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Pietro Colletta

Pietro Colletta (Napoli, 1775 - Firenze, 1831), patriota e storico italiano. Si avviò alla carriera militare sotto il regno dei Borboni nel 1796, prese parte alla campagna contro i francesi nel 1798. Nel 1799 aderì alla Repubblica Partenopea. Quindi al ritorno di Ferdinando IV di Borbone fu imprigionato e sfuggì alla pena di morte solo grazie alla corruzione di alcuni giudici. In seguito lasciò l'esercito e diventò ingegnere civile.

Quando i Borbone furono cacciati per la seconda volta nel 1806 e Giuseppe Bonaparte fu incoronato re di Napoli da Napoleone, gli fu restituito il suo grado e prese parte alla spedizione contro i briganti ed i ribelli in Calabria. Nel 1812 fu promosso al grado di generale e divenne direttore del dipartimento di strade e ponti. Sotto il regno di Gioacchino Murat fu suo aiutante di campo e consigliere di stato e combattè gli austriaci sul Panaro nel 1815. Le sue qualità eccezionali gli permisero di mantenere il grado anche dopo la restaurazione di re Ferdinando e gli fu dato il comando della divisione Salerno. Durante i moti carbonari del 1820 il re lo chiamò a far parte del suo consiglio e quando fu sancita la costituzione, fu inviato a sottomettere i separatisti in Sicilia, compito che assolse con grande fermezza. Combattè dalla parte dei costituzionalisti contro gli austriaci a Rieti (7 marzo 1821) e, quando venne ristabilita l'autocrazia, fu arrestato ed imprigionato per tre mesi per ordine del principe di Canosa, il capo della polizia, un suo nemico personale. Senza l'intervento degli austriaci sarebbe stato giustiziato, invece fu mandato in esilio a Brnn in Moravia.

Nel 1823 gli fu permesso di rientrare in Italia, ma si autoesiliò a Firenze, dove conobbe Tommaseo, Capponi, Leopardi, Giordani. Qui collaborò allAntologia e si dedicò con maggiore impegno agli studi storici e letterari, dando vita alla Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825. Morì nel 1831.

Le opere

A Napoli negli anni della Restaurazione, scrisse una "Memoria" militare sulla campagna d'Italia.

La sua opera più nota è la Storia del reame di Napoli dal 1734 al 1825, che fu pubblicata postuma da Capponi nel 1834, e che narra le vicende del Regno delle due sicilie dal 1734 al 1825 sotto i regni di Carlo III e Ferdinando IV. È ancora considerata un riferimento per la storia di quel periodo anche se il suo valore è diminuito da un certo risentimento e dalla mancanza di riferimenti precisi nelle citazioni, in quanto si riferiva a documenti che aveva visto ma non più disponibili al momento della stesura dell'opera. In ogni modo, l'essere stato protagonista di molti degli avvenimenti, rende il tutto preciso ed affidabile.

La fortuna degli scritti storici di Colletta è dovuta alla loro tematica politica, che costituì un punto di riferimento per il partito moderato nazionalistico italico: fiducioso nel moto progressivo della civiltà e nel valore della libertà, riteneva che questa libertà fosse da conseguire non con moti rivoluzionari ma attraverso un processo graduale.

Nelle sue opere si trova un certo risentimento personale verso alcuni esponenti della politica napoletana, ed i caratteri distintivi dell'amore per la sua terra che Mazzini definì egoismo regionale piuttosto che patriottismo italiano.


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