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Vincenzo Scamozzi

Vincenzo Scamozzi (1548-1616) fu un architetto rinascimentale, operante nel tardo cinquecento e nel primo seicento a Vicenza, contemporaneo di Andrea Palladio.

Secondo Scamozzi l'architettura, disciplina a cui egli dedicò tutta la vita, doveva essere una scienza esatta, complessa, con proprie regole da studiare attentamente e con pazienza: Architettura č scienza.

Table of contents
1 L'architettura come scienza
2 Il rapporto con Palladio
3 L'ereditĂ  scamozziana
4 Principali opere
5 Opere letterarie
6 Link esterni

L'architettura come scienza

La figura di Scamozzi č relativamente poco conosciuta, ma l'architetto può vantare una serie di primati: realizzò con lo Statuario della Repubblica di Venezia (dal 1591 al 1593) il primo museo pubblico in Europa. Progettò e realizzò inoltre il primo edificio dell'etĂ  moderna studiato appositamente per un teatro a Sabbioneta (Mantova) e fece importanti progetti per la Serenissima, tra cui le Procuratie Nuove in Piazza San Marco a Venezia.

Dopo aver lasciato una notevole quantitĂ  di opere - soprattutto ville nel vicentino - scrisse infine uno dei piů importanti trattati dell'epoca La Idea dell'Architettura Universale (1615), che fu per lungo tempo adottato come testo basilare dagli architetti del tempo, in particolare nel nord-Europa.

Scamozzi rappresentò una figura assai moderna, per molti aspetti, di architetto, ma anche di studioso e intellettuale del suo tempo. Fu tra i pochi a capire la necessitĂ  di raccogliere una notevole biblioteca personale, collezionando libri (all'epoca assai preziosi) delle piů diverse discipline, dalla matematica alla fisica. Fu il primo a progettare l'allestimento di un museo, curando attentamente non solo la disposizione dei pezzi ma anche lo studio dell'illuminazione sia naturale che artificiale, aspetto assai moderno che del resto si riscontra in molti dei suoi progetti.

Non va infine dimenticata la insostituibile scena lignea a prospettiva accelerata che č tuttora possibile ammirare all'interno del Teatro Olimpico di Vicenza, da lui progettata e intelligentemente illuminata. Fu rigoroso ma anche innovatore: per primo osa rompere la corrispondenza tra distribuzione interna e di facciata, nel progetto per una delle sue ville. Riconosce all'arte dei giardini una piena dignitĂ  all'interno dell'architettura e disegna scientificamente rigorosi giardini all'italiana.

Il capolavoro di Scamozzi é però considerata l'incantevole Villa Pisani a Lonigo (Vicenza), detta La Rocca, a pianta centrale, da lui progettato a soli 26 anni. Non si limitò ad imitare la celeberrima Villa Capra detta La Rotonda del grande Palladio (all'epoca ancora in costruzione), ma anzi ne fa una critica puntuale dal punto di vista architettonico, utilizzando una tipologia fino a poco prima inedita.

Il rapporto con Palladio

Scamozzi, piů giovane di Palladio, dovette sviluppare un rapporto complesso (e in parte ancora da esplorare) con il piů grande architetto del tempo. Ne fu assieme discepolo e avversario, ammiratore e critico.

Per lungo tempo la figura di Vincenzo Scamozzi é stata trattata dalla critica come un po' come quella del musicista Salieri nei confronti di Mozart: un elemento di secondo piano, che non riuscì a brillare di luce propria. Scamozzi fu al contrario un vero protagonista dell'architettura del suo tempo e un architetto eccezionalmente erudito. Interpretando senza dubbio la lezione del Palladio, sviluppò un proprio linguaggio, improntato ad un maggiore rigore e meno scenografico (es. con lo schiacciamento delle lesene in facciata) ma assai apprezzato nel suo tempo.

Scamozzi si trasferisce a Venezia proprio nel 1580, poco prima della morte del Palladio, ma non riesce a sostituirlo nel ruolo di architetto della Serenissima: i suoi lavori pur numerosi per i Veneziani saranno infatti contrassegnati da numerose difficoltĂ  e incomprensioni. L'epoca sta cambiando e Venezia si avvia ormai alla propria fulgida decadenza.

L'ereditĂ  scamozziana

Vincenzo Scamozzi, che non si era mai sposato e non lasciava figli viventi, nel suo testamento istituì un lascito per permettere agli studenti privi di mezzi di studiare l'architettura, all'unica condizione che essi prendessero il suo cognome, quali eredi ideali. Quasi due secoli dopo, Ottavio Bertotti Scamozzi poté divenire anche grazie alla sua illuminata eredità un importante studioso e architetto del suo tempo.

Principali opere

Opere letterarie

La Idea dell'Architettura Universale (1615)

Link esterni


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