Hulk
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Hulk rappresentava, nell'idea di Stan Lee, tutto ciò che di più nascosto e intimo un uomo solitamente si tiene nascosto dentro e che, improvvisamente, esplode con tutta la sua violenza, spiazzando coloro che gli stanno intorno. Il suo colorito grigio delle origini avrebbe potuto far pensare immediatamente al mostro di Frankestein, anch'egli nato per un esperimento incontrollato, ma i suoi tormenti, le sue paure, la sua fuga e il suo nascondersi al mondo lo rendono molto più simile ad un novello Quasimodo, costretto a lottare contro il suo aspetto e contro la diffidenza e l'ostilità di un mondo intero.
Come detto, quando nel 1962 il personaggio esordiva sulle pagine della rivista The Incredible Hulk, per i testi di Stan Lee e i disegni di Jack Kirby, la sua pelle era color grigio e solo dopo alcuni numeri divenne verde, mentre la trasformazione avveniva solo di notte, come nel caso del Dr.Jekyll e di Mr.Hide. Solo dopo alcuni numeri si decise di associare alla pelle il colore verde e da qui, seguendo il detto verde di rabbia, imporre la trasformazione ogni volta che il dr.Bruce Banner era sottoposto ad una situazione di stress con conseguente attacco d'ira.
Infatti l'alter ego di Hulk altri non è che un fisico nucleare che lavorava ad un progetto ultrasegreto dell'esercito statunitense, che faceva capo al generale Thaddeus Ross, volto alla realizzazione di una bomba gamma. Al momento dell'esperimento, un giovane scavezzacollo di nome Rick Jones, per scommessa, si introdusse nel luogo dell'esperimento, un deserto nel cuore del New Mexico, spingendo Banner ad intervenire per salvare il ragazzo. Investito, al posto di Rick, dai raggi gamma prodotti dall'esplosione, il dottore divenne un gigante dalla pelle color verde, praticamente invulnerabile e estremamente rissoso. Solo dopo aver sbollito tutta la rabbia contenuta nella sua psiche avrebbe permesso al dottor Banner di riottenere le sue normali fattezze, almeno fino alla successiva arrabbiatura.
A tutto questo si va a sommare anche un'infanzia infelice, in cui il padre, alcolista, assassinò la madre in un ultimo atto di violenza, ormai diventata normale nella vita della coppia. Forse anche per questo l'amore sincero di Betty, figlia del generale Ross, suo più acerrimo cacciatore, era in grado di renderlo calmo, tanto che per un certo periodo della sua vita fu in grado di mantenere i muscoli di Hulk e la mente di Bruce.
La situazione non era però destinata a durare e con la morte della moglie ad opera di Abominio la vita di Banner ebbe un crollo forse definitivo, facendogli perdere qualsiasi controllo ad ogni nuova trasformazione.
Oltre ai già citati creatori del personaggio, non si può dimenticare lo sceneggiatore che più di tutti è identificabile con Hulk: Peter David.
A bordo della seconda serie dedicata al golia verde (Hulk) dal numero 331, scrisse, fino al 467, una lunga serie di storie in cui affrontò vicende comiche, tragiche, semplicemente avventurose, senza mai tirarsi indietro neanche di fronte ad argomenti spinosi come l'AIDS o la morte, sempre accompagnato da disegnatori del calibro di Dale Keown, Ron Garney, Gary Frank, Andy Kubert.
Un altro grande sceneggiatore di Hulk è stato anche quel Paul Jenkins che oggi scrive per le testate dell'Uomo ragno, affiancato dal figlio d'arte John Romita Jr, artista che ha anche prestato le sue matite per l'esordio dell'attuale serie, oggi sceneggiata da Bruce Jones e disegnata da Mike Deodato Jr e Leandro Fernandez.
Le sue storie vengono pubblicate su Devil&Hulk;, rivista edita dalla Panini Comics sotto l'etichetta Marvel Italia.
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