Economia della Nigeria
L'economia della Nigeria, basata sul petrolio, a lungo azzoppata dall'instabilità politica, dalla corruzione, dalla cattiva gestione delle politiche macroeconomiche, sta subendo sostanziali riforme grazie alla nuova amministrazione civile. I precedenti governi militari della Nigeria non sono riusciti a diversificare l'economia per affrancarla dalla dipendenza dal settore petrolifero, che fornisce il 20% del Pil, il 95% delle esportazioni e il 65% delle entrate governative. Il settore agricolo rimane caratterizzato prevalentemente da una agricoltura di sussistenza che non ha potuto far fronte alle necessità di una popolazione in rapida crescita; di conseguenza la Nigeria, che precedentemente era un grande esportatore netto di prodotti alimentari, ne è diventata ora un importatore. Nel 2000, la Nigeria era in lista per firmare un accordo per la riduzione del debito con il club di Parigi e un prestito da 1 miliardo di dollari dal FMI, entrambi condizionati alle riforme economiche. I crescenti investimenti stranieri insieme all'alto prezzo del petrolio hanno spinto la crescita oltre il 5% nel biennio 2000-01.
Table of contents |
2 L'agricoltura 3 I trasporti 4 Riforme graduali 5 Investimenti 6 Assistenza Economica 7 Statistiche |
Il boom petrolifero degli anni '70 spinse la Nigeria a ignorare le proprie forti basi agricole e manifatturiere per abbracciare una poco conveniente dipendenza dal petrolio. Nel 2000 le esportazioni di petrolio e gas rappresentavano più del 98% del totale delle esportazioni e circa l'83% delle entrate statali. La nuova ricchezza dovuta al petrolio e il contemporaneo declino degli altri settori economici, e la trasformazione verso un modello economico che necessita di un'intensa migrazione interna verso le città ha portato ad una forte e diffusa povertà , soprattutto nelle aree rurali. Il collasso delle infrastrutture basilari e dei servizi sociali ha accompagnato questo cambiamento. Nel 2000 il Pil pro capite della Nigeria era crollato a circa un quarto del suo massimo nella metà degli anni '70, e sotto al livello che aveva al momento dell'indipendenza. Seguendo l'endemica sofferenza dei settori non petroliferi, l'economia continua ad essere spettatrice della crescita massiccia delle attività economiche del "settore informale", che viene stimato al 75% circa dell'intero giro economico.
Le riserve di petrolio effettivamente trovate in Nigeria sono stimate attorno ai 25 miliardi di barili, le riserve di gas naturale sono molto superiori ai 100 mila miliardi ft³ (2.800 km³). La Nigeria è un membro dell'OPEC, e nel 2001 la sua produzione di petrolio era vicina ai 2,2 milioni di barili (350.000 m³) al gorno. Limitate relazioni delle compagnie con le comunità indigene, il vandalismo sulle strutture petrolifere, seri danni ecologici e problemi di sicurezza personale in tutta la zona del Delta del Niger, regione dove viene estratto, continuano ad affliggere il settore petrolifero nigeriano. Gli sforzi fatti non sono stati sufficienti a risolvere questi problemi. In assenza di programmi governativi, le maggiori multinazionali hanno lanciato in proprio dei programmi per lo sviluppo comunitario. Una nuova entità , la Commissione per lo sviluppo del Delta del Niger (NDDC) è stata creata per aiutare a portare uno sviluppo economico e sociale nella zona. Nonostante non abbia ancora lanciato il priprio programma, ci sono forti speranze che tale struttura possa invertire le tendenze di impoverimento della zona. Gli Stati Uniti rimangono il maggior cliente per il greggio nigeriano, assorbendo più del 40% delle esportazioni; La Nigeria fornisce agli USA il 10% di tutto il petrolio consumato.
Gli Stati Uniti sono il secondo partnet commerciale della Nigeria dopo il Regno Unito. Nonostante la bilancia commerciale sia di gran lunga a favore della Nigeria, grazie al petrolio, si crede che larga parte delle importazioni dagli USA entri in Nigeria sfuggendo al controllo del governo nigeriano, e quindi alle statistiche, a causa del contrabbando che cerca di evitare gli alti dazi doganali. Nel maggio 2001 il governo istituì un controllo a tappeto per tutte le importazioni; è in atto un processo di riduzione delle tariffe e dei dazi doganali, ma rimane ancora molto da fare. Il governo ha anche tentato di incoraggiare gli investimenti stranieri, anche se il clima per gli investimenti nel paese rimane ancora fortemente incerto. Lo stock di investimenti statunitensi è vicino ai 7 miliardi di dollari, la maggioranza dei quali nel settore energetico. La Exxon-Mobil e la Chevron sono i due maggiori investitori americani in questo settore. Significative esportazioni di gas naturale liquefatto sono iniziate a partire dalla fine del 1999 e sono previste in aumento, dato che la Nigeria ha deciso di eliminare gli sprechi di gas entro il 2008.
