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Alessandria

Questo articolo si riferisce al comune di Alessandria, in Piemonte. Per l'articolo sulla città egiziana, vedi Alessandria d'Egitto.
Per la redazione di questo articolo, si invita a seguire lo schema suggerito in WikiProject Comuni
Alessandria
Paese: Italia
Regione: Piemonte
Provincia: Alessandria di Alessandria  (AL )
Latitudine: 44° 55‘ Nord
Longitudine: 8° 37‘ Est
Altitudine: 95  m s.l.m.
Superficie: 204 km2
Popolazione:
 - Totale
 - Densità

82.201
403 ab/km2
Frazioni: Marengo, Spinetta, Castelceriolo, S. Michele, S. Giuliano, Cascinagrossa, Mandrogne
Comuni limitrofi: Pietra Marazzi, Castellazzo Bormida, Casal Cermelli, Solero, Castelletto Monferrato, Frugarolo
CAP: 15100
Prefisso telefonico 0131
Codice ISTAT: 006003
Codice fiscale: A182
Abitanti (nome): alessandrini
Sito istituzionale: comune.alessandria

Alessandria (AL) è una città del Piemonte, capoluogo dell'omonima provincia. Sorge nella pianura tra il Tanaro e la Bormida, in prossimità della confluenza dei due fiumi.

Vi nacquero i pittore Giovanni Migliara e Angelo Morbelli, lo statista Urbano Rattazzi. E' città natale dello scrittore Umberto Eco.

Storia

Fondata su un nucleo urbano già esistente, su iniziativa dei comuni della Lega Lombarda, come fortezza antimperiale ai confini del marchesato del Monferrato, principale alleato del Barbarossa, assunse il nome attuale nel 1168 in onore di papa Alessandro III. Nel 1174-1175 fu duramente assediata dagli imperiali che non riuscirono ad espugnarla. Libero comune nel 1198, entrò in conflitto con i comuni vicini, in particolar modo Asti. Nel 1348 cadde in potere dei Visconti e successivamente degli Sforza, seguendo le sorti del Ducato di Milano fino al 1707, quando fu ceduta ai Savoia. Nel 1800, dopo la battaglia di Marengo, fu annessa alla Francia assieme a tutto il Piemonte e divenne capoluogo di dipartimento. Nel 1814 entrò a far parte del Regno Sardo. Attivo centro liberale durante il risorgimento, da qui partirono i moti del marzo 1821. Nel 1833 fu teatro di una cospirazione di matrice mazziniana che, fallita, condusse al patibolo Andrea Vochieri.

Altro

Il centro della città è caratterizzato dalla vastità di Piazza della Libertà, piazza d'armi voluta da Napoleone e ottenuta mediante la demolizione dell'antica cattedrale (1804), di cui sono stati recentemente portati alla luce i resti delle fondamenta. Al centro, la statua di Urbano Rattazzi, di Giulio Monteverde. Vi si affacciano: il Palazzo del Municipio o Palazzo Rosso (dal colore della facciata,XVIII sec.) dotato di un particolare orologio a tre quadranti (da notare sulla sommità il galletto sottratto dagli alessandrini ai casalesi nel 1225); Palazzo Ghilini, oggi sede della provincia, progettato da Benedetto Alfieri nel 1733, di pregevoli forme barocche; il Palazzo delle poste (1939-1941) con un mosaico lungo 38 m. di Gino Severgnini; Palazzo Cuttica di Cassine, futura sede del museo civico.
La nuova Cattedrale, neoclassica (1810-1849), è situata a breve distanza. Conserva al suo interno la statua lignea della Madonna della Salve. Sul lato sinistro della facciata Gagliaudo che regge una formaggetta lodigiana, scultura romana raffigurante l'eroe alessandrino che secondo la leggenda si distinse nel corso dell'assedio del Barbarossa. Di notevole interesse, anche se alquanto danneggiata, è la chiesa di S.Maria di Castello (XV sec.) con portale rinascimentale. In fondo a via Dante, l'arco di trionfo fu eretto nel 1768 a ricordo della visita di Vittorio Amedeo III e di Maria Ferdinanda di Spagna.
Sull'altra sponda del Tanaro sorge la Cittadella, imponente costruzione militare su progetto di Ignazio Bertola. La costruzione, voluta dai Savoia nel XVIII secolo, comportò l'evacuazione e la demolizione dell'intero quartiere di Borgoglio.
Di prossima riapertura il Museo civico, nella nuova sede di palazzo Cuttica di Cassine che conserva, tra l'altro, due arazzi fiamminghi di pregevole fattura, un interessante polittico di Gandolfino da Roreto, i paramenti sacri di Papa Pio V e i corali destinati al convento di S. Croce di Bosco Marengo da lui stessi ordinati.


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