell'ultimo occupante di Baskerville Hall: sembra, quindi, che il mastino infernale che tormenta la famiglia sia tornato a colpire per riscuotere la sua vendetta. La soluzione del caso, le cui indagini sono svolte per un certo lasso di tempo dal solo Watson, aiutato nell'ombra da Holmes (ma lo verrà a sapere solo alcuni giorni più tardi) non sarà in effetti eccessivamente complicata.
Andiamo, però, con ordine: il dottor James Mortimer, preoccupato per la sorte dell'erede della fortuna dei Baskerville, Sir Henry, contatta Holmes esponendogli tutti ifatti, dalla straordinaria leggenda fino alla morte di Charles Barskerville, presentandogli prima il resoconto ufficiale, quindi un particolare importante taciuto ai giornalisti e agli inquirenti: vennero ritrovate delle impronte di un mastino di considerevole stazza a poca distanza dal corpo!
- Ma dobbiamo scartare ogni altra ipotesi, prima di poter ripiegare su questa [quella soprannaturale]
(Tutti i passi citati sono tratti dall'edizione della Newton&Compton nella traduzione di Nicoletta Rosati Bizzotto)
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Link esterni: Uno Studio in Holmes - Associazione sherlockiana (dove si trovano anche i testi integrali in originale) |