Johan Barthold Jongkind
Johan Barthold Jongkind (3 giugno 1819, Lattrop – 9 febbraio 1891, La Côte-Saint-André) pittore olandese.
Johan Barthold Jongkind nasce il 3 giugno 1819 a Lattrop, vicino a Rotterdam.
Studia pittura inizialmente in Olanda: l’influenza della tradizione paesaggistica fiamminga, in particolare di Rembrandt, sarà un dato costante in tutte le sue opere.
Nel 1843 si trasferisce in Francia e frequenta l’atelier di Eugne Isabey, dove particolarmente attratto dalla tecnica dell’acquerello.
Nel 1848 i suoi dipinti sono accettati al Salon e nel 1852 ottiene il primo riconoscimento.
I primi anni parigini di Jongkind sono tormentati da difficoltà economiche: nonostante la medaglia ottenuta al Salon del 1852, i suoi quadri faticano a trovare acquirenti; ha inoltre problemi di natura psicologica, che lo portano per un breve periodo all’alcolismo.
La sua arte non risente di queste traversie interiori, anzi proprio in quegli anni acquista una sicurezza stilistica che gli permette di realizzare, senza difficoltà, scorci arditi e complessi.
Nel 1863 partecipa al Salon des Refusés; nello stesso anno si reca con Isabey a Honfleur, attratto dai paesaggi costieri della Francia settentrionale.
La natura selvaggia della Normandia lo affascina a tal punto che vi ritorna altre volte fino al 1865.
È in questi anni che frequenta Claude Monet, Edouard Manet e Eugne Boudin, con i quali ha lunghe discussioni d’arte che influenzeranno le loro successive esperienze artistiche, e Charles Baudelaire, che ammira la poesia delle sue vedute.
I dipinti di questo periodo sono caratterizzati da freschezza e vivacità: attento osservatore della natura, usa pennellate vigorose e precise per rendere con straordinaria abilità la luminosità delle onde del mare e delle nuvole nel cielo.
Negli anni seguenti compie lunghi viaggi in Francia e in Belgio; a partire dal 1880 fissa il suo atelier a Isre, sul lago di Ginevra.
Si reca frequentemente a Parigi, ma rimane quasi del tutto isolato (non partecipa a nessuna delle otto mostre degli impressionisti), preferendo la calma dei villaggi sulle rive del lago di Ginevra.
Continua a eseguire paesaggi e vedute di Parigi, stilisticamente vicino a Corot e Jan Vermeer, e numerosi acquerelli; solo negli ultimi anni riesce ad avere un discreto successo economico e un buon numero di affezionati collezionisti.
Pur non lasciandosi coinvolgere dalla moda della pittura en plein air e rielaborando in studio i bozzetti preparatori schizzati dal vivo, tuttavia molte sue opere possiedono un senso innato del colore e della luce, in grado di trasmettere freschezza e spontaneità.
Questi elementi saranno poi rielaborati in una sintesi innovativa da tutti gli impressionisti e da Monet in particolare.
Muore il 9 febbraio 1891 a La Côte-Saint-André, nei pressi di Grenoble.
Mentre in vita Jongkind non riceve molti riconoscimenti, forse perché preferisce vivere e dipingere appartato.
Dopo la sua morte, invece, parallelamente alla riscoperta critica degli impressionisti, il suo ruolo viene rivalutato e apprezzato.
Claude Pissarro dichiara che “il paesaggio senza Jongkind avrebbe avuto un aspetto del tutto differente”.
Anche Manet lo ammira, considerandolo “il padre della scuola dei paesaggisti”.
Il pi direttamente influenzato dalla sua personalità però Monet: “la sua pittura era moderna; egli stato il mio vero maestro e a lui io devo l’educazione finale del mio occhio artistico”.Biografia