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Orchidacee

Le Orchidacee (o Orchidaceae) sono una famiglia di piante della classe monocotiledoni, appartenenti all'ordine delle orchidales (ginandre, o microsperme). Questa famiglia č costituita da piante erbacee perenni in grado di assorbire dall’acqua presente nell’ambiente le sostanze necessarie alla loro sopravvivenza tramite le radici aeree (autotrofia) e capaci anche di nutrirsi assimilando sostanze da organismi in decomposizione (sapròfite).

Per la maggior parte piante epifite, le orchidacee sono coltivate pressochĂ© in ogni parte del mondo, in particolare nei paesi tropicali e sub-tropicali. Le specie cosiddette terricole (cioč che crescono spontaneamente) possono essere coltivate anche nelle zone temperate o fredde o nelle regioni montuose ma necessitano però di particolari cure e strutture, come serre caldo-umide.

Fra le molte specie di orchidacee coltivate, particolarmente noto č il genere Cattleya dal quale si sviluppa un fiore molto apprezzato.

Fiore di Phalaenopsis
2002 bcrowell, GFDL lic.

La famiglia delle orchidacee si divide in due sottofamiglie:

  • Diandrae – che presenta 2-3 stami fertili e impollinabili
  • Monandrae – che presenta solo uno stame fertile. Questa sottofamiglia č la piů vasta ed ornamentale. Ne fa parte la Vanilla planifolia dai cui frutti si estrae la vaniglia abitualmente commercializzata.

Table of contents
1 Sistematica
2 Descrizione
3 Habitat e coltivazione
4 Alcuni generi

Sistematica

Le orchidacee comprendono piů di 600 generi che si dividono in circa 15.000 specie: di queste, solo il 15% appartiene alle zone temperate e fredde, mentre la restante parte č originaria delle zone tropicali o sub-tropicali; la maggior parte cresce sui tronchi degli alberi o sulle rocce (piante epifite). In Italia ne crescono spontaneamente circa 22 generi, per circa 70 specie.

Descrizione

Il fiore


Disposizione dei petali (P)
di un fiore di orchidea:
sépali (S) - labello (L)

()

Gli eleganti, delicati e variopinti fiori di orchidea possono assumere, in virtů del loro polimorfismo, innumerevoli forme: hanno una tipica struttura alata, con un perigonio di tre sepali superiori e tre petali inferiori; uno di questi, detto labello, si differenzia per formato dagli altri per formato in modo da attirare gli insetti impollinatori. Le dimensioni e il colore del labello, unitamente alla forma dello sperone cavo in cui si prolunga la sua base, mutano a seconda delle diverse specie. Ogni fiore possiede organi maschili (androceo) e femminili (gineceo), riuniti in un solo corpo colonnare detto ginostemio, talvolta prolungato in un rostello carnoso. Il polline č agglutinato in masse (pollinodi) a clava, che si attaccano mediante la base gelatinosa (retinacolo) alla testa degli insetti pronubi, permettendo così l'impollinazione dei fiori successivamente visitati.

Quasi tutti i fiori di orchidea al momento dello sviluppo compiono una torsione di 180° così che il petalo posteriore diviene inferiore e il sepalo anteriore diviene superiore. I sepali e i petali laterali sono quasi sempre uguali tra di loro, mentre il petalo centrale (il labello) č sempre diverso e può assumere svariate forme; nello stesso tempo può o meno contenere nettare. L'evento della resupinazione non si manifesta in tutti generi di orchidacee: in alcuni č mancante del tutto oppure si verifica a 360°, e perciò in maniera totale.

Gli stami sono generalmente:

  • 3 nella sottofamiglia Apostasioideae (Sud-Est Asiatico)
  • 2 nella sottofamiglia Cypripedioideae
  • 1 centrale nella sottofamiglia Orchidoideae.

Altra caratteristica biologica importante č la necessitĂ , per completare il ciclo biologico di alcune orchidee, della presenza di una micorriza endotrofica che collabori in simbiosi per lo sviluppo del loro seme, il quale al momento della dispersione č privo di albume e con embrione appena abbozzato.

Le foglie

Pseudobulbo di orchidea epifita
By Eric Guinther,
released under the
GNU Free Documentation License

Le foglie delle orchidacee sono sempre intere e malgrado la loro natura polimorfa hanno una struttura lineare, che a volte può apparire carnosa e di forma tubolare; in questo caso alla base si sviluppano frequentemente dei tuberi con pseudo-bulbi i quali possono assumere forma corta e arrotondata, appiattita ed ovoidale, oppure lunga e cilindrica; sono tutti organi questi che hanno una funzione di assimilatori di riserva.

La disposizione delle foglie č alternata o distica: solo di rado si presentano opposte. Possono presentarsi in coppia oppure solitarie e, all’apice degli pseudo-bulbi, a volte possono anche essere – specie nelle piante che crescono in piena terra - inguainate alla base; possono anche formare delle rosette basali da cui spunta il fiore. Nelle specie saprofitiche le foglie possono essere ridotte a semplici scaglie.

Le radici

Le radici sono sia aeree che fascicolate, tuberose o reticolose. Il tipo epifito ha spesso radici lunghe e carnose che pendono nell’aria e sono rivestite di un velo radicale detto anche velamen che consente alla pianta di assorbire l’umidità atmosferica.

Habitat e coltivazione

(questa sezione č da scrivere)

Alcuni generi

Anacamptis Arethusa Barlia Calypso Cattleya Cephalanthera Chamorchis Coeloglossum Corallorrhiza Cypripedium Dactylorhiza Epipactis Epipogium Gennaria Goodyera Gymnadenia Habenaria Hammarbya Herminium Himantoglossum Limodorum Liparis Listera Malaxis Neotinea Neottia Nigritella Ophrys Orchis Platanthera Polycycnis Pseudorchis Serapias Spiranthes Traunsteinera


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