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La mummia

Se stai cercando dati scientifico-archeologici sulla storie delle mummie, vedi l'articolo mummia. Per le informazioni sui film dedicati al mito della mummia, vedi in fondo a questo articolo
Attenzione, questo articolo contiene due trame
Nonostante la produzione fantastica di Conan Doyle sia di gran lunga superiore per quantità e, per suo parere, qualità rispetto al ciclo di Sherlock Holmes, questo suo aspetto affascinate è poco noto non solo nella sua terra natia, dove gli appassionati gli richiedevano con pressante insistenza nuovi racconti sul fortunato detective, ma soprattutto in Italia, dove le opere fantastiche di Doyle non sempre hanno avuto la stessa fama di Holmes. Doyle, autore anche del famoso romanzo Il Mondo Perduto, che ha ispirato moltissimi cineasti (vedi Spielberg e il suo Jurassic Park) e fumettisti, ha anche scritto un romanzo breve, dalle atmosfere egizie, noto nel nostro paese con il titolo de La mummia.

Table of contents
1 La storia
2 Altre mummie

La storia

Edito nel 1892 con il titolo originale di Lot no.249, è un tipico romanzo del mistero raccontato con uno stile che, negli anni successivi, avrebbe fatto la fortuna del maestro dell'orrore Lovecraft: la storia, infatti, si basa sulle dichiarazioni rese dall'unico protagonista che abbia avuto il coraggio di parlare dei fatti insoliti e misteriosi accaduti in quel di Oxford.

La storia prende inizio nell'università locale, nel Maggio del 1884, per la precisione nell'ala detta Old College, in una torretta d'angolo straordinariamente antica. Questa costruzione è occupata da tre studenti: Abercrombie Smith, studente di medicina prossimo alla laurea e occupante dell'ultimo piano, William Lee Monkhouse, al piano terra, e tal Edward Bellingham, egittologo e occupante del secondo piano. Alla vicenda partecipano anche Jephro Hastie e il Dottor Peterson, amici di Smith, oltre al custode della torretta, Thomas Styles.

Dopo una breve introduzione, in cui viene appunto descritta la torre e i loro occupanti, e dopo una breve introduzione su Smith, le restanti descrizioni sui suoi coinquilini vengono affidate alla bocca di Hastie, che, pur avendo parole lodevoli verso Monkhouse, mette in guardia l'amico da Bellingham, personaggio inquietante sia nell'aspetto sia nei modi e, sfortunatamente, fidanzato con la sorella di Monkhouse. Il primo contatto tra Smith e i suoi vicini avviene la sera stessa della visita dell'amico: un urlo di terrore riempie la torre e subito dopo Monkhouse sale da Smith per chiedergli soccorso: Bellighman si è sentito male. Viene trovato dai due in uno stato di terrore mentre, mentre nella stanza, tra i vari insoliti oggetti di provenienza egizia, stava una mummia:

La stessa mummia, un'orrida cosa nera, avvizzita, simile ad una testa carbonizzata attaccata ad un tronco grinzoso, era per metà fuori dal sarcofago, e la sua mano, simile ad un artiglio, come lo scarno avambraccio, poggiavano sul tavolo
Arthur Conan Doyle, da La mummia, 2°capitolo.

Il terrore del giovane, però, sembrava alterato da uno strano trionfo negli occhi, cosa cui non venne dato troppo peso da Smith sul momento. Solo gli avvenimenti successivi gli fecero collegare questo e altri indizi.

Da quel giorno, comunque, il futuro medico e l'egittologo iniziarono a stringere amicizia, almeno fino a quando, un giorno, Smith non fece notare a Bellingham che qualcuno era uscito dalla sua stanza. Quest'ultimo, corso immediatamente fuori, inevntò, poco dopo, una scusa abbastanza incredibile su un fantomatico cane di razza che aveva da poco acquistato. Smith, però, pensò che ciò che il giovane nascondeva in casa non fosse un animale, bensì una donnna: tale ipotesi venne confermata dalla dichiarazione di Styles, di alcuni giorni prima, che disse di sentire passi nella stanza quando Bellingham era assente.

