Pomerium
Il pomerium era il confine sacro della città di Roma. Dal punto di vista legale, Roma esisteva solo all'interno del pomerium; tutto ciò che stava oltre era semplicemente territorio appartenente a Roma. La tradizione vuole che questo confine fu inaugurato da Servio Tullio, ma non seguiva la linea delle Mura Serviane, ed è improbabile che abbia realmente stabilito i confini sacri, che non cambiarono fino al dittatorato di Lucio Cornelio Silla.
Non si trattava di mura, ma piuttosto di un confine legale e religioso, marcato da pietre bianche chiamate cippi, e non comprendeva tutta l'area metropolitana (il Palatino era all'interno del pomerium, ma il Capitolino e l'Aventino non lo erano). La Curia Hostilia e la Fonte Comizia, nel Foro Romano; due luoghi estremamente importanti nel governo della città -stato e del suo Impero, erano situate dentro il pomerium. Il Tempio di Bellona era oltre il pomerium.
Costrizioni politiche e religiose vietavano ad ogni sovrano consacrato di entrare nel pomerium. Come risultato, le visite di stato risultavano in qualche modo scomode; Cleopatra, ad esempio, non entrò mai nella città di Roma, quando venne a fare visita a Giulio Cesare.
Inoltre, a promagistrati e generali era vietato andare oltre questo confine, e cedevano il loro imperium immediatamente se lo oltrepassavano. Come risultato, un generale in attesa di celebrare il trionfo, era obbligato ad attendere fuori dal pomerium fino momento della celebrazione. La Comitia Centuriata, una delle Assemblee Romane, era obbligata a riunirsi nel Campo Marzio fuori dal pomerium. Il Teatro di Pompeo, dove Giulio Cesare venne assassinato, era fuori dal pomerium e comprendeva una camera senatoriale, dove il Senato poteva riunirsi con la partecipazione di singoli senatori ai quali era vietato attraversare il pomerium e quindi non avrebbero potuto recarsi alla Curia Hostilia.