Giorgione
Giorgione da Castelfranco (1477, Castelfranco Veneto - 1510), celeberrimo pittore italiano.
Nasce nel 1477 a Castelfranco Veneto; studia a Venezia presso il Bernini, ma apre presto una nuova bottega. Le sue committenze usuali sono di famiglie patrizie che preferiscono soggetti mitologici o fantastici. Muore giovanissimo di peste nel 1510. Problematica si č rilevata nei secoli l'attribuzione dei suoi quadri, risultati essere del giovane allievo Tiziano.
Giorgione eredita dal suo maestro il gusto per il colore e l’attenzione per i paesaggi. I suoi soggetti sono vivi, e il colore domina sul significato oscuro delle opere fantastiche. Figure e paesaggi sono armoniosamente amalgamati, all’interno di una realtà dalle mille sfumature.
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Opere principali
Pala di Castelfranco
tempera su tavola
1504
Madonna in trono fra i santi Liberale e Francesco. La scena č in esterno, avendo sullo sfondo un paesaggio ed essendo trono e pavimento privi di una contestualizzazione architettonica. Il paesaggio serve per creare l’effetto di sfondamento prospettico, non realizzato in modo geometrico, ma grazie all’accostamento di colori e sfumature, chiamato tonalismo, ereditato da Bellini, Mantegna, Leonardo. I personaggi sono privi di collegamento, assorti, modellati per masse di colore.La tempesta
olio su tela
1510
Paesaggio con sullo sfondo un paese che sta per essere investito da un temporale. In primo piano, una donna semivestita allatta un bambino sulla destra, mentre un uomo in piedi li guarda, appoggiato ad un’asta sulla sinistra (forse sono Adamo ed Eva con Caino); i personaggi sono assorti, non c’č dialogo fra loro, sono divisi da un ruscelletto e lontani dalla cittĂ (su cui si scatena la furia divina). Le possibili interpretazioni sono molte, a causa dei colti riferimenti per noi ermetici. Il soggetto č comunque il colore, che riesce a creare l’illusione di una prospettiva infinita.Venere dormiente
olio su tela
1510
La dea č colta mentre dorme rilassata su un prato, inconsapevole della sua bellezza. Il paesaggio č modellato su piů piani: il cespuglio dietro la dea, il villaggio sulla sinistra, il borgo e la montagna in lontananza, sottolineando il torpore delle scena.
Probabile intervento del Tiziano.I tre filosofi
olio su tela
1506
Forse i Re Magi, o un’allegoria delle etĂ della giovinezza, o i tre rappresentanti del Cristianesimo, dell’Ebraismo e dell’Islam. La difficoltĂ interpretativa era voluta dai committenti, ricchi e raffinati, che volevano opere misteriose, piene di simbologie. Le figure sono costruite per colori e masse, non linee; i colori contrastanti separano le figure dallo sfondo, creando un senso di prospettiva. A sinistra vi č l’imboccatura di una caverna, oscura, verso cui guarda il piů giovane, ed al centro si apre un paesaggio immerso nella luce. Il quadro viene letto come l’armonia esistente tra l’uomo e la natura, che viene compresa ma non dominata dal primo.