La rivoluzione di febbraio
Questo articolo č parte della serie Rivoluzione russa |
La rivoluzione di febbraio |
Il rientro di Lenin e le tesi d'aprile |
Le giornate di luglio |
Il tentativo di Kornilov |
La rivoluzione d'ottobre |
Il consolidamento della rivoluzione |
La pace di Brest Litovosk |
Inizio della guerra civile |
Gli eventi noti come rivoluzione di febbraio, che portarono alla caduta del regime zarista, avvennero principalmente a Pietrogrado, l'allora capitale dell'Impero russo.
Per quanto riguarda le date bisogna tenere presente che fino all'aprile del 1918 nell'Impero russo era ancora in vigore il calendario Giuliano indietro di 13 giorni rispetto a quello corrente.
La rivoluzione di febbraio, a detta di tutti gli storici, fu un movimento spontaneo della popolazione di Pietrogrado e delle truppe stanziate nella cittĂ , nel senso che nessuno pianificò ed organizzò la protesta o ne definì gli scopi. Ovviamente dopo i primi momenti molti cercarono di guidarla verso diversi obiettivi. La spontaneitĂ del movimento non può essere interpretata, però, come assenza di condizioni rivoluzionarie. La guerra e le privazioni a cui erano sottoposte le classi lavoratrici, unite alla politica conservatrice dei governi che impedivano quasi del tutto la libertĂ di espressione e di organizzazione (si tenga conto che ad esempio molti dirigenti del partito bolscevico, che era costretto ad operare nella clandestinitĂ , si trovavano in esilio all'estero e non rientrarono in Russia che dopo i fatti del febbraio) avevano creato, nella popolazione, uno stato d'animo di attesa di un cambiamento non piů rinviabile.
Table of contents |
2 Gli operai scendono in piazza 3 L'esercito si ribella 4 Il primo Soviet 5 la fine dello zarismo |
I prodromi di ciò che sarebbe accaduto si ebbero il 9 gennaio, anniversario della domenica di sangue, in molte città ebbero luogo grandi dimostrazioni contro la guerra. La polizia intervenne pesantemente nei confronti dei dimostranti e si ebbero numerosi morti e feriti.
Il 23 febbraio gli operai della Putilov, a cui si erano uniti altri lavoratori, scesero in piazza e si giunse a proclamare lo sciopero generale.
Il 27 febbraio Il reggimento della guardia di Volinia, il reggimento della guardia PreraĹľenskij ed il reggimento Litovskij, che costituiscono il grosso della guarnigione di Pietrogrado si uniscono agli operai a cui distribuiscono anche parte delle armi.Gli inizi
La riapertura della Duma il 14 febbraio non servì certamente a calmare gli attacchi contro Nicola II ed il suo governo
Il 18 febbraio, a Pietrogrado, gli operai delle officine Putilov, una delle maggiori industrie della città , iniziarono uno sciopero in seguito ad un conflitto con la direzione che dopo cinque giorni dichiarò la serrata dello stabilimento.Gli operai scendono in piazza
Le manifestazioni continuarono anche nei giorni seguenti e la sera del 25 lo zar, dal quartier generale dell'esercito a Mogilev, ordinò al comandante della guarnigione di Pietrogrado di “...liquidare domani stesso...” i disordini.
Nel pomeriggio del 26 il reggimento della guardia di Volinia sparò sulla folla lasciando sul terreno piů di sessanta manifestanti ma questo non bastò per riportare la calma in cittĂ .
Lo stesso giorno il presidente della Duma Rodzianko, in un tentativo di riprendere il controllo della situazione inviò un telegramma allo zar chiedendo concessioni che potessero calmare la popolazione ma non ottenne nessuna risposta se non l' ukase (ordine) di aggiornare le sedute.L'esercito si ribella
Sul fronte politico, malgrado l'ordine di sospensione delle sedute, la maggior parte dei deputati della Duma si riunì nella sede di questa, il Palazzo di Tauride dando vita ad un comitato che aveva il compito di elaborare lo schema di un nuovo governo. Del comitato,oltre a elementi della destra e del centro faceva parte anche Aleksandr Kerensky appartenente ai Socialisti Rivoluzionari.