Santa Teresa di Lisieux
Santa Teresa di Lisieux, o Santa Teresa del Bambin Gesù - (Alençon, Francia, 2 gennaio 1873 – Lisieux, Francia, 30 settembre 1897) - nata come Thérèse Francoise Marie Martin, fu una monaca e mistica francese del monastero carmelitano di Lisieux, in Normandia. È considerata patrona di Francia al pari di Giovanna d'Arco e nel 1997 è stata insignita dalla Santa Sede del titolo di Dottore della Chiesa. Insieme a Teresa d'Avila e a Santa Caterina da Siena è una delle poche donne insignite di tale titolo. Patrona dei missionari, è conosciuta anche come il Piccolo fiore di Gesù ed è ricordata il 1 ottobre. Morì di tubercolosi all'età di ventiquattro anni.
Ultima dei nove figli di una famiglia molto religiosa (tutte le sue quattro sorelle entrarono in convento, di cui tre nell'ordine delle carmelitane), aveva appena quattro anni quando la madre morì e il padre - trovandosi solo ad accudire i figli - decise di trasferirsi con essi a Lisieux, dove viveva la famiglia del fratello.
Quando Teresa aveva nove anni, la sorella maggiore Paolina entrò nel convento di clausura delle Carmelitane; da quel momento Teresa espresse anch'essa il desiderio di entrare in clausura, ma il vescovo di Bayeux non glielo concesse considerata la sua giovane età . All’età di quattordici anni Teresa e il padre si recarono in pellegrinaggio a Roma, e la giovane chiese direttamente al Papa Leone XIII di entrare nel Carmelo di Lisieux. Il papa rimandò la decisione alla superiora del convento che qualche mese dopo diede il permesso, così che a poco più di quindici anni Teresa poté entrare in convento dove assumerà il nome di Teresa del Bambin Gesù e del Volto Santo.
A Lisieux passerà nove anni che si riveleranno di grande ricchezza spirituale: ben presto ricevette l’incarico di maestra delle novizie, incarico che dovette però lasciare quando si ammalò di tubercolosi.
Il suo desiderio di recarsi in missione in Indocina non si realizzò mai a causa della sua malattia che, tuttavia, non le impedì di prendersi cura dei missionari in partenza per il sud-est asiatico e pregare per loro.
Durante gli ultimi anni della sua vita scrisse per obbedienza alle superiori la sua autobiografia Storia di un'anima, libro che ebbe una accoglienza eccezionale, nel quale racconta la sua vocazione e la semplicità della sua vita.
Nel 1925 Teresa di Lisieux fu canonizzata da Papa Pio XI e due anni dopo dichiarata patrona dei missionari, anche se non si spostò mai dal suo convento. Malgrado la sua grande popolarità , già immediatamente successiva alla sua morte, fu soltanto a partire dal 1957 che si cominciò a lavorare alla pubblicazione critica dei suoi scritti, in parte precedentemente censurati, se non manomessi, da chi ne aveva curato le pubblicazioni. Manipolazioni che snaturavano la vera figura di Thérèse Martin accreditandone una falsa immagine del resto contraddetta dalla esplicita devozione popolare. Tale lavoro di recupero è stato portato a termine solo nel 1992.
Dopo la crisi costituita dalla malattia infantile e il suo superamento con la conversione del Natale 1886, negli ultimi anni della sua breve vita, quanto era ormai minata fisicamente dalla tubercolosi, si dice sia stata tentata dall'ateismo: una personale (e presumibilmente drammatica e sofferta) notte della fede, ultima crisi ed anche ultimo passo di conversione verso la santità .
Emmanuel Renault che si è occupato in particolare della prova della fede che la carmelitana di Lisieux ha patito, cita la confidenza fatta da Thérèse ad una consorella: "Se sapesse in quali tenebre sono immersa. Non credo alla vita eterna. Mi sembra che dopo questa vita mortale non ci sia più niente: tutto è sparito per me, non mi resta che l'amore."
Madre Agnese (Pauline) rivela a suor Luisa di Gesù (carmelitana del monastero di Lisieux dal 1919 al 1982) che Thérèse si sentiva talvolta assalita con una tale violenza da uno spirito di blasfemia che si mordeva le labbra con forza per non proferire le parole empie che le venivano malgrado la sua volontà alla bocca.
Proprio riferendosi a questa testimonianza taluni hanno parlato di confidenza indiretta approposito di quanto Thérèse stessa scrive nella "Preghiera n°18": "Spesso devo far diventare rossa con il sangue del mio cuore l'arena del combattimento"
I "Derniers Entretiens" o "Ultimi Colloqui" non sono propriamente le parole che Thérèse ha scritto in prima persona come gli altri scritti a lei attribuiti ma sono gli appunti delle ultime conversazioni che lei ha intrattenuto, in particolare con la sorella Pauline/suor Agnese di Gesù.
Le parole che in questi appunti vengono a lei attribuiti non danno la certezza che furono proprio quelle le sue parole come invece per gli altri scritti di cui si hanno gli originali autografi. Se poi si tiene presente con quale disinvoltura le sue consorelle e in primo luogo Pauline/suor Agnese corressero i suoi scritti originali prima di essere pubblicati......
I "Derniers Entretiens" sono ovviamente una interessante e utile documentazione che si aggiunge ad altre per comprendere più profondamente il vero senso della vicenda Thérèse Martin ma il rispetto per la verità di questa storia con le sue luci e anche con le sue ombre esige comunque che ogni affermazione che in esso viene a lei attribuito vada per lo meno preso con le pinze.