Comunque, la notte stessa, giunse di gran carriera Hastie che, tra le altre cose, gli disse di una strana aggressione avvenuta ai danni di Long Norton, nemico di Bellingham. L'aggressore si suppone essere una scimmia sfuggita al controllo di qualcuno, per la sua velocità nell'attaccare la vittima e nello scomparire al sopraggiungere di alcuni passanti. Norton, però, asseriva che il suo assalitore stesse cercando di strangolarlo.

Smith, dopo alcun giorni di intenso studio senza mai avere contatti con l'esterno, esce per andare ad assistere alla regata dell'amico, assistendo involontariamente ad un litigio tra Bellingham e Monkhouse. Quest'ultimo, dopo la gara, gli si avvicina e lo mette in guardia dal suo ormai ex-amico, invitandolo ad abbandonare al più presto la torre. Il giorno dopo il povero Monkhouse viene aggredito, gettato nel fiume: sarà lo stesso Smith a soccorrerlo e, passando di fronte alla stanza di Bellingham, avrà finalmente le idee chiare sul suo vicino.

Dopo aver soccorso il gracile giovane, affornta l'egittologo, intimandolo a smettere di giocare con la sua mummia: infatti l'aggressore che si aggira per la città altri non è se non la mummia, giunta con il Lotto n.249, animata da una antica conoscenza racchiusa in un vecchio papiro rinvenuto da Bellingham. Egli, a quel punto, decide di far aggredire dal suo emissario anche Smith, ma questi riesce a fuggire alle grinfie del mostro innaturalemnte animato e a rifugiarsi dall'amico Dr.Peterson, al quale racconta ogni cosa. L'amico ovviamente non gli crede, ma la notte di fuga passata da Smith lo convince a dover agire per porre termine a questi atti criminali. Il giorno dopo, quindi, si reca da Billingham e, armato di pistola, lo costringe a distruggere nel fuoco la sua mummia, le foglie utilizzate nel rituale e il papiro con l'oscura conoscenza.

E questo è il racconto degli strani avvenimenti, accaduti ad Oxford, nell'Old College, nella primavera dell'84, fatto da Abercombie Smith. Poiché immediatamente dopo Bellingham lasciò l'Università, e corse voce che fosse in [[Sudan], non c'è nessuno che possa confutare quanto narrato da Smith. Ma la scienza degli uomini è piccola, e misteriose sono invece le vie della Natura: chi potrà quindi porre un limite alle scoperte di coloro che con passione s'inoltrano nel mondo dell'ignoto?
Arthur Conan Doyle così conclude La mummia.

Altre mummie

E soprattutto, chi può porre limiti alla fantasia degli uomini? Infatti sul mito della mummia molte sono le opere di fantasia realizzate. Nel campo della letteratura non si può non citare L'ira della mummia e La resurrezione della mummia che costituiscono il Ciclo della mummia di Anthony Wylm, opera coeva del primo ed indimenticato film con Boris Karloff: La mummia del 1932. Da allora numerosi sono i film che hanno avuto una mummia rediviva come protagonista. Limitandoci solo ai film più importanti, si vanno a citare l'omonimo del 1959, con un grandissimo Cristopher Lee, fino ad arrivare ai giorni nostri con i due film ricchi di effetti speciali realizzati da Stephen Sommers (lo stesso del recente Van Helsing): La mummia e Il ritorno della mummia.

Sempre in campo letterario non si può tacere la signora dei vampiri Anne Rice, con il romanzo, omonimo a quello di Conan Doyle, La mummia, rende omaggio allo scrittore britannico e al suo romanzo breve, nonché all'altra sua opera egizia, Il custode del Louvre.

Il guardiano del Louvre

Il guardiano del Louvre (titolo originale The Ring of Thoth) è, probabilmente, la fonte principale di molti dei film sulle mummie che vennero girati e prodotti nel corso del XX secolo. Questa è la sua storia:


John Vance Stuart Smith, studioso di storia antica e in particolare dell'Antico Egitto, è in visita a Parigi e in particolare al Museo del Louvre. Qui fa il casuale incontro con uno strano guardiano dalle fattezze egiziane, ma non quelle dei moderni abitatori di questa antica e gloriosa terra, ma di un egiziano del tempo dei faraoni.

