Ingmar Bergman
- "In effetti, io abito sempre nel mio sogno e di tanto in tanto faccio una visita alla realtà "
- (I.Bergman)
Bergman, figlio di un pastore luterano, Erik, e di Karin Akerblom, trascorse l'infanzia seguendo gli spostamenti del padre e fu educato secondo i concetti luterani di "peccato, confessione, punizione, perdono e grazia", temi che saranno poi ricorrenti nei suoi film.
Table of contents |
2 Il settimo sigillo 3 Sussurri e grida 4 Con le migliori intenzioni 5 Filmografia 6 Link |
Biografia
Dopo gli studi superiori ed il servizio militare, si iscrisse all'Università di Stoccolma per frequentare un corso di storia della letteratura (la sua tesi di laurea riguarderà Johan August Strindberg) iniziando nel contempo ad occuparsi di teatro studentesco e a scrivere i testi per alcuni drammi; come aiuto regista, intanto, iniziava a lavorare per il Teatro dell'Opera.
Nel 1943 Bergman sposò Else Fischer, ballerina e coreografa (che gli darà una figlia, la futura scrittrice Lena). E' in questo periodo che un suo manoscritto, Hets (Tormento, 1944) viene acquistato dalla Filmindustri e trasformato in film, sotto la regia di Alf Sjoberg, con Bergman quale assistente alla regia.
Pochi mesi dopo questa prima esperienza cinematografica, gli venne proposto di ricavare e dirigere un film dalla commedia "La bestia madre" di Leck Fischer. Benché il film, uscito col titolo poi con il titolo Crisi (1945), non avesse avuto successo, il produttore indipendente Lorens Marmsted gli offrì una nuova occasione: nel 1946 nasce così Piove sul nostro amore. È nello stesso anno che decide di trasferirsi a Goteborg, dove viene nominato primo regista del teatro cittadino. Debutta con "Caligola" di Albert Camus e mette in scena molti dei suoi drammi.
Grazie alla fiducia di Marmsted, Bergman può così realizzare altri due film: La Terra del desiderio e Musica nel buio (1947). L'attenzione suscitata da questo ultimo lavoro, spinge la Svensk Filmindustri a commissionargli una sceneggiatura ("La furia del peccato ed Eva", regia di Gustaf Molander) ed un film (Città Portuale (1948)), ma il fallimento che la pellicola registra porta ad un nuovo taglio dei fondi.
E' ancora grazie all'aiuto di Lorens Marmstedt che Bergman riesce a realizzare La Prigione (1949), tratto da un suo stesso soggetto e primo film importante nella sua carriera. Intanto si separa dalla moglie Else e sposa Ellen Lundstrom; nel 1951 inizia una relazione con la giornalista Gun Hagberg che diverrà successivamente sua moglie e dalla quale avrà una figlia. Il relativo successo del film La Prigione lo porta di nuovo a lavorare per la Svensk Filmindustri, realizzando quattro film in due anni: Sete, Verso la gioia, Ciò non accadrebbe qui e Un' estate d'amore.
Nel 1953 comincia a lavorare allo Stadsteater di Malmoe, dove conosce un gruppo di attori che diventeranno presenze stabili nei suoi film: Gunnel Lindblom, Max von Sydow, Ingrid Thulin, Harriet e Bibi Andersson.
Il settimo sigillo
Due anni dopo arriva il premio al Festival di Cannes per Sorrisi di una notte d'estate, suo primo vero successo europeo. Nel 1956 termina Il settimo sigillo che ottiene vari riconoscimenti, oltre al premio speciale al Festival di Cannes; arrivano poi l'Orso d'Oro al Festival di Berlino e il premio della critica al Festival di Venezia grazie a Il posto delle fragole. Succesivamente Alle soglie della vita e Il volto ricevono il premio come miglior regia rispettivamente a Cannes e a Venezia, mentre nel 1960 La fontana della vergine gli vale il suo primo Oscar.
Nel 1959 si sposa per la quarta volta, con la pianista Kabi Laretei. Nel 1961 diventa il direttore del teatro drammatico di Stoccolma e realizza Come in uno specchio, primo capitolo di una discussa trilogia religiosa: il film riceve l'Oscar come miglior film straniero.
Seguono Luci d'inverno, premiato a Berlino e a Vienna, e Il silenzio. L'anno successivo, colpito da una grave depressione, scrive Persona ed inizia una relazione con Liv Ullman, dalla quale nasce Lynn.
Al ritmo di un film all'anno, vengono realizzati L'ora del lupo (1966), seguito da La Vergogna (1967), Il rito (1968, film per la televisione), Passione (1969, primo lungometraggio a colori) e L'adultera (1970).
Terminato l'amore con Liv Ullman, si sposa di nuovo con Ingrid von Rosen, che rimarrà sua moglie fino al 1995, anno della sua morte: i due avranno un figlio, Daniel, che intraprenderà anch'egli la carriera artistica (regista), come peraltro tutti i suoi sette fratellastri (molti dei quali sono attori).
Sussurri e grida
Nuovamente in difficoltà economiche, Bergman si risolleva grazie all'inaspettato successo mondiale di Sussurri e Grida (1972), vincitore di numerosi premi. L'anno seguente gira Scene da un matrimonio, nato come film ad episodi per la TV e trasformato poi in un film di quasi tre ore. Seguono poi il dramma psicologico L'immagine allo specchio (1976) e L'uovo del serpente (1976).
In questo stesso anno va però in crisi per alcuni problemi con il fisco e viene ricoverato in un ospedale psichiatrico. Si ritira quindi sull'isola di Faro dove si dedica esclusivamente al cinema, realizzando Sonata d'Autunno, con Ingrid Bergman. Per la televisione tedesca viene prodotto Un mondo di marionette (1980), seguito l'anno successivo dal monumentale Fanny e Alexander, film televisivo autobiografico di quasi cinque ore; la versione cinematografica fu ridotta a tre ore, e portò a Bergman quattro premi Oscar. Sempre per la televisione il regista realizza Dopo la prova (1983), Il Segno (1985), Il volto di Karin (1986).
Con le migliori intenzioni
Lascia il cinema definitivamente per dedicarsi al teatro; tuttavia, scrive le sceneggiature di Con le migliori intenzioni (regia di Bille August, 1991) e Conversazioni Private (regia di Liv Ullman, 1998).
Nel 1997 torna dietro la camera da presa realizzando, per la televisione svedese, Vanità e affanni. Nel 1999 regala a Liv Ullman la nuova sceneggiatura per il film L'infedele.
Ha poi proseguito la sua attività teatrale, regalando per le scene e per lo schermo una edizione de Il flauto magico mozartiano unica nella sua forte visionaria fascinazione, pur senza lasciare la macchina da presa: Saraband, del 2003, lo ha visto cimentarsi con le tecniche di ripresa digitali.
Ha scritto nella sua autobiografia intitolata "Lanterna magica": ''"In realtà , io vivo continuamente nella mia infanzia: giro negli appartamenti nella penombra, passeggio per le vie silenziose di Uppsala e mi fermo davanti alla Sommarhuset ad ascoltare l'enorme betulla a due tronchi. Mi sposto con la velocità di secondi e abito sempre nel mio sogno: di tanto in tanto faccio una visita alla realtà ".
Filmografia
Link
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