La dipendenza dal petrolio, e l'illusione che ha creato di generare grande ricchezza grazie ai contratti governativi, hanno dato il via ad altre distorsioni economiche. L'alta propensione del paese verso le importazioni porta al consumo di circa l'80% delle entrate governative nel cambio valute. Importazioni meno care, risultanti da un Naira cronicamente supervalutato, fa coppia con un costo di produzione domestica eccessivamente alto, dovuto in parte alle intermittenti erogazioni dell'energia elettrica e alla mancanza di carburanti, ed ha abbassato l'utilizzo della capacità di produzione industriale sotto il 30%. Molte delle fabbriche nigeriane che sono ancora aperte, lo sono solo grazie al basso costo del lavoro. Le manifatture nazionali, specialmente farmaceutiche e tessili, hanno perso la loro capacità di competere nei tradizionali mercati regionali; ci sono comunque segnali di ripresa di competitività da parte di alcuni produttori.
Il debito estero ufficiale della Nigeria ammonta a circa 28,5 miliardi di dollari, il 75% dei quali sono dovuti ai paesi facenti parte del Club di Parigi. Gran parte di questo debito è costituito da interessi e pagamenti arretrati. Nell'Agosto 2000 il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Nigeria hanno siglato un accordo che ha portato ad una dilazione del rimborso del debito nei confronti dei paesi del Club di Parigi creditori. Nell'agosto 2001, nonostante un dialogo continuo con il FMI, la Nigeria non era ancora riuscita a soddisfare buona parte delle condizioni dell'accordo. Il FMI ha acconsentito ad una estensione di qualche mese e ad una revisione degli obbiettivi da porre come condizioni per un nuovo accordo. Al settembre 2001 solo pochi dei paesi creditori della Nigeria avevano siglato accordi bilaterali. Qualsiasi sollievo dal debito di lungo termine richiederà forti ed efficaci riforme economiche per un lungo periodo.
Alla luce di politiche fiscali di forte espansione del settore pubblico nel 2001, il governo ha trovato modi per diminuire il forte tasso di inflazione, portando all'implementazione di più efficaci politiche monetarie da parte della Banca centrale della Nigeria (CBN) e al risparmio di parte del budget governativo. Come risultato degli sforzi della CBN, il cambio ufficiale del Naira si è stabilizzato a circa 12 Naira per dollaro. La combinazione degli sforzi della CBN per aumentare il vaolre del Naira e gli eccessi di liquidità risultanti dal nuovo modello di spesa governativo, hanno portato la moneta ad essere scontata di circa il 20% nel mercato parallelo (mercato nero). Una condizione chiave dell'accordo con l'FMI è stata proprio la convergenza tra la quotazione ufficiale e quella non ufficiale. Il Mercato estero inter-bancario (IFEM) è strettamente legato al cambio ufficiale. Sotto il controllo dell'IFEM le banche, le compagnie petrolifere e la CBN possono comperare o vendere le loro valute straniere ai tassi di cambio influenzati dal governo. Gran parte dell'economia informale, invece, ha accesso al mercato dei cambi solo attraverso il mercato nero. Le aziende possono tenere conti domiciliati presso banche private, e i titolari dei conti hanno accesso incondizionato all'uso dl denaro.
L'espansione delle spese governative ha portato anche ad una maggiore pressione sui prezzi al consumo. L'inflazione che era scesa allo 0% nell'aprile 2000, raggiunse il 14,5% per la fine dello stesso anno, e il 18,7% nell'agosto 2001. Nel 2000 gli alti prezzi del petrolio portarono le entrate del governo ad oltre 16 miliardi di dollari, circa il doppio dell'anno precedente. Gli stati ed i governi locali chiesero di avere accesso a questa pioggia di denaro, creando un duro scontro tra il governo federale, che voleva avere un controllo sulle spese, e i governi statali desiderosi di vedere aumentati i propri budget per mettersi al riparo da possibili successivi periodi con un prezzo inferiore del petrolio.
Dopo essere stato sottoposto ad un periodo particolarmente problematico a metà degli anni '90, il sistema bancario della Nigeria ha avuto una significativa crescita negli ultimi anni e nuove banche si sono affacciate sul mercato finanziario. La stretta politica monetaria promosa dalla Banca centrale per assorbire l'eccesso di liquidità nell'economia, ha reso la vita difficile alle banche, alcune delle quali si sono date ad attività di arbitraggio sui cambi che in buona parte ricadono al di fouri dei meccanismi bancari legali. La crescita dell'economia guidata dal settore privato, rimane limitata dall'alto costo degli affari in Nigeria, che include la necessità di duplicare determinate infrastrutture, la minaccia del crimine e il bisogno ad essa collegato di avre sistemi di sicurezza privati, la mancanza di efficacia del sistema giudiziario e una non trasparente gestione delle politiche economiche, specialmente per quanto riguarda i contratti governativi. Anche se le pratiche di corruzione sono endemiche, sono comunque meno lampanti che durante i regimi militari, e ci sono segnali di miglioramento. Intanto, fino al 1999 la Borsa nigeriana ha avuto una performance molto positiva, anche se la capitalizzazione in borsa è uno strumento ancora poco usato dal settore privato nigeriano.
Il governo di Obasanjo supporta il settore privato, la crescita economica guidata dal mercato ed ha iniziato a mettere in pratica estensive riforme economiche. Nonostante la campagna governativa anti corruzione sia stata finora inefficace, i progressi nella trasparenza della gestione economica sono visibili. Il doppio tasso di cambio formalmente abolito nel 1999, rimane però tuttora attivo. Durante il 2000 il programma di privatizzazioni del governo rese reali le promesse di cedere al settore privato banche, compagnie di distribuzione dei carburanti e cementifici. Il processo di privatizzazione, però, è stato rallentato dallo scontro fra il governo ed enti parastatali quali la compagnia di telefonia fissa nazionale (NITEL) e la Nigerian Airways. La vendita delle licenze per le reti GSM nel gennaio 2001 ha incoraggiato gli investimenti in questo settore vitale.
Nonostante i tentativi del governo di deregolamentare il settore petrolifero siano in parte falliti, le raffinerie di stato, praticamente al collasso nel 2000, stanno ora producendo con una capacità aggiuntiva; nell'agosto del 2001 le condutture per il gasolio sono quasi scomparse dal paese. Il governo intende ancora perseguire la deregolamentazione del settore, nonostante l'opposizione interna sia forte, in particolare quella del Nigerian Labor Congress. Per soddisfare la domanda interna, il governo subisce ingenti perdite importando il gasolio da vendere a prezzi calmierati.
Nonostante la Nigeria debba confrontarsi con le sue decadenti infrastrutture e una endemica mancanza di rispetto delle leggi e delle regole in generale, il paese ha molte caratteristiche positive per investimenti accuratamente mirati ed è in espansione sia come mercato regionale che mondiale. Mercati di nicchia profittevoli, all'infuori del mercato energetico, come le telecomunicazioni, si sono sviluppati grazie alle riforme messe in atto dal governo. C'è un consenso interno crescente che gli investimenti esteri siano necessari per realizzare il vasto potenziale dell'economia nogeriana. Le imprese interessate agli investimenti di lungo termine e a joint ventures, specialmente quelle che utilizzano materie prime locali, possono trovare una buona opportunità nel vasto mercato interno. Per migliorare le possibilità di successo, i potenziali investitori devono prendere conoscenza della situazione locale e delle pratiche economiche, stabilire una presenza locale, e scegliere con molta cura i ropri partners. Il governo nigeriano è molto attento a sostenere il processo democratico, migliorare la qualità di vita e le condizioni di sicurezza, mantenere e costruire nuove infrastrutture necessarie per attrarre investimenti stranieri.
Gli Sati Uniti hanno assistito lo sviluppo economico della Nigeria dal 1954 fino al giugno 1974, quando l'assistenza venne interrotta per il sostanziale aumento del pil pro capite dovuto alle aumentate entrate del settore petrolifero. Durante tale periodo , gli Stati Uniti hanno dato alla Nigeria aiuti per approssimativamente 360 milioni di dollari, che includevano prestiti per assistenza tecica, per l'aiuto e la riabilitazione dell'economia e aiuti alimentari. Ulteriori aiuti sono stati dati anche nei tardi anni '70.
Il brusco calo dei prezzi petroliferi,la cattva gestione dell'economia e il susseguirsi di governi militari hanno caratterizzato la Nigeria negli anni '80. Nel 1983 USAID ha iniziato a dare assistenza al Ministero Federale per la Sanità Nigeriano per sviluppare e implementare i piani di programmazione delle nascite e la cura dei neonati. Nel 1992 un programma per la prevenzione e il controllo dell'HIV/AIDS è stato aggiunto alle attività già in essere. USAID ha impeganto 135 millioni di dollari in programmi di assistenza bilaterali per il periodo 1986/1996 quando la Nigeria si sottopose ad un inizialmente riuscito Programma di Aggiustamento Strutturale, ma che successivamente ha abbandonato. Piani per impegnare 150 millioni di dollari nell'assistenza tra il 1993 e il 2000 furono interrotti da problemi nelle relazioni tra Nigeria e USA sugli abusi dei diritti umani, la fallita transizione verso la democrazia e una mancanza di cooperazione da parte del governo Nigeriano sul piano della lotta al traffico di sostanze stupefacenti. Alla metà degli anni '90 questi problemi hanno portato al blocco delle attività di USAID che avrebbero portato benefici al governo militare. I piani sanitari esistenti vennero ridisegnati per essere attuati tramite le associazioni non-governative e i gruppi comunitari. Come risposta al piano del governo militare per posticipare la transizione verso un governo civile, il Peace Corps ha sospeso i propri programmi in Nigeria nel 1994.
In risposta alla situazione politica sempre più repressiva, USAID ha stabilito un programma per la democrazia e il buon governo nel 1996. Questo programma integrava temi concentrati sulle basi della democrazia partecipativa, dei diritti civili, dell'emancipazione femminile, della trasparenza e di altre attività sanitarie per raggiungere i Nigeriani direttamente in 14 dei 36 stati.
L'improvvisa morte del Generale Sani Abacha e l'assunzione del potere da parte del Generale Abdulsalami Abubakar nel giugno 1998, hanno segnato un cambiamento delle relazioni tra USA e Nigeria. USAID ha dato un significativo supporto al processo elettorale dando fondi per avere osservatori internazionali nei seggi, l'addestramento degli osservatori elettorali nigeriani, oltre che attività educative rivolte ai votanti.Nel febbraio 1999, il Presidente Clinton propose al congresso di eliminare le restrizioni e limitazioni ai rapporti tra i due governi.
Da quel momento, USAID ha supportato la Nigeria per sostenere la democrazia e migliorare le politiche governative, dando addestramento per coloro che dovevano ricoprire ruoli e responsabilità da eletti in una democrazia rappresentativa a livello federale, statale e localeprima che essi entrassero in carica nel maggio 1999, e dando assistenza alla prevenzione dei conflitti e alla soluzione dei problemi del Delta del Niger. Dal punto di vista economico i programmi di supporto di USAID nel rafforzare la gestione economica e il coordinamento, incoraggiando lo sviluppo del settore privato e le riforme economiche, aiutando la Nigeria a mietere i benefici dell'AGOA, migliorando la tecnologia agricola e lo sviluppo delle piccole e medie imprese. Inoltre, l'assistenza sanitaria concentrata nella lotta all'HIV/AIDS, nella nutrizione ed immunizzazione, educazione, infrastrutture energetiche e di trasporto sono prioritarie per l'assistenza bilaterale.
Esportazioni:
$13.1 miliardi (1999)
Esportazioni - beni:
petrolio prodotti petroliferi 95%, cocco, gomma
Esportazioni - partners:
Stati Uniti 35%, Spagna 11%, India 9%, Francia 6%, Italia (1998 stima)
Importazioni:
$10 miliardi (1999)
Importaioni - beni:
macchinari, prodotti chimici, mezzi di trasporto, prodotti finiti, alimentarie animali vivi
Importazioni - partners:
Regno Unito 13%, Stati Uniti 12%, Germania 10%, Francia 9%, Pasi Bassi (1998 stima)
Debito - estero:
$29 miliardi (1999 stima)
Aiuti economici - ricevuti:
$39.2 milioni (1995)
Valuta:
1 naira (N) = 100 kobo
Tasso di cambio:
nairas (N) per US$1 - 96.261 (October 1999), 99 (1999), 21.886 (1998), 21.886 (1997), 21.895 (1995)Petrolio
L'agricoltura
L'agricoltura ha sofferto anni di cattiva gestione, politiche governative inconsistenti e mal concepite e la mancanza delle infrastrutture basilari. Attualmente il settore fornisce il 41% del Pil e occupa i due terzi dei lavoratori. La Nigeria non è più uno dei maggiori esportatori di cocco, arachidi, gomma e olio di palma. La produzione del cocco, la maggioranza da varietà obsolete e da piantagioni non curate, è stagnante attorno alle 180.000 tonnellate annue; 25 anni fa era di 300.000 tonnellate. Un calo ancora più drammatico ha colpito le produzioni di arachidi e olio di cocco. Non più il maggiore allevatore di pollame in Africa, la produzione di prodotti da tale tipo di allevamento è crollata da 40 milioni a 18 milioni di polli l'anno. Le costrizioni alle importazioni limitano la reperibilità di molti prodotti agricoli che servirebero per i vari tipi di allevamento. La pesca è male amministrata. Cosa ancora più pericolosa per il futuro del paese, il sistema di proprietà dei terreni scoraggia investimenti di lungo periodo di tipo tecnologico, o l'applicazione di metodi di coltura moderni, frenati inoltre dalla inaccessibilità del credito da parte degli imprenditori agricoli.I trasporti
Il sistema di infrastrutture di trasporto pubbliche della Nigeria è uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo economico. I principali porti sono a Lagos (Apapa e Tin Can Island), Port Harcourt, e Calabar. Le tasse portuali sono fra le più alte del mondo. Di 80.500 Km di strade, più di 15.000 sono ufficialmente asfaltate, ma poche di queste sono effettivamente in buono stato. Estensive riparazioni delle strade e nuove costruzioni vengono gradulamente implementate da quando i governi statali possono spendere le maggiori entrate avute grazie all'aumento del prezzo del petrolio. La decisione del governo di controllare la totalità delle merci in entrata alle dogane ha portato a forti ritardi nello sdoganamenti dei beni per gli importatori ed ha creato una nuova sorgente di corruzione dal momento che nei porti mancano le infrastrutture per compiere in maniera adeguata le citate ispezioni. Quattro degli aereoporti Nigeriani: Lagos, Kano, Port Harcourt e Abuja hanno attualmente voli internazionali. La compagnia di bandiera di proprietà statale Nigerian Airways è virtualmente fallita a causa della cattiva gestione, dell'alto debito e dei voli quasi deserti. Ci sono svariate compagnie interne private, e il servizio aereo tra le città nigeriane è sostanzialmente affidabile. Ma la cultura della manutenzione delle linee domestiche è milto lontana dagli standard internazionali.Riforme graduali
Investimenti
Assistenza Economica
Statistiche
PIL:
a parità di potere d'acquisto - $110.5 miliardi (1999 stima)
PIL - tasso reale di crescita:
2.7% (1999 stima)
Pil - pro capite:
a parità di potere d'acquisto - $970 (1999 stima)
PIL - composizione per settore:
agricoltura:
33%
industria:
42%
servizi:
25% (1997 stima)
Popolazione sotto la soglia di povertà :
34.1% (1992-93 stima)
Entrate delle famiglie o consumi in percentuale sul totale:
inferiori 10%:
1.3%
superiori 10%:
31.4% (1992-93)
Tasso d'inflazione (prezzo al consumo):
12.5% (1999 stima)
Forza lavoro:
42.844 million
Forza lavoro - per occupazione:
agricoltura 54%, industria 6%, servizi 40% (1999 stima)
Tasso di disoccupazione:
28% (1992 stima)
Budget:
Entrate:
$NA
Spese:
$NA
Industrie:
petrolio greggio, carbone, stagno, columbite, olio di palma, arachidi, cotone, gomma, legname, pellami, tessile, cemento e altri materiali edili, industria alimentare, calzature, chimica, fertilizzanti, ceramiche, acciaio
Tasso di crescita della produzione industriale:
NA%
Elettricità - produzione:
14.75 miliardi di kWh (1998)
Elettricità - produzione per sorgente:
combustiblili fossili:
61.69%
idroelettrica:
38.31%
nucleare:
0%
altri:
0% (1998)
Elettricità - consumo:
13.717 miliardi kWh (1998)
Elettricità - esportazioni:
0 kWh (1998)
Elettricità - importazioni:
0 kWh (1998)
Agricoltura - prodotti:
cocco, arachidi, olio di palma, mais, riso, sorgo, miglio, cassava (tapioca), yam, gomma; bovini, ovini, caprini, suini; legname; pesce