Immerso nei suoi studi, il professor Smith si addormenta su una delle scrivanie che il museo mette a disposizione degli studiosi che visitano per studio il famoso museo parigino. Improvvisamente si sveglia, ma la mezzanotte è ormai passata e si ritrova rinchiuso all'interno dell'immensa struttura. Al sopraggiungere della luce di una torcia, il professore si nasconde, pensando fosse un ladro, ma pronto a dire la verità se si dovesse imbattere in una guardia. In realtà è solo il guardiano egiziano che, con cautela ma deciso, si dirige verso la sala dei reperti egizi e si avvicina ad una mummia particolare.

Il professore, incuriosito, si avvicina per vedere meglio, e osserva che il custode toglie dal suo sarcofago l'antico reperto, fa alcuni preparativi e inizia a spogliare delle bende il corpo ormai morto. Sotto le bende c'è una splendida fanciulla le cui fattezze, grazie alle antiche e misteriose arti egiziane, sono rimaste preservate dallo scorrere del tempo: ma proprio in quel momento il professore si fa scoprire.

Il custode, allora, in un primo momento lo minaccia di morte, per poi, alla fine, raccontargli la sua incredibile storia. Egli, in realtà, è Sos-rah, figlio del Gran Sacerdote di Osiris. Addestrato alle arti magiche, il giovane già a sedici anni era in grado di competere con i più grandi sapienti. I suoi studi lo portarono a scoprire una Sostanza Pura, che iniettata nel sangue dona l'immortalità: è proprio tale sostanza che gli ha consentito di giungere fino a lì senza subire gli effetti del tempo. Tale maledizione, perché ora sa che tale è, all'inizio venne condivisa con il suo migliore amico, Phàrmesh, Sacerdote di Thoth. I due giovani, però, si innamorano della stessa donna, Atmea, figlia del nuovo Governatore di Abarys. La giovane, tra i due, scelse Sos-rah, senza però sapere che anche Phàrmesh provava un grande amore per la fanciulla.

A causa di una terribile epidemia Sos-rah, per salvare l'amata, le propone di prendere anche lei la Sostanza Pura, ma Atmea, invocando il Sommo Osiris, in un primo momento si oppone, per poi cedere. Il giorno stabilito, però, la giovane muore, lasciando il mago a pingere lacrime amare di solitudine. Ad acuire tale solitudine ci pensa l'amico Phàrmesh, che gli comunica di aver scoperto una formula che annulla gli effetti della Sostanza Pura, il cui segreto mai gli rivelerà per vendicarsi dell'amore che a lui gli è stato negato a causa di Sos-rah.

Da allora l'egiziano vaga per il mondo alla ricerca di un modo per scoprire questa formula e, ora che l'ha trovato, per niente al mondo si lascerà sfuggire l'occasione di riunirsi alla sua amata Atmea.

Ieri mattina, gli inservienti addetti alla pulizia del Museo, fecero una macabra scoperta nella sala principale dell'Ala Egizia. Uno dei custodi del Louvre giaceva morto a terra, abbracciato ad una mummia svestita dei suoi indumenti. Il cadavere era già rigido, e fu quasi impossibile staccarlo dalla mummia alla quale stava abbarbicato. Una vetrina che conteneva oggetti di immenso valore era vuota, ma molti dei gioielli sono stati scoperti nelle tasche degli addetti alla pulizia. Gli inquirenti che hanno avviato le indagini, sono del parere che il custode volesse rubare la mummia per rivenderla ad un collezionista, morendo per infarto sotto lo sforzo o per qualch'altra causa imprecisata. Il morto era un tipo molto misterioso, e probabilmente il caso verrà archiviato.
passo conclusivo de Il guardiano del Louvre, tratto da un breve articolo del Times, di Arthur Conan Doyle

E con questa nota finale, letta da Smith al ritorno in patria, si conclude un incredibile racconto che, certamente, ha influenzato non pochi cineasti.
(Nota finale sui passi citati: sono tutti tratti dai racconti così come vengono pubblicati dalla Newton&Compton sul libro La mummia e altri racconti nella traduzione di Gianni Pilo.)

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