Uno studioso di questa vicenda oltre che carmelitano, Jean Francois Six, riteneva che tale scritto non andasse nemmeno inserito nell'edizione delle "Opere Complete di Thèrèse Martin".
Teresa intende cantare solo ciò in cui vuole credere e perciò scrive nell'"Histoire d'une âme"(Manuscrit C, indirizzato a Suor Marie de Gonzague, Capitolo X: L'épreuve de la foi 1896-1897):
Edizione Critica delle Opere Complete (1992)
Mi colpì quell'espressione "son venuta a dirti da parte del Buon Dio", le Bon Dieu dei francesi; gli spagnoli non avrebbero detto il Buon Dio, ma el Buen Jesús.
Anche questo particolare mi ha fatto sempre pensare alla genuinità della notizia e parlando della devozione all'Amore Misericordioso aggiunse anche il particolare: "Dio non vuol essere più sentito come un giudice di tremenda maestà , ma come un Padre buono. È questa la missione che io ho ricevuto da diffondere per il mondo intero"
Biografia
I coniugi Martin
Così come, nel trascorrere del tempo dalla morte di Thérèse è venuta aumentando la sua popolarità e la chiesa l'ha insignita via via dei titoli di beata prima, poi santa, patrona delle missioni, patrona di Francia ed infine Dottore, così nel trascorrere del tempo da questa vicenda, la madre di Thérèse, Zelie Guerin e suo padre Louis Martin hanno guadagnato sempre più in popolarità sino ad arrivare da poco ad essere riconosciuti Beati e si stanno avviando verso il riconoscimento da parte del Vaticano della loro santità . E questo malgrado un autorevole studioso di Thérèse, il carmelitano Jean Francois Six abbia definito Louis Martin, forse a torto ma con qualche ragione "ozioso e padrone".
Tuttavia non c'è da meravigliarsi più di tanto di questi opposti giudizi se si pensa che in una intervista, uno dei padri che partecipava al processo canonico per eleggere santa Thèrese, disse che non capiva tutto questo agitarsi per la canonizzazione di thèrese quando, a suo parere, la sorella Pauline divenuta priora del carmelo di lisieux aveva dimostrato di essere molto più santa di Thèrèse stessa.
Tuttavia va menzionato che Zelie Guerin ha lasciato più di 260 lettere scritte nell'arco di tempo 1860-1874, molto interessanti per chi è interessato a capire la vicenda Martin che ha appunto il suo culmine nella stessa Thèrèse.
Alcuni studiosi di questa vicenda hanno voluto insinuare che dietro l'innalzamento dei coniugi Martin alla gloria degli altari vi sia una politica ben precisa da parte del vaticano: il riproporre l'istituzione della famiglia quale valore indiscutibile e immodificabile, soprattutto in questi ultimi tempi in cui tale istituzione viene continuamente minacciata e attaccata da più parti.Una descrizione della prova della fede: il buco nero
A partire dalla pasqua del 1896 inizia per la carmelitana di Lisieux un periodo caratterizzato dalla "notte della fede" che perdurerà fino alla morte.
Tale tentazione contro la fede è descritta soprattutto nel "Manoscritto C", nei "Derniers Entretiens" e in alcune lettere e poesie di quest'epoca.
Nel giardino del carmelo di Lisieux c'era un chiosco che Thérèse poteva vedere dall'infermeria dove passò gli ultimi mesi della sua breve vita. Quel luogo Thérèse lo chiamava "il buco nero".
("Derniers Entretiens", 28 agosto 1897)La prova della fede: una testimonianza
La prova della fede: un'altra testimonianza
I "Derniers Entretiens"
Il dibattito su Thérèse Martin
Madre amatissima ...
Piccola antologia
Bibliografia
Fondamentale per un approccio al suo pensiero; comprendente i seguenti scritti:
Opere su Thérèse Martin
Lavori teatrali su Thérèse Martin
Filmografia
Cronologia delle più rilevanti o conosciute manifestazioni di Thérèse Martin nel mondo a partire dalla sua morte (30 settembre 1897) ad oggi (2004): miti, sogni, leggende, comunicazioni, apparizioni, profezie e miracoli.
"Vede, Padre: questa qui io l'ho conosciuta che avevo dodici anni". Io feci subito un calcolo: la Madre é nata il 30 settembre 1893, Teresa del Bambin Gesù é morta il 30 settembre 1897, dico: "Madre, come ha fatto a conoscerla se, quando lei aveva dodici anni, questa era morta da otto anni?". Lei sorrise e proseguì: "Stavo in casa dello zio sacerdote, sentii suonare il campanello, scesi giù e vidi una Suora tanto bella che mai avevo visto. Mi meravigliai che non portasse le bisacce per raccogliere l'elemosina, pensavo infatti che fosse una suora questuante e le dissi subito: "Suora, dove mette la roba che le do se non ha neanche le bisacce?". E lei mi rispose: Bambina, io non sono venuta per questo! "Ma sarà stanca del viaggio? Prenda una sedia!" - Non sono affatto stanca. "Con questo caldo avrà sete!" - Non ho sete. – "Allora che vuole da me?" E lei mi disse: "Vedi bambina, io sono venuta a dirti da parte del buon Dio che tu dovrai cominciare dove ho finito io". E mi parlò a lungo della devozione all’Amore Misericordioso che avrei dovuto diffondere in tutto il mondo. Ad un certo punto mi voltai e la suora non c'era più. "Era proprio Lei, sa! Era proprio Lei". E dicendo questo additava la statua di Santa Teresa del Bambino Gesù che era lì in mezzo a noi.Collegamenti esterni