Massacro di My Lai
Come venne riferito da un Tenente dell'esercito Sudvietnamita ai suoi superiori, fu un "atroce" vendetta, che avvenne poco dopo uno scontro a fuoco con delle truppe Viet Cong che si erano mischiate ai paesani.
Il massacro fu fermato dall'equipaggio di un elicottero dell'esercito USA in ricognizione, che atterrò frapponendosi tra i soldati americani e i superstiti vietnamiti. Il pilota, Sottufficiale Hugh Thompson Jr., affrontò i capi delle truppe americane e disse che avrebbe aperto il fuoco su di loro se non si fossero fermati.
Mentre due membri dell'equipaggio dell'elicottero -- Lawrence Colburn e Glenn Andreotta -- puntavano le loro armi pesanti contro i soldati che avevano preso parte alle atrocità , Thompson diresse l'evacuazione del villaggio. I membri dell'equipaggio vennero accreditati per aver salvato almeno 11 vite. Esattamente trent'anni dopo, i tre vennero premiati con la Soldiers Medal, l'onorificenza più alta dell'esercito statunitense per atti di coraggio che non coinvolgono il contatto diretto col nemico.
L'"investigazione" iniziale su My Lai venne svolta dal comandante dell'11a Brigata, Col. Oran Henderson, su ordine dell'assistente comandante della Divisione Americal, BG Young.
Sei mesi dopo un giovane soldato dell'11a (La "Brigata dei macellai") di nome Tom Glen, scrisse una lettera accusando la Divisione Americal (e altre intere unità dell'esercito USA, non dei singoli individui) di ordinaria brutalità nei confronti dei civili vietnamiti; la lettera era dettagliata, le sue accuse terrificanti, e il suo contenuto rieccheggiava lamentele ricevute da altri soldati. Colin Powell, all'epoca un giovane Maggiore dell'Esercito, venne incaricato delle investigazioni sul massacro. Powell scrisse: "A diretta refutazione di quanto ritratto, c'è il fatto che le relazioni tra soldati americani e popolazione vietnamita sono eccellenti". In seguito, la confutazione di Powell sarebbe stata chiamata un atto di "white-washing" (candeggiatura) delle notizie del massacro, e la questione avrebbe continuato a restare celata al pubblico.
Un giornalista investigativo indipendente, Seymour Hersh scoprì la storia di My Lai il 12 novembre 1969 e il 20 novembre il quotidiano di Cleveland, The Plain Dealer, pubblicò fotografie esplicite dei cadaveri delle persone uccise a My Lai. Il massacro di My Lai, sarebbe passato sottaciuto alla storia se non fosse stato per un altro soldato che, indipendentemente da Glen, inviò una lettera al suo rappresentante al Congresso.
Ron Ridenhour apprese di seconda mano degli eventi di My Lai, parlando con dei membri della Compagnia Charlie. Egli si appellò allora al Congresso, alla Casa Bianca e al Pentagono e ottenne che Calley venisse incriminato per omicidio nel settembre 1969. Ci vollero altri due mesi prima che il pubblico americano apprendesse del massacro.
Il 17 marzo 1970 l'Esercito statunitense accusò 14 ufficiali per aver tenuto nascoste informazioni legate all'incidente.
Il Tenente William Calley venne dichiarato colpevole nel 1971 di omicidio premeditato per aver ordinato di sparare e venne condannato all'ergastolo, ma 2 giorni dopo, il Presidente Richard Nixon ordinò il suo rilascio dalla prigione. Calley scontò 3½ anni di arresti domiciliari in caserma a Fort Benning (Georgia) e venne mandato libero da un giudice federale. Calley sostenne che stava eseguendo gli ordini del suo capitano, Ernest Medina. Medina negò di aver dato quegli ordini e venne assolto.
Seymour Hersh pubblicò un libro dopo i suoi colloqui con Ron Ridenhour.
Copertura
Corte Marziale