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Delia Scala


Delia Scala - (25 settembre 1929 - 15 gennaio 2004) - Quando il suo volto sorridente irrompeva sullo schermo televisivo mentre danzava nello sfrenato can-can che chiudeva ogni puntata della storica edizione '59 di Canzonissima, la platea televisiva dell'epoca - che riceveva programmi solo dall'unico canale della RAI allora esistente - restava letteralmente ammaliata. Conquistavano la sua verve e la sua poliedricità: era in grado di ballare, cantare e recitare - bene - come nessuna prima di lei aveva fatto; ha dato una nuova statura alla figura della soubrette.

Delia Scala - che veniva dalla danza classica - è stata però anche un'attrice cinematografica; pur tuttavia è ricordata maggiormente come una regina del teatro di rivista: lasciò, di fatto, le scene a soli trentasei anni di età. È morta a Livorno il 15 gennaio 2004.

Artista "a tutto tondo"

Nacque nel 1929 a Bracciano con il nome di Odette Bedogni e ancora bambina si trasferì assieme alla famiglia a Milano. Qui fu iscritta alla scuola di danza della Scala. La frequenterà per circa sette, partecipando a numerosi balletti tra cui "La bottega fantastica", su musiche di Rossini, e "La bella addormentata nel bosco", di Ciajkovskij.

Quando nel 1959 conobbe il suo momento magico, Delia Scala era già da alcuni anni un'attrice cinematografica in qualche modo affermata e, soprattutto, già una soubrette dinamica, spigliata, in grado di cantare, ballare e recitare in maniera omogenea, comunque ad un altissimo livello: fu un'artista a tutto tondo, quindi, che seppe ribaltare l'immagine delle primedonne che l'avevano preceduta, inscatolate in coloratissimi costumi e con vistose piume di struzzo al collo.

In TV con Marchesi e Metz

Uscita dalla scuola di danza milanese, decise poco più che adolescente di affrontare il mondo dello spettacolo: di strada ne percorrerà parecchia. In televisione arrivò nel 1956, con il varietà di Marchesi e Metz Lui e Lei, insieme a Nino Taranto; ma dovrà aspettare tre anni - e trovarsi fra colleghi come Paolo Panelli, Nino Manfredi e Don Lurio - per avere la consacrazione a soubrette d'eccellenza (e per molti versi eguagliata se non dalla sola Sandra Mondaini da ben poche altre venute dopo di lei). Il successo sarà replicato nel 1970, sempre in tv, nello show settimanale Signore e Signora, che la vedeva in conflitto amoroso con il coniuge Lando Buzzanca.

Sorridente malgrado la sorte avversa

Sebbene l'immagine restituita di lei dai rotocalchi, dalla televisione e dal cinema fosse quella di una donna sorridente piena di verve ed allegria, Delia Scala non ha avuto una vita facile. Colpita da un cancro al seno che avrebbe condizionato la sua salute per buona parte della vita, ha sofferto molto anche sul piano dei sentimenti: dopo aver perso, ancora giovane, il compagno Eugenio Castellotti, corridore automobilistico morto durante una gara, e il marito Piero Giannotti, dopo aver trovato una certa serenità, nel 2001 era rimasta sola dopo la morte dell'ultimo compagno di vita, Arturo Fremura.

Anni difficili, facile carriera

Il nome di Delia Scala lo prese quando, diciottenne, il regista Luigi Zampa le affidò (anno 1947) una parte nel film Anni difficili; sebbene la sua carriera registri una certa frequenza sui set cinematografici, Delia Scala non ebbe un grande rapporto con il cinema cosicché i film da lei interpretati e che si ricordano sono, sul fronte dell'impegno, oltre al già citato Anni difficili, Napoli milionaria (di Eduardo De Filippo, del 1950) e Roma ore 11 (di Giuseppe De Santis, del 1952, nel quale interpreta la parte dell'aspirante dattilografa Angelina).

Fra le commedie cinematografiche, vanno segnalate Bellezze in bicicletta (del 1952) e Signori si nasce (del 1960), accanto a Totò.

Differente, e sicuramente più gratificante e agevole, grazie alle sue innate doti, fu la carriera percorsa da Delia Scala nel teatro di rivista: questo genere di spettacolo le consentì di lavorare con i principali attori italiani del tempo e di raggiungere la massima notorietà in quegli anni del dopoguerra, quando alle soglie del boom economico gli italiani desideravano principalmente svago e serenità.

Lavorò assieme a "mostri sacri"

Dal 1954, da quando venticinquenne debuttò con Carlo Dapporto in Giove in doppiopetto, per lei vi furono solo classici del teatro leggero allestiti da firme leggendarie, con titoli destinatati a rimanere memorabili: Buonanotte Bettina per Garinei e Giovannini, del 1956; L'adorabile Giulio, del 1957, con Walter Chiari; Un trapezio per Lisistrata, del 1958; la versione italiana del successo internazionale My fair lady tratto dal Pigmalione di George Bernard Shaw, del 1964; Il giorno della tartaruga, del 1965; Rinaldo in campo, del 1966, lo spettacolo cui diede vita con Domenico Modugno e con il quale abbandonò il palcoscenico all'età di trentasei anni.

Per la televisione la carriera di Delia Scalia è continuata con piccole partecipazioni ad alcuni show e, dal 1982, con l'interpretazione di varie fiction televisive sia per la RAI che per Mediaset. La Rai l'ha ricordata il 3 gennaio 2004 in occasione dei cinquant'anni di televisione